La produzione industriale nel mese di febbraio cresce secondo l’Istat dello 0,6% rispetto a gennaio, mentre diminuisce dello 0,2% rispetto al febbraio 2014. Nella media del trimestre dicembre 2014-febbraio 2015 la produzione cresce dello 0,4% rispetto al periodo settembre-novembre 2014. Mentre gennaio-febbraio 2015 calano dell’1,1% rispetto ai primi due mesi del 2014. Abbiamo chiesto un commento al professor Marco Fortis, vicepresidente della Fondazione Edison.



Come valuta i dati Istat sulla produzione industriale di febbraio?

Il dato più interessante è quello trimestrale. Secondo l’Istat, gli ultimi tre mesi sono in crescita dello 0,4% sui tre mesi precedenti. Se come previsto da Confindustria, a marzo ci sarà un ulteriore incremento della produzione industriale, avremo una crescita della produzione industriale tra lo 0,4% e lo 0,5% rispetto all’ultimo trimestre dell’anno scorso.



Se confermato sarebbe un indicatore positivo?

Certamente sì, perché normalmente la produzione industriale influenza anche la dinamica del Pil. Gli stessi consumi in base agli indicatori di Confcommercio stanno registrando dei progressi, e la produzione di beni strumentali tra gennaio e febbraio aumenta inoltre dell’1,1%. La produzione di autoveicoli registra un +16,3% rispetto all’anno scorso e una dinamica relativamente forte, +7,5%, negli ultimi tre mesi. Si stanno ponendo le basi per riuscire a consolidare un primo trimestre 2015 con una buona crescita del Pil, tra lo 0,4% e lo 0,5%.



Il governo ha previsto che la crescita del Pil nel 2015 sarà dello 0,7%. È una stima corretta?

Bisogna sempre tenere un profilo prudente, e sono contento che quest’anno il governo abbia optato per questa soluzione. È sempre meglio correggere i dati al rialzo anziché al ribasso, anche perché in questo modo si tiene conto del fatto che possono esserci delle sorprese. L’anno scorso c’è stata la crisi russo-ucraina, quest’anno non dovrebbero esserci dei conflitti analoghi, ma nell’ultimo mese l’interscambio con l’estero della Cina è andato molto male, con un forte calo sia dell’export sia dell’import. Se teniamo conto di tutti gli elementi internazionali, il governo ha fatto bene a calcolare un +0,7%.

Che cosa ne pensa del taglio degli investimenti per le grandi opere onserito nel Def?

Grazie alla sua esperienza come sindaco, Delrio ha ben chiaro come si realizzano le opere pubbliche. Non è quindi un discorso di tagli alle grandi opere, quanto di rivederne l’impostazione. Il governo non vuole più dare l’impressione di procedere con un gran numero di interventi contemporaneamente, ma ha optato per un’impostazione più razionale e più concreta all’azione per gli investimenti infrastrutturali. In questo modo non si va a impattare più di tanto sulle prospettive di crescita del Pil, anzi si rafforza una migliore e più efficiente distribuzione delle risorse pubbliche.

 

Come risponderebbe a chi afferma che questo governo non ha ancora preso misure coraggiose per favorire la crescita?

Le misure coraggiose per favorire la crescita di solito sono invocate da chi non è seduto alla cabina di guida. Siamo al paradosso per cui se il governo è prudente sulle previsioni di crescita lo si bacchetta dicendo che si cresce poco. Faremo il bilancio alla fine dell’anno, anche perché sono cinque o sei anni che si tentano dei bilanci programmatici sulla dinamica della crescita che poi sono regolarmente smentiti. Per un Paese così gravemente compromesso come l’Italia, un tasso di crescita dello 0,7% rappresenta già una buona base di partenza.

 

(Pietro Vernizzi)