L’edizione 2014 del Salone del Mobile cresce del 13% rispetto al 2013, raggiungendo un totale di 357.212 visitatori, di cui 311.781 operatori del settore. In tutto 160 i paesi rappresentati da ogni parte del mondo, per un evento che ha da sempre un respiro internazionale pur essendo profondamente radicato nel tessuto della città di Milano. Oltre 100 gli studenti delle scuole cittadine di design che hanno accolto i visitatori, tra i quali c’è stata anche una personalità d’eccezione come il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Un ruolo centrale nel corso del Salone è stato giocato dalla mostra “Dove vivono gli architetti”, dedicata a nove personalità di spicco a livello internazionale: Shigeru Ban, Mario Bellini, David Chipperfield, Massimiliano e Doriana Fuksas, Zaha Hadid, Marcio Kogan, Daniel Libeskind e Studio Mumbai/Bijoy Jain. Abbiamo tratto un bilancio di questa 53esima edizione con il presidente di FederlegnoArredo, Roberto Snaidero.



Il Salone del Mobile ha dato un segnale di come può essere l’Expo 2015?

Sì, il Salone del Mobile di quest’anno è stato un test per Expo 2015. Milano si è trovata con un afflusso veramente notevole di operatori dall’estero, e le nostre strutture urbane hanno retto bene l’impatto.

Che cosa possiamo imparare dal Salone in vista di Expo?



Il Salone del Mobile insegna che se si lavora con puntualità e in team, i risultati poi arrivano. Il settore del legno e arredo ha difficoltà soprattutto per quanto riguarda il mercato interno, e noi lavoriamo per dare la possibilità alle aziende dell’arredamento di presentarsi a operatori di 160 paesi. In questo modo abbiamo dato una dimostrazione di grande efficienza, di un design e di una qualità veramente notevoli. Il merito di tutto ciò è di aziende che lavorano tutto l’anno per arrivare a questo appuntamento.

Uno dei dati che emerge da questa edizione 2014 è che il Fuorisalone ha una ragion d’essere solo grazie al Salone?



Glielo confermo. Se volessimo una controprova, basterebbe organizzare il Fuorisalone in un altro mese rispetto ad aprile quando c’è il Salone del Mobile, per renderci conto che sarebbe un grande flop. L’organizzazione del Salone del Mobile ha ormai una lunga storia, e già dalla mattina successiva alla chiusura dell’evento abbiamo iniziato a pensare all’edizione 2015. Quest’anno il Salone era dedicato a cucina e bagno, l’anno prossimo sarà su luce e mobile per ufficio. Abbiamo già diverse idee per lavorare in grande anche nel 2015. Quest’anno i grandi brand non hanno partecipato o fornito un particolare supporto al Fuorisalone come in passato. Solo gli showroom con negozio a Milano hanno sfruttato il periodo per fare il post-salone.

Qual è l’umore delle aziende in questo momento?

I miei colleghi sono soddisfatti di questa edizione del Salone del Mobile. Il lavoro del gruppo Legno e Arredo ha dimostrato di essere veramente un grande team di persone che lavorano per uno stesso obiettivo. Il risultato positivo è merito non di una singola persona ma di tutto il gruppo.

 

Si intravvede la possibilità di una ripresa del settore?

Negli ultimi tre mesi del 2013 abbiamo avuto un recupero del fatturato di 330 milioni per merito del Bonus Mobili. Nei primi tre mesi del 2014 abbiamo avuto un 4,5% in più di fatturato rispetto all’anno scorso. Non abbiamo ancora recuperato quanto è stato perso tra 2008 e inizio 2013, ma i segnali per il 2014 sono tutti positivi.

 

Nei giorni scorsi si è parlato di un prolungamento del Bonus Mobili fino al 2020. Questa misura sta funzionando?

Il Bonus Mobili sta funzionando bene, anche se c’è stata una modifica del testo originale. Al massimo di investimento nella ristrutturazione pari a 10mila euro, potranno essere aggiunti solo 5mila euro in arredamento. La stesura iniziale invece specificava che si poteva investire in mobili una cifra uguale a quella spesa per la ristrutturazione. Noi abbiamo chiesto che si ritorni al testo iniziale. A parte questo problema, il Bonus Mobili funziona, e FederlegnoArredo ha apprezzato molto il fatto che il governo abbia accolto le nostre richieste.

 

Le altre misure del governo in campo economico sono soddisfacenti o bisogna fare di più?

La settimana scorsa ci siamo incontrati con il presidente Renzi e abbiamo parlato con lui di quali sono le nostre priorità. Al primo posto c’era il Bonus Mobili, e a questo ho aggiunto la richiesta di introdurre una misura che possa favorire ulteriormente le giovani coppie. Oggi le giovani coppie che acquistano la casa hanno l’Iva agevolata, ma questa misura non comprende gli arredamenti. Ho chiesto al presidente del Consiglio che oltre ai muri possano essere detratti anche i mobili.

 

Si è parlato di tagli a “enti inutili” come Camere di commercio e Ice. Lei che cosa ne pensa?

Cerchiamo di non ripetere gli errori del passato. Noi con Ice stiamo lavorando molto bene, e ciò ci consente di avere un valido supporto quando andiamo ad esportare nei Paesi esteri. Le Camere di commercio non possono lavorare ciascuna per conto proprio, ma occorre realizzare delle sinergie. Il vero problema è la dispersione di risorse per accontentare le singole Camere di commercio, con missioni che non servono a nulla e finiscono solo per danneggiare l’immagine internazionale del nostro Paese.

 

(Pietro Vernizzi)