Si è aperta Emo Milano 2015, la fiera globale delle macchine utensili, fino a sabato 10 a Fieramilano a Rho, a fianco di Expo 2015. Partecipano all’evento 1.600 imprese che presentano 6.000 macchine prodotte in 42 paesi. Alla cerimonia inaugurale hanno partecipato Pier Luigi Streparava, Commissario Generale Emo Milano, Enrico Zanetti, sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze, Giorgio Squinzi, presidente Confindustria, Jean-Camille Uring, presidente Cecimo, Corrado Peraboni, amministratore delegato Fiera Milano e Luigi Galdabini, presidente Ucimu-Sistemi per produrre.
Arrivando a Emo, Squinzi si è detto fiducioso sull’orientamento espresso dal premier Matteo Renzi sull’anticipo al 2016 di almeno parte del taglio dell’Ires. Il presidente di Confindustria guarda con attenzione alla direzione che il premier sta prendendo ma ha sottolineato che il progetto va rafforzato “con nuove iniziative e proposte che portino il nostro Pil stabilmente sopra il 2%”. Il presidente di Confindustra ha poi specificato che “sarebbe controproducente abbandonare o non rifinanziare alcune misure: occorre stabilità del quadro di riferimento in cui si inseriscono le decisioni degli operatori per infondere fiducia e migliorare le aspettative”. Andrebbe quindi ampliato e ristrutturato il panorama delle riforme ristrutturali andando innanzitutto ad interveniure su quello della pubblica amministrazione così da rendere amministrazione e burocrazia più semplici ed immediate e favorire dunque il rapporto tra enti pubblici e privati. “Passaggi necessari se vogliamo costruire un contesto favorevole alle imprese che sappia anche attrarre industrie straniere” sarebbero in un secondo momento, secondo Giorgio Squinzi, le riforme istituzionali e le liberalizzazioni.
Molto attesa la Legge di stabilità che agli occhi di Confindustria rappresenterebbe occasione per “liberare risorse utili a ridurre la pressione fiscale su imprese e lavoratori e rilanciare investimenti” che vadano a stabilizzare, come detto, il Pil. Non di minore importanza sarebbe una politica sull’innovazione e la ricerca “che dia certezze alle imprese in termini di risorse e di orizzonti temporali di lungo periodo. ” lasciando allo Stato un ruolo che “utilizzi in maniera strutturale la domanda pubblica come strumento per innescare processi di innovazione, facendosi carico delle incertezze e dei rischi più elevati”.
Il sottosegretario al MInistero dell’Ecnomia e delle Finanze Enrico Zanetti ha aperto all’ipotesi di concedere un bonus alle aziende che comprano macchinari così da concedere loro di raggiungere, lungo il normale tempo previsto, un ammortamento sostanzioso ed evitare il “superammortamento” che il governo sta prendendo in considerazione ma che, secondo lui, non è fattibile. Escluso invece, per ora, il rifinanziamento della “nuova Sabatini”, che agevola l’acquisto di beni strumentali. A motivo di questa decisione la sostanziosa rimanenza dei beni investiti: “Dei 5 miliardi di euro stanziati dal Governo a oggi ne sono stati usati solo 2,2. Nel plafond ci sono ancora 2,8 miliardi e va ricordato che la legge arriverà a scadenza a fine 2016. Quindi abbiamo davanti ancora più di un anno”.
L’organizzazione di Emo Milano 2015 è stata affidata da Cecimo – l’associazione europea delle industrie della macchina utensile, promotrice dell’evento e detentrice del marchio Emo – alle strutture operative di Ucimu-Sistemi per produrre, l’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot, automazione e tecnologie ausiliarie, che si è già aggiudicata anche l’organizzazione delle edizioni 2021 e 2027. “Un’assegnazione che è riconoscimento del valore e della centralità dell’industria italiana di settore nel panorama internazionale, ove occupa la terza posizione nella graduatoria mondiale dei paesi esportatori e la quarta in quella dei produttori” ha dichiarato Pier Luigi Streparava, commissario generale di Emo Milano 2015.
Luigi Galdabini, presidente Ucimu, ha espresso la necessità di attuare provvedimenti concreti volti a stabilizzare la ripresa del consumo di sistemi di produzione che, avviata nel 2014, si sta ora consolidando. A partire da quest’anno, infatti, il consumo mondiale di macchine utensili tornerà a crescere in modo costante (+2,3%) per poi segnare un incremento del 4,2% nel 2016, del 4,5% nel 2017 quando, secondo i dati elaborati dall’istituto econometrico Oxford Economics, raggiungerà i 64 miliardi di euro. Ancor più deciso sarà l’incremento del consumo italiano previsto in crescita del 5,3% nel 2015, del 5% nel 2016, e del 7,4% nel 2017”. Con riferimento all’Italia, come emerge dalle rilevazioni del Centro Studi e Cultura di Impresa di UCIMU, nel primo semestre 2015 l’indice delle consegne ha registrato +15,5% rispetto a gennaio-giugno 2014 (interno +70,2%) (estero +7,6%), l’indice degli ordini ha registrato +12,9% (interno +28,5%) (estero +8,9%).
“In particolare – ha affermato Luigi Galdabini – considerato il lungo periodo di stasi dei consumi in Italia, e anche in buona parte dell’Europa, i costruttori di macchine utensili chiedono un provvedimento che su base nazionale – e successivamente comunitaria – favorisca la sostituzione dei macchinari obsoleti, permettendo così il rinnovo del parco macchine presente negli stabilimenti produttivi in risposta all’esigenze di adeguamento alle normative sempre più stringenti in materia di risparmio energetico e miglioramento degli standard di sicurezza sul lavoro”.
“Con questa misura si favorirebbe evidentemente l’ammodernamento, ormai indispensabile, degli impianti da cui dipende il livello di competitività di buona parte della filiera manifatturiera del nostro paese e dell’area europea” – ha proseguito Luigi Galdabini. “In altri termini la proposta che avanziamo è anzitutto strumento per assicurare al nostro paese e all’Europa un futuro di industria pulita, efficiente, che sappia operare nel rispetto dell’ambiente e che, ugualmente, possa “remunerare” chi investe”. “Il nostro intento da Italiani, leader nel settore, è quello di operare affinché l’Europa continui a recitare un ruolo di primo piano sullo scacchiere mondiale, assicurando alla sua popolazione sviluppo e benessere. E sviluppo e benessere non possono certo essere assicurati se non si investe in innovazione e formazione, attività a cui Ucimu da sempre dedica particolare attenzione”. “Funzionale all’obiettivo di sostenere e diffondere la conoscenza della tecnica e dell’innovazione sottesa al made in Italy di settore è la proposta di Ucimu di trasformare, nei prossimi mesi, a Expo concluso, parte di Palazzo Italia in un hub per la formazione permanente di operatori del comparto provenienti da ogni parte del mondo”.
“D’altra parte la Lombardia – ha concluso Luigi Galdabini- con la sua posizione e soprattutto con le sue infrastrutture e strutture, anche evidentemente quelle più recenti, è il luogo più adatto a ospitare questo centro di formazione che, dotato di macchine utensili, robot, tecnologie tutte made in Italy, permetterà l’aggiornamento professionale e la formazione di addetti preparati a operare su sistemi di produzione di ultima generazione”. “Il valore della manifestazione che, rispetto all’edizione precedente ha registrato un +12% alla voce imprese espositrici e un +26% a quella superficie espositiva netta, – è testimoniato anche dal riconoscimento che il Ministero dello Sviluppo Economico le ha attribuito, inserendola nella rosa delle manifestazioni fieristiche considerate strumento di politica industriale del paese” – ha proseguito Pier Luigi Streparava. “Questo riconoscimento ha permesso lo sviluppo e la realizzazione di iniziative volte a promuovere Emo ovunque nel mondo, incrementandone la visibilità e i servizi a disposizione di espositori e visitatori” ha concluso il commissario generale.