Oggi nei padiglioni della fiera di Milano-Rho apre il MADE Expo, fiera del settore edilizia (architettura, progettazione, costruzioni) e importante banco di prova in questo momento di difficoltà del settore. Uno dei protagonisti che animeranno l’evento è senza dubbio Saint-Gobain. Più di un motivo fa sì che la sua presenza non sia una tra le tante. Innanzitutto la sua età eccezionale: 350 anni. Il gruppo francese che concepisce, produce, trasforma e distribuisce materiali da costruzione è stato fondato nel 1665 quando Luigi XVI le affidò la realizzazione della Galleria degli Specchi della Reggia di Versailles a Parigi. Il primo insediamento industriale della Saint-Gobain in Italia risale al 1889 quando venne aperto lo storico stabilimento di Pisa per la produzione di vetro piano. Oggi è presente in 64 Paesi nel mondo, è uno dei primi 100 gruppi industriali e tra le 100 aziende più innovative. In Italia ha circa 3.500 dipendenti in 28 siti produttivi e un fatturato di oltre 1,1 miliardi di euro. E nel nostro Paese continua a investire, convinto che il futuro non è così incerto se lo inventi e che, se tutto sembra fermo, bisogna iniziare a muoversi: materiali del futuro e un tour che inizia oggi con il MADE e proseguirà in diverse tappe vedranno impegnata la Saint-Gobain nel dire che “l’habitat dev’essere sostenibile e confortevole” e “per tutti”, come spiega a ilsussidiario.net Bruno Rossetti, direttore marketing del gruppo.
Cosa vi aspettate da questa edizione del MADE?
Ci aspettiamo di toccare con mano quella ripartenza che gli strumenti ufficiali d’indagine stanno ventilando, vista la maggiore propensione agli investimenti che comincia a esserci. Ci aspettiamo di portare a casa un mercato che forse ha toccato il fondo l’anno scorso e ora deve ripartire. In una parola, una maggior fiducia, che dia a tutti un nuovo slancio.
Che novità porterete in fiera?
Ci saranno tutte le ultime produzioni, come i nuovi isolanti in lana di vetro Isover 4+; faremo vedere e toccare con mano, ad esempio, materiali per le impermealizzazioni, l’isolamento, le canalizzazioni, le costruzioni a secco, le malte da ripristino, sia per l’interno (quindi di design) che per la facciata; faremo sperimentare l’efficacia dell’isolamento acustico dei nostri vetri.
Può farci un esempio di prodotto innovativo?
Ad esempio, nel campo dell’isolamento termoacustico, l’Isover Clima 34 G3,un pannello ad alta densità in fibra, idrorepellente, prodotto con almeno l’80% di vetro riciclato e con una resina termoindurente di nuova generazione, che associa componenti organici e vegetali, minimizzando le emissioni nell’aria di sostanze inquinanti.
Come ve la siete cavata con la crisi? Nonostante la situazione avete intenzione di andare avanti a investire in Italia?
Siamo riusciti a posizionarci in modo da rimanere sul mercato e rimanere come player, motore del mercato. Stiamo continuando a investire in ricerca, formazione, informazione, contatto diretto con i consumatori. Il nostro Paese è particolarmente sensibile ai temi del comfort di vita e della sostenibilità.
In Italia come vedete la situazione rispetto agli altri mercati?
L’Italia ha toccato il fondo per quanto riguarda la costruzione di nuove abitazioni. Oggi il nostro è un mercato per lo più di ristrutturazioni che riguardano il 72% degli investimenti fatti in un anno (dati Cresme). In Italia abbiamo bisogno di ristrutturare, di mettere in efficienza energetica, ripristinare le periferie urbane e le aree dismesse disseminate in diverse zone del territorio. Queste attività vedranno un’espansione nei prossimi anni. D’altra parte riguardano i temi del futuro.
Cioè quali?
Quello del risparmio energetico e di ogni soluzione che permetta di contenere i costi ed evitare gli sprechi; il miglioramento della qualità della vita, quindi tutto ciò che riguarda il comfort interno: dall’acustica, alla qualità dell’aria, alla sicurezza; e la sostenibilità che riguarda la salvaguardia dell’ambiente. Questi sono proprio i temi che ci riguardano.
Ci può dare una misura?
Il 32% delle soluzioni Saint-Gobain nel mondo avvengono nell’ambito del risparmio energetico e della sostenibilità. Questa è la chiave del nostro successo ed è ciò che il mondo e il mercato richiedono.
Si stima che è un piccolo tesoretto quello che le famiglie potrebbero risparmiare sui costi dell’energia con i dovuti accorgimenti. È ancora così ampio il margine?
Si è calcolato che intervenendo su tutte le aree (cappotto, vetri, tetto, ecc.) si può arrivare all’85% del risparmio sul consumo energetico dell’edificio.
Dal vostro punto di osservazione di realtà grande e ben radicata in diverse parti del mondo, quali sono le chiavi per accedere a una nuova ripresa?
Innovare è sicuramente la cosa più importante, trovare soluzioni sempre nuove a problemi vecchi e nuovi. A questo scopo è fondamentale fare ricerca e ascoltare attentamente il mercato, le sue necessità.
Come si caratterizza la vostra attività di ricerca?
Il 23% dei nostri prodotti, 5 anni fa non esistevano. Abbiamo 19 centri di ricerca in tutto il mondo, 5 in Italia e più di 400 brevetti. Dal mercato globale ci arriva una grande quantità di informazioni e conoscenze che vengono scambiate arricchendo così le possibilità di avere a disposizione diverse soluzione ai problemi… Abbiamo il vantaggio di una visione sia globale che specifica dei problemi.
Il vostro Habitat Lab (a Corsico, alle porte di Milano) ha ottenuto il punteggio più alto a livello nazionale in quanto a sostenibilità. Con quali motivazioni?
Habitat Lab è un laboratorio in cui facciamo formazione. La certificazione è stata data all’edificio nel suo complesso, ma va detto che proprio le soluzioni Saint-Gobain riguardo all’energetica, alla qualità dell’aria, all’isolamento, ecc. sono intervenute per il 45% nella determinazione di quel punteggio. Il risultato è particolarmente significativo perché si trattava della ristrutturazione di un edificio pre-esistente, per il quale non si è potuto scegliere orientamento o zona.
Diceva che Habitat Lab è un centro dedicato alla formazione. Investite molto in formazione?
Certo, per darle un’idea in Habitat Lab in un anno 6.000 persone hanno fruito della nostra formazione gratuita. Su tutto il territorio abbiamo nostre squadre dedicate alla formazione, sia teorica che pratica, in cantiere. Possiamo avere prodotti e materiali avveniristici ma se sono posati o prescritti male si annulla il loro vantaggio. Per cui anche la formazione dei progettisti è fondamentale.
Festeggiate 350 anni dalla vostra fondazione. Con quali sentimenti in un momento così difficile?
Con la determinazione a voler essere un motore dello sviluppo dell’habitat sostenibile. E quindi con la speranza di avere altri 350 anni davanti! Davvero poche aziende possono vantare una tradizione così lunga, è anche una responsabilità quella che sentiamo di continuare a informare, formare, ricercare rivolgendoci anche al consumatore finale. Per questo con il MADE inizierà un tour in tutt’Italia.
Di cosa si tratta?
Porteremo in giro i nostri prodotti per l’edilizia per mostrare come costruire o ristrutturare un edificio in modo sostenibile possa permettere anche di aumentare la qualità di vita al suo interno. Il consumatore finale sta diventando sempre più informato e desideroso di conoscere. E l’habitat per tutti è accessibile.
(Silvia Becciu)