Una esperienza emozionante e anche entusiasmante: così Marco Predari, amministratore delegato di Universal Selecta e Presidente di Assuficio, commenta la sua prima partecipazione al Meeting di Rimini. «Sono rimasto stupito da molte cose, specie la partecipazione e l’interesse di tanti giovani che seguivano anche seduti per terra conferenze impegnative senza distrarsi o andarsene a metà come si vede spesso invece in situazioni analoghe. Stupito anche dalla ricchezza di proposte del Meeting». Per quanto riguarda invece la sua presenza come professionista del settore del legno, Predari si dice soddisfatto di come FederlegnoArredo si sia proposta dentro a questo Meeting, suscitando anche qui l’interesse di tanti giovani che volevano ascoltare di persona le storie di tanti imprenditori che sono venuti a Rimini a metterci la faccia. 



Questo Meeting per lei era la sua prima occasione di visitarlo? Che cosa le ha suscitato?

È stata la mia prima volta. Personalmente ho diversi amici che lo frequentano abitudinalmente con entusiasmo, ma per mio egoismo personale, cadendo il Meeting di agosto, ero rimasto frenato. Il ruolo che oggi mi compete dal punto di vista professionale mi ha invece convinto quest’anno a farci un passaggio. 



Che cosa l’ha colpita?

Intanto, girando per conto mio nei vari padiglioni, le persone che erano negli stand per la più parte curiosi, come normale che sia, presentavano però una curiosità mirata. Le loro erano richieste di precisazioni su ogni punto esposto. Poi sono rimasto colpitissimo quando sono arrivato, avendo sbagliato orario ed essendo arrivato con quasi un’ora di anticipo, di quanta gente fosse già fuori della fiera in coda per entrare. Un interesse evidente che lascia con una domanda.

Dal punto invece di vista professionale?

Non voglio dirlo in modo che sembri una sorta di autocompiacimento, ma devo dire che l’impostazione dello stand di FederlegnoArredo è stata molto efficace.



In che senso?

Da una parte presentava tutto quello che si può fare con il legno in modo trasversale, ad esempio decorazioni per la casa o per l’ufficio; poi è stata posta molta attenzione su come creare opportunità per le nuove generazioni che sono la nostra risorsa. Ad esempio, spiegare come si attua una buona preparazione professionale anche mostrando che un pezzo di legno non è solo un pezzo di legno. 

Spesso un evento anche bello può rimanere un punto isolato. Lei pensa che la sua esperienza al Meeting possa servire da stimolo al suo lavoro di tutti i giorni?

Ormai ho una età avanzata anche professionalmente, ma da come ho visto la partecipazione anche di giovani ai convegni ritengo che sia stato molto stimolante. Ho visto più volte le sale delle conferenze sempre piene con la gente che stava in silenzio, ascoltava e prendeva appunti. Non c’era il via vai come sempre alle conferenze dove ci si stufa, si ci alza e si va via. Si vedeva che nessuno stava buttando via il proprio tempo.

 

Invece FederlegnoArredo come ha reso stimolante la sua partecipazione al Meeting?

Credo che far parlare gli imprenditori della propria storia abbia catturato l’attenzione dei più giovani. L’ho potuto vedere al nostro stand in diverse occasioni: ragazzi seduti per terra ad ascoltare i racconti di impresa che andavano avanti anche per un’ora e mezza e poi anche domande dal pubblico. Anche questo è raro, ritengo questo feeling di connessione estremamente positivo.

 

I dati sul lavoro di queste ultime ore parlano purtroppo di disoccupazione ancora in crescita. Come rispondete a questo quadro?

Ho figli in età di inserimento nel mondo del lavoro, non li favorisco neanche con suggerimenti e mi accorgo come sia difficile per loro trovare una occupazione. Penso sia importante togliere il focus dal proprio ambito territoriale per guardare anche all’estero e, tornando al mondo del legno, siamo particolarmente impegnati con una specifica organizzazione su cui ci appoggiamo per insegnare ed educare i giovani a tornare a lavorare sui materiali. Sono un ottimista per natura e credo che nel breve termine questo meccanismo non potrà che essere premiante. La qualità italiana è diffusa in tutto il mondo, la nostra cultura, il nostro design e la capacità di imprenditoria non sono secondi a nessuno. 

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