Dal 1970 produce imballaggi per i prodotti esportati in tutto il mondo. Imballaggi Alto Milanese di Carlo Bianchi offre una gamma di servizi molto variegata a tutte le imprese, in particolare nel campo del petrolchimico e dei produttori di valvole, che vendono i nostri prodotti all’estero. Un’attività che rappresenta un termometro significativo, sia pure da una determinata prospettiva, dello stato di salute delle nostre esportazioni. Come sottolinea Massimo Bianchi, consigliere delegato di Imballaggi Alto Milanese e figlio del presidente Carlo, «nella seconda metà del 2013 e all’inizio del 2014 le esportazioni in paesi importanti in Sudamerica e nel Sud-est asiatico hanno subito un rallentamento, compensato però dall’andamento positivo nei primi sei mesi dell’anno scorso».
Bianchi, ci racconti le origini della vostra azienda…
L’azienda è nata su iniziativa di mio padre, Carlo Bianchi, che già prima della sua fondazione aveva lavorato nel settore del commercio del legno. Dopo la nascita di Imballaggi Alto Milanese nel 1970, ci siamo concentrati negli imballaggi industriali e nella costruzione dei primi contenitori in legno richiesti da alcuni clienti.
Come si è sviluppata nel tempo la vostra azienda?
Ci siamo sviluppati nei servizi, e in particolare nell’assistenza e nella fornitura del servizio di imballaggio esterno ai clienti. A questi ultimi offriamo anche spazi di nostra proprietà per lo stivaggio dei loro prodotti. Attualmente continuiamo sempre a lavorare nel settore degli imballaggi industriali, con servizi alla produzione e al completamento delle linee del cliente. Ciò include la preparazione di materiali per la spedizione, sia in spazi del cliente che nostri.
Come sta andando attualmente il settore degli imballaggi?
Nell’ultimo anno il settore degli imballaggi non ha subito una crisi pesante, in quanto le sue attività sono legate essenzialmente ad aziende esportatrici. A differenza del mercato del pallet, la cui produzione è rivolta in larga parte all’Italia, i nostri clienti necessitano di prodotti per le spedizioni all’estero. Le esportazioni, soprattutto nei Paesi emergenti, hanno conservato una buona tenuta. La prima parte dell’anno scorso è stata molto sostenuta in termini di attività, poi siamo andati decrescendo, ma complessivamente è stato un anno discreto anche come fatturato.
Quali fattori hanno determinato il rallentamento nella seconda metà del 2013?
Abbiamo risentito di una maggiore concorrenza e dell’incremento dei prezzi delle materie prime, specialmente quelle ferrose. Il rallentamento delle attività è proseguito nei primi mesi del 2014 e i nostri clienti che avevano un livello di attività sostenuto hanno iniziato a risentirne e ora stanno rallentando.
Quali settori ne hanno risentito di più?
A essere coinvolte da questo rallentamento sono state soprattutto le esportazioni. Settori come il petrolchimico e i produttori di valvole stanno subendo un rallentamento rispetto al livello di attività dell’anno scorso. L’andamento degli imballaggi del resto è strettamente legato al mercato dei nostri clienti, e quindi alle esportazioni di beni industriali e di investimento.
Verso quali paesi le esportazioni si riducono maggiormente?
Le riduzioni hanno riguardato in particolare il Brasile e il Sud-est asiatico. La Russia al contrario sta acquistando e continua a rappresentare uno sbocco allettante per i nostri clienti, anche se ora dovremo vedere se la situazione politica produrrà effetti sull’economia.
Quali strategie sono state adottate dalla vostra azienda per rispondere alle sfide della crisi?
Abbiamo cercato di contenere i costi, ma anche di rispondere alla domanda per non soffrire dal punto di vista delle vendite. Ci siamo impegnati inoltre a migliorare e incrementare determinati servizi per quanto riguarda l’offerta dell’imballo in nostri spazi, maggiori competenze nel preparare o imballare i materiali, in particolare le valvole, l’offerta di spazi aggiuntivi e il tentativo di contenere i costi in termini di acquisto dei materiali e di impiego della manodopera.
(Pietro Vernizzi)