Martedì il Consiglio dei ministri ha approvato tre decreti legislativi, attesi ora al vaglio delle commissioni parlamentari, che riguardano la fatturazione elettronica, l’internazionalizzazione delle imprese e le norme in materia di certezza del diritto nei rapporti tra contribuenti e fisco. “Con l’approvazione di tre decreti legislativi abbiamo compiuto molti passi in avanti, anche se non è ancora tutto”, ha detto Pier Carlo Padoan, nella conferenza stampa di palazzo Chigi. Il ministro dell’Economia ha evidenziato come si sia intervenuti su “elementi che ribadiscono la volontà del Governo di dare certezza al contribuente”.



Peccato che in queste settimane ci siano delle imprese che stanno facendo i conti con l’Imu applicata ai macchinari, con le rendite catastali che rischiano di aumentare fino al 913%: come conseguenza è probabile che molti imprenditori si troveranno costretti a pagare un’imposta raddoppiata. L’Agenzia delle Entrate in numerose province italiane ha di fatto introdotto una nuova tassa che prima non esisteva. Con un’interpretazione a sorpresa, i macchinari imbullonati a terra sono stati considerati come vani catastali proprio perché non possono essere spostati. All’inizio dell’anno la Corte di Cassazione ha dato ragione al Fisco, dopo un caso per un ricorso che si era verificato a Trento. Ne abbiamo parlato con il professor Paolo Preti, direttore del master Piccole imprese della Sda Bocconi.



Professore, che cosa ne pensa dell’Imu sui macchinari?

Questa imposta è una cosa assolutamente inconcepibile, perché l’imprenditore paga già l’Imu sui capannoni. Se i macchinari fossero imbullonati in mezzo a una strada, potrei anche al limite capirlo. Ma in questo caso di tratta di apparecchiature all’interno dello stesso capannone.

È un errore anche dal punto di vista della politica economica?

Qui non c’è nessuna politica economica, ma soltanto un burocrate che ha previsto qualcosa che personalmente non condivido. A meno che la macchina non sia imbullonata in una zona all’aperto, dove già non si paga l’Imu. È come se io pagassi l’Imu sul mio appartamento, e mi fosse chiesto di pagare quella stessa tassa per un mobile che è al suo interno. Sarebbe diverso se avessi un mobile imbullonato nel cortile di casa, e qualcuno potrebbe vedere in questo una sorta di magazzino dove inserisco le mie cose. Sarebbe pur sempre un ragionamento capzioso, ma al limite potrei anche comprenderlo.



È così che il governo incoraggia gli investimenti da parte delle imprese?

In questo modo si deprime tutto. Ogni stabilimento ha almeno un macchinario imbullonato, e oltre all’imposta sul capannone deve anche pagare l’Imu sull’impianto.

 

Che cosa dovrebbe fare il governo?

L’Imu sui macchinari è l’interpretazione di un burocrate, e la politica ha il compito di eliminare questo ulteriore balzello. Il governo deve assolutamente porre rimedio allo zelo del burocrate, eliminando questa norma.

 

Renzi parla sempre di ridare fiducia. Il fatto che non faccia nulla di fronte a queste distorsioni non è una contraddizione?

Certamente, se le cose stanno così è non solo contraddittorio, ma è addirittura una grandissima fesseria.

 

(Pietro Vernizzi)