Dal 1921 la Pear Srl realizza macchine per la fresatura che si sono evolute nel tempo seguendo gli sviluppi della tecnologia. Oggi l’azienda dell’ingegner Bruno Pecchioli, con sede in provincia di Firenze, conta 20 dipendenti e realizza macchine utensili a elevata velocità per lavorazioni leggere. Nonostante la crisi, Pecchioli ha scelto di non lasciare nessuno in cassa integrazione, puntando su un servizio ai clienti il più possibile completo come risposta alle difficoltà del mercato. «Siamo associati Ucimu-Sistemi per produrre, ci occupiamo dei centri di lavoro per fresatura e presentiamo un centro di lavoro per fresatura/tornitura», spiega Pecchioli.
Che cosa contraddistingue le macchine che realizzate?
Si tratta di centri di lavoro, principalmente verticali, per lavorazioni leggere ad alta velocità. Realizziamo gli elettromandrini e l’intero nostro prodotto. Le nostre sono macchine molto veloci, anche se relativamente piccole. Un loro tratto caratteristico è l’accelerazione, e ciò significa che si tratta di macchine particolarmente performanti. Di recente, a parte macchine tradizionali a tre assi, abbiamo costruito anche macchine a quattro, cinque e sei assi per fresatura e tornitura.
In che modo progettate le vostre macchine?
Nella progettazione della macchina base, l’elettromandrino e gli assi ausiliari sono completamente progettati e costruiti da noi. Utilizziamo motori in coppia, nuova tecnologia a trazione diretta, dove il motore è scalettato direttamente sulla vite, in modo tale da avere una trasmissione molto rigida e performante. La loro struttura è grossa e con una rigidità predominante. Dove c’è formazione e generazione di calore abbiamo cercato di ridurla al minimo attraverso degli scambiatori di calore.
Cosa può trovare da voi un cliente?
Noi come azienda ci occupiamo di costruzione, montaggio e messa in servizio e service. Realizziamo in particolare un full service, cioè serviamo completamente la macchina per la parte meccanica, elettronica, di controllo numerico e di programmazione. Il cliente ha un’interfaccia unica nei nostri riguardi, dove noi gli diamo l’intera assistenza dalla manutenzione alla programmazione della macchina.
Negli ultimi anni come si è sviluppato il vostro lavoro?
La nostra azienda è nata nel 1921 come una piccola azienda contoterzista, quindi è divenuta stampista e prima della Seconda guerra mondiale abbiamo iniziato a costruire dei pantografi, dedicati all’incisione dello stampo. Quando è arrivato il controllo numerico abbiamo cominciato a realizzare delle piccole macchine dedicate all’incisione. Non si è trattato più però di controllo manuale, ma di incisione a controllo numerico.
Poi cos’è successo?
Strada facendo le macchine si sono evolute, non soltanto per l’incisione ma anche per l’esecuzione di particolari leggeri rispetto a cui sia richiesta un’elevata precisione insieme a un elevato grado di finitura. Abbiamo quindi progettato non solo la macchina, ma anche l’elettromandrino e il motore, che è stato disegnato e progettato da noi.