Si è da poco concluso, presso l’ITS di Lanciano, l’Istituto Tecnico Superiore della meccanica germinato e collegato al Polo Innovazione Automotive dell’Abruzzo Valley (presieduto dal patron di Tecnomatic Giuseppe Ranalli), il corso di tecnico superiore gestione prodotti e processi meccanici specializzato in “Supply chain management e logistica integrata”, per lasciare ora il passo a quello con specializzazione in “Ict meccatronica”: due proposte formative concrete volte alla formazione di personale tecnico altamente specializzato.
I ragazzi arrivano all’ITS ( presieduto da Gilberto Candeloro) dalle più svariate esperienze accademiche, chi ha studiato anche in precedenza presso istituti tecnici e chi, invece, proviene da licei ma ha da sempre avuto la passione per il mondo della meccanica. Una differenza di percorso colmata nei primi mesi di formazione, come testimoniato da Adriano, che sostiene di non aver “avuto alcun svantaggio rispetto ai compagni” che avevano ricevuto un’educazione più specifica della sua “grazie anche a un precorso di riallineamento svolto all’interno dell’ITS”. Stesso discorso per Salvatore, che “con impegno, studio e passione” si è messo “alla pari con tutti quei ragazzi che si sono diplomati ad un istituto tecnico”. Lui è arrivato a conoscenze dell’ ITS ad un colloquio di lavoro quando gli è stato consigliato “di frequentare questa scuola per diventare più appetibile per un datore di lavoro”. Alessandro invece per colmare una lacuna specifica: “Ho lavorato diversi anni in un centro di distribuzione presso l’interporto campano di Nola; avevo una conoscenza limitata all’ultimo stadio del processo della Supply Chain. Ho scelto il percorso di studi ITS con indirizzo Supply Chain and Logistic Management per specializzarmi ed avere una visione d’insieme dei principi che regolano la gestione della Supply Chain.”.
I percorsi di ITS si sviluppano come alternativa all’università – nonostante alcuni decidano di frequentarli entrambi – ma rispetto ad un percorso accademico hanno “un rapporto più stretto con le aziende e le lezioni, anche se teoriche, sono più volte verso il pratico”, sostiene Salvatore.
Gli ITS, aggiunge Alessandro, sono ” nati per formare il personale tecnico richiesto dalle aziende. Rispetto ai corsi universitari le classi ITS sono formate da pochi studenti in modo da poter offrire una preparazione più completa. Il forte legame tra formazione e impresa e’ la chiave del successo di questi corsi che danno concrete opportunità occupazionali –l’80% ad un anno dal diploma -. Gli ITS privilegiano un tipo di formazione esperienziale con competenze immediatamente spendibili nel mondo del lavoro. All’università si riceve una formazione di livello ma troppo spesso distante da quelle che sono le esigenze del mercato del lavoro”.
(Vicky Bonarelli)
Questo lato “esperienziale” si concretizza in una alternanza tra banchi e scuola che, ci testimonia Adriano, “inizia dopo la prima metà del percorso scolastico. Infatti, finita la prima metà delle 1000 ore di teoria, vi è la scelta delle aziende di prendere uno o più tirocinanti: da qui inizia un percorso di 400 ore totalmente immersi all’interno del lavoro.
Finito questo percorso vi sarà un alternarsi di due settimane tra i “banchi” e due settimane in azienda.” Il tirocinio di Adriano, presso l’azienda Denso, “venne suddiviso in due parti: nella prima parte mi occupai della gestione del WCM (una metodologia richiestaci dalla FIAT), durante il quale ho creato documenti informativi, ho gestito registri informatici e conseguito azioni di miglioramento aziendale con conseguente analisi Costi/Benefici. Nella seconda parte affiancai il mio tutor nella gestione degli scarti e della organizzazione di una linea produttiva (PA70 motorino di avviamento).” Un percorso molto interessante che, sostiene Salvatore “permette al ragazzo di applicare le conoscenze teoriche e di affacciarsi a ciò che potrebbe essere in futuro il suo lavoro” e spesso apre alla possibilità di un contratto lavorativo anche al di fuori del percorso di formazione.
Molto interessanti anche le ore in classe, soprattutto perché la maggior parte dei docenti non sono “semplici” accademici ma provengono dalle aziende e sono dunque capaci di venire incontro agli studenti sulle problematiche che vanno al di là della semplice conoscenza teorica. “Avere i docenti del mondo del lavoro permette di ottenere un punto di vista “pratico”, siccome si sa, la teoria è perfetta “in teoria” ma sulla pratica va applicata in infiniti modi che solo chi ci lavora tutti i giorni ci sa dire.” Confida Adriano, sostenuto da Alessandro che trova un vantaggio nei professori-imprenditori perché solo così “è possibile trattare tematiche che altrimenti non verrebbero toccate e confrontarsi con le esigenze ed i problemi del lavoro in azienda”, l’unico modo per ricevere una “formazione accademica e tecnica allo stesso tempo”.
Pregio dell’ITS di Lanciano è quello di saper valorizzare il territorio abruzzese e le aziende della regione, così da impedire la tanto discussa “fuga di cervelli”. In un contesto come quello odierno è quasi strano sentire, infatti, parole come quelle di Salvatore “Personalmente sono molto legato alla mia regione, quindi penso davvero di voler rimanere qui, anche perché credo di poter avere delle chance in una delle grandi e belle aziende operanti qui in Abruzzo. Questo percorso formativo ha un ruolo fondamentale per me perché spero mi permetterà di trovare un lavoro e quindi di iniziare a contribuire nello sviluppo della mia regione.”
Discorso quanto mai apprezzabile, soprattutto per la crisi che sta colpendo il nostro paese, che però secondo Alessandro è una ” grande opportunità” perché “porta progresso, cambiamento e ci spinge ad andare oltre i nostri limiti.” In questo senso “L’ITS rappresenta un’opportunità straordinaria per connettere i giovani con il mondo delle imprese ” Insomma, una possibilità da tutti apprezzata, che i ragazzi auspicano sia accessibile ad un numero di studenti sempre maggiore nonostante le severe selezioni iniziali.
Una vera occasione di crearsi una professionalità studiata sulla domanda della azienda “presi per mano dall’inizio alla fine del percorso, cosicché a fine corso siamo tecnicamente pronti (e abili) nel muoverci autonomamente alla ricerca di un contratto di lavoro adeguato al percorso.” Conclude Adriano
(Vicky Bonarelli)