Lo stimolo monetario della Bce ha avuto come primo effetto quello di aumentare l’ottimismo economico. I dati sulla fiducia, infatti, stanno mostrando tendenze in rialzo in tutta l’Eurozona, ma di più in Italia. Questa leva psicologica è importantissima per trasferire capitali dal risparmio ai consumi e per muovere gli investimenti delle imprese: è la chiave per far tornare in crescita il mercato interno. Ma proprio per questo ora la ripresa diviene più vulnerabile a delusioni: essa è trainata da attese espansive, ma queste potrebbero invertirsi rapidamente se ci fossero brutte notizie dalla realtà.



Infatti, la Bce è cauta. Da un lato, vuole che si instauri nel sistema economico una profezia positiva. Dall’altro, non vuole aspettative di ripresa troppo rapida e tanta perché sa che lo stimolo monetario non sarà rafforzato da uno fiscale né in Francia, né in Germania, né tantomeno in Italia, nazioni che formano i due terzi del Pil dell’Eurozona, e che pertanto la crescita reale sarà trainata principalmente dall’export favorito dalla svalutazione dell’euro. In sintesi, c’è un forte rischio di delusione se si instaurasse un eccesso di ottimismo, mentre un ottimismo più paziente e moderato potrà trovare conferma e, gradualmente, far muovere di più il volano della fiducia.



Cosa ci dicono i dati più recenti sulla velocità della ripresa in Italia? C’è stato un brivido nel vedere il calo della produzione industriale a gennaio, ma i dati di febbraio sono buoni. L’export sta aumentando a picco verso le aree non-euro, ma meno del previsto verso l’America e c’è un calo, per noti motivi, verso la Russia. Alcuni attori industriali riferiscono che il successo dei loro prodotti all’estero è sì influenzato dal cambio, ma più dal valore competitivo della tecnologia e che, quindi, ulteriori ribassi dell’euro non porteranno necessariamente più vendite. La domanda di credito di imprese e famiglie sta aumentando, ma a ritmi ancora non velocissimi. L’offerta pure, ma appare ancora strozzata. Si vede il rimbalzo, ma appare ancora lento e accidentato, come se al mercato mancasse qualcosa.



Infatti, manca l’effetto fiducia da parte della politica. Inutile chiedere uno stimolo fiscale vero a questi governo e maggioranza, ma si può chiedere l’impegno ad almeno non aumentare le tasse, ad allocare più spesa per investimenti invece che per rigonfiare gli apparati pubblici, a puntare all’equilibrio di bilancio tagliando spesa e non aumentando tasse, a evitare norme che penalizzino le imprese. Al momento il governo dice che farà tante belle cose, ma non sta facendo quelle semplici e utili qui dette.

 

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