La Unimec è un’azienda di Usmate Velate, in Brianza, che produce martinetti meccanici per sollevare treni, aerei o navi. Titolare e direttore è Alessandro Maggioni, e conta su 50 dipendenti che diventano un centinaio se si considera l’intero gruppo. L’azienda, consociata Ucimu, è presente anche in Germania, Spagna, Francia e da quest’anno anche negli Stati Uniti. Abbiamo chiesto ad Alessandro Maggioni di raccontarci la realtà di Unimec.



Qual è il core business della vostra azienda?

Produciamo trasmissioni meccaniche di potenza, specialmente martinetti e rinvii angolari. Il concetto è quello del cric, cioè di macchine a semplici ingranaggi in grado di sollevare grandissimi pesi. Come un cric manuale riesce ad alzare un’automobile, così un martinetto automatizzato riesce a sollevare un treno, un aereo o una nave per fare manutenzione.



I vostri prodotti sono realizzati interamente nella vostra azienda?

Noi realizziamo tutto in casa, e siamo quindi in controtendenza. Anziché andare a cercare materiali all’esterno per risparmiare, abbiamo un parco macchine utensili che ci permette di essere autonomi nella realizzazione delle componenti del martinetto. Dagli ingranaggi all’asta filettata, è tutto realizzato in casa e riusciamo a confezionare il prodotto in modo completamente autonomo.

In quali altri Paesi lavorate oltre all’Italia?

Il nostro è un mercato estremamente di nicchia. In tutto il mondo ci sono circa 30 aziende che producono martinetti, e noi siamo tra le prime tre. Per motivi culturali e di linguaggio, è importante essere vicini ai mercati potenzialmente forti, quali sono Francia, Spagna, Germania e Stati Uniti. Le società commerciali più strutturate hanno un magazzino per essere più veloci nelle consegne, in modo da poter fornire un servizio migliore al cliente, e questo processo ha già subito una forte accelerazione dal 2009 in poi. Con l’attuale crisi è stato necessario guardare oltreconfine, e tre filiali sono nate dal 2009 al 2014.



Da quanto tempo siete presenti sul mercato americano?

Siamo presenti negli Usa dallo scorso gennaio ed è sicuramente un mercato dal grande potenziale. Quello americano è un popolo che non giudica la provenienza dei prodotti, ma solo la qualità e il risultato, e gli Usa sono ancora il Paese delle grandi opportunità. Il mercato della Germania è invece molto più chiuso, perché quando c’è un fornitore tedesco le imprese lo preferiscono a uno straniero a prescindere dal rapporto qualità-prezzo.

Perché avete deciso di specializzarvi in una nicchia come i martinetti? 

Ce lo ha chiesto il mercato stesso. Il martinetto è un prodotto che per natura viene configurato ad hoc, perché l’asta filettata varia da pochi millimetri a 12 metri. Già questa di per sé è una configurazione di prodotto, che determina problematiche differenti. In questo modo il prodotto è sempre customizzato, e ogni prodotto che esce oggi dalla nostra azienda sarà diverso da quello uscito ieri o che esce domani. Spesso ciò richiede anche un dialogo con l’ufficio tecnico proprio per creare soluzioni ad hoc per ogni singola macchina e cliente.

 

Qual è l’utilità di essere associati a Ucimu?

Ucimu è un’associazione molto attiva. Mentre altre realtà come Confindustria riguardano più la parte amministrativa e gestionale dell’azienda, cioè gli apparati burocratico-legali, un’associazione di categoria come Ucimu interviene su aspetti più attinenti al nostro prodotto. Ci assiste quindi per quanto riguarda la formazione, il contato con potenziali clienti e fornitori e l’organizzazione di fiere.