«Non andiamo a Roma per negoziare alcunché. Vogliamo invece che istituzioni e forze politiche abbiano dati e modelli aggiornati su ciò che gli industrali del legno e arredo stanno facendo per accelerare la ripresa italiana e su cosa propongono a chi decide la politica industriale». Giovanni De Ponti, direttore generale per FederlegnoArredo, da questa mattina è a Roma con il presidente Roberto Snaidero e i 13 membri del consiglio direttivo: la cabina di regia delle 10 famiglie associative della più vasta comunità nazionale del Made in Italy. Tre giorni di missione con un calendario serrato: primo appuntamento al Mise con il ministro Federica Guidi e con il viceministro Carlo Calenda. Poi dal responsabile economico del Pd Filippo Taddei e a Palazzo Madama: dove l’ospite sarà personalmente il presidente del Senato Piero Grasso. Ancora, una raffica di faccia a faccia con ministri economici: Maurizio Martina (Politiche agricole), Gianluca Galletti (Ambiente) e Maurizio Lupi (Infrastrutture). Nel mezzo una prima puntata a Palazzo Chigi, con i consiglieri economici del premier Matteo Renzi, Marco Fortis e Marco Simoni: domani Snaidero e la sua delegazione torneranno per un incontro al vertice con il sottosegretario alla Presidenza Graziano Del Rio. Ma la giornata di venerdì sarà dedicata soprattutto alla Camera, con sessioni no-stop con i deputati di tutte le rappresentanze. Dopo un pranzo di lavoro in Confindustria, Federlegno entrerà nel “Quirinale aperto” del nuovo presidente Sergio Mattarella. Sabato la missione si concluderà in Vaticano, con una visita all’esempio forse assoluto dell'”italian design”: la Cappella Sistina.
Perché questo roadshow a Roma?
Anzitutto per ripetere la tre giorni di Bruxelles dello scorso novembre, molto positiva. Il direttivo federale in carica per tre anni si è parecchio rinnovato ed è stato il presidente a volere subito, nel cuore dell’Ue, un momento forte di costruzione della squadra e di condivisione di molti obiettivi strategici: Federlegno lavora per l’Azienda Italia, promuove e comunica la forza di un’industria, dialoga sempre e in modo attivo con tutti i policy maker.
Prima tappa al “vostro” ministero, lo Sviluppo economico: per discutere di cosa?
L’anno scorso è stato molto importante. Il confronto con il ministro Guidi e il viceministro Calenda è stato continuo e molto costruttivo. Abbiamo detto grazie all’esecutivo per la conferma del bonus mobili e il piano made in Italy ha battuto molte piste che proprio Federlegno, crediamo, ha aperto su vari scacchieri della globalizzazione. Noi andiamo a Roma per sviluppare nel 2015 il confronto sulla politica industriale: crediamo sia utile e legittimo da parte di una comunità industriale che ha aumentato l’export nel 2014 e resta decisiva per la bilancia commerciale italiana.
Chiederete la stabilizzazione del bonus mobili?
La ripresa è ancora cauta, lenta e faticosa: a Roma ripeteremo a tutti quelli che ce lo chiederanno che l’anno in corso sarà ancora debole e insoddisfacente sul fronte della domanda interna. Qui pensiamo che misure di stimolo sarebbero ancora molto utili, anche a sostenere l’occupazione creata dai nostri 2.900 associati L’inclusione delle porte nell’incentivazione alle ristrutturazioni edilizie, ad esempio, potrebbe produrre risultati: come la ripresa di un’idea di politica industriale sociale come l’agevolazione degli acquisti di arredi per le giovani coppie. Ma anche sull’export è possibile cooperare meglio nel sistema-Paese: ad esempio nella fieristica internazionale e nella tutela della proprietà intellettuale.
Andrete due volte a Palazzo Chigi: qual è la vostra sintesi sul momento del Paese?
La presenteremo assieme a Fondazione Edison, Symbola e Unioncamere, una nuova partnership di ricerca culturale nata su un consenso: l’Italia, la sua economia, il sistema delle sue imprese soffrono anche di rappresentazioni non esatte, non corrette. Noi c’impegneremo con la Presidenza del Consiglio a farci sempre ambasciatori di : cinque punti di forza dell’Azienda – ad esempio lo spessore dell’avanzo primario – e cinque eccellenze generate dal nostro settore, come la spinta del surplus manifatturiero. Al prossimo Salone del Mobile sono attesi 5mila giornalisti: il primo foglio della cartella-stampa istituzionale saranno le Dieci Verità.