“Il governo non sembra cosciente della drammaticità della situazione del settore edilizia”, lo ha detto ieri il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, in occasione della presentazione del MADE, la fiera del comparto architettura e costruzioni (Milano tra il 18 e il 21 marzo), a cui ha partecipato nella veste di rappresentante della sua azienda, la Mapei, che sarà presente in fiera. In effetti i dati disponibili parlano di un settore, da otto anni, ancora in affanno: nel 2015 si prevede (dati Cresme) un meno 2,4% complessivo e un meno 8,8% di investimenti in nuove costruzioni rispetto al 2014. Lasciamo agli addetti ai lavori decidere se è vero che l’edilizia debba continuare ad essere il settore trainante dell’economia italiana. Il premier Matteo Renzi, dal canto suo la settimana scorsa a Davos ha detto che il nostro Paese più che un museo, dev’essere un laboratorio d’innovazione. 



Alcuni dati però sono certi: in Europa l’edilizia è uscita dalla recessione (in testa Regno Unito, Scandinavia, Paesi dell’Est), cosa che rappresenta una prospettiva interessante per le nostre imprese alla ricerca di nuovi mercati (e al MADE l’offerta di opportunità di rapporti internazionali è quest’anno particolarmente presente). E, seconda cosa, nel nostro Paese c’è comunque un immenso patrimonio immobiliare da valorizzare. Il 2014 si era chiuso con un +1,7% di investimenti in rinnovo degli edifici, che si prevede arrivare a +2,2% nel 2015. Esattamente un anno fa Renzo Piano aveva promosso e finanziato un Gruppo di lavoro che sta realizzando progetti di riqualificazione partecipata o, come li ha chiamati lui, di “rammendo urbano”: “Sono proprio le periferie la città del futuro, quella dove si concentra l’energia umana e quella che lasceremo in eredità ai nostri figli. Parlo di rammendo, perché lo è veramente da tutti i punti di vista, idrogeologico, sismico, estetico”. Per ciò che riguarda l’adeguamento energetico e funzionale degli edifici esistenti, ha affermato il senatore a vita Piano, “si potrebbero ridurre in pochi anni i consumi energetici degli edifici del 70-80 %” e con piccoli capitali si potrebbero “innescare cicli virtuosi”. Sono progetti che hanno coinvolto la popolazione nella creazione di laboratori e nel recupero di spazi pubblici per la socialità. E questo è l’altro dato: la partecipazione della gente. 



Sarà che internet ha completamente rivoluzionato la possibilità di accesso alle informazioni, sarà che le innovazioni tecnologiche sanno dare risposte sempre più raffinate anche alle nostre esigenze abitative, quindi sappiamo di più e vogliamo di più. Ma sarà anche la continua ricerca di identità che ci fa desiderare non solo di essere a casa, ma anche di sentirci a casa… Insomma, il contatto diretto della gente con prodotti e servizi della casa è sempre più sentito: vedere da vicino, toccare ed avere a disposizioni esperti e addetti ai lavori con cui dialogare per avere prodotti e servizi sempre più personalizzati, con più confort e più design. 



Il dato è confermato anche dal centro di ricerche Cresme secondo cui il 28% della manutenzione straordinaria è residenziale e, gli architetti (tramite il loro osservatorio professionale) dichiarano una percentuale di domanda in crescita doppia da parte delle famiglie rispetto a quella delle imprese di costruzioni. Sarà anche per questo che gli organizzatori di MADE hanno deciso di aprire al pubblico l’ultimo giorno: anche la fiera può diventare un luogo prezioso d’incontro tra produttori e utenti finali.