Nella prestigiosa sede di Assolombarda in pieno centro di Milano, si è tenuto un convegno promosso in sinergia da Banca d’Italia e Assolombarda in cui è stato presentato l’annuale Rapporto di Bankitalia “L’economia della Lombardia”. Alla presenza di illustri ospiti relatori quali Salvatore Rossi (Direttore Generale Banca d’Italia), Gianfelice Rocca (Presidente di Assolombarda) e Antonio Patuelli (Presidente Associazione Bancaria Italiana), il rapporto sull’economia lombarda presenta subito un’importante novità, sulla scia delle ultime buone notizie a livello nazionale sui segnali di ripresa. «Dopo due anni di contrazione, nel 2014 il PIL regionale è cresciuto dello 0,2% (stime Prometeia e Istat), a fonte di una variazione ancora negativa, pur contenuta, del prodotto nazionale al -0,4%». Il rapporto racconta di una ripresa molto fragile che si è attenuata nel secondo trimestre 2014 ma con decisivi segnali positivi sul fronte esportazione: la domanda proveniente dall’estero e, per la prima volta da tre anni a questa parte, gli ordini interni iniziano a crescere con decisione.
Il rapporto sull’economia regionale lombarda per l’intero centro studi ha valenza anche in ambito nazionale (la presenza del Direttore di Bankitalia Rossi lo conferma) in un momento in cui la ripresa sembra arrivare da più fronti: la fiducia generale che cresce, il QE di Draghi che continua in maniera ottima e la spinta delle riforme interne hanno permesso al centro studi di Banca d’Italia – nello specifico, la Divisione Analisi e ricerca economica territoriale della Sede di Milano – di verificare se anche nei dati economici del 2014 relativi alla regione più virtuosa d’Italia stesse dominando lo stesso trend positivo. «La piccola crescita registrata dagli studi» ha commentato il Direttore della Sede di Milano Banca d’Italia, Giuseppe Sopranzetti, illustrando i punti chiave dello studio, «risulta ancora più positiva se guardiamo alla produzione industriale lombarda che incrementa nel 2014 del 1,5%». Nell’ambito dei crediti e dei finanziamenti, oltre a quello della produttività, il rapporto mostra aspetti contrastanti, nel senso che regista sempre una ripresa fragile. Secondo Sopranzetti ciò è dovuto dal fatto che per molti anni l’Italia non ha reagito ai cambiamenti globali del mondo e continuiamo a pagar dazio tuttora, ma questi primi segnali positivi possono finalmente fungere da buona scia per poter prendere il largo. Come mostrato dal direttore della ricerca, vi sono 5 punti principali di forza che rileva questo rapporto sull’economia lombarda e il primo riguarda essenzialmente gli scambi con l’estero: forse il punto di forza maggiore della regione da sempre ma che continua ancora a crescere, con gli ordini interni che finalmente si rialzano (+0,9% rispetto al 2013) e la domanda dall’estero che sale fino al +3,1%. Un secondo aspetto positivo da rilevare è l’investimento diretto: «Attrarre investimenti è decisivo, per l’Italia è difficile ma per la Lombardia è attuabile: il 54,3% degli investimenti esteri in Italia è sul suolo lombardo» commenta Sopranzetti nel suo intervento, dimostrando come la Lombardia sia sempre sopra la media nazionale, sia in fatto di crescita che in ambito di “miglior” decrescita (ovvero più contenuta).
Il terzo aspetto rilevante riguarda l’intero apparato della qualità di ricerca, dal momento che il rapporto di Bankitalia illustra come in Lombardia vi sia la punta di eccellenza europea nel trasferimento diretto della tecnologia e competenza accademico-universitaria all’interno del mondo dell’impresa. Solo così, commenta Alessandra Mori (Divisione Analisi e ricerca economica territoriale), «la nostra regione può avere le carte in regola per competere davvero in Europa». È incrementando la potenzialità produttiva e conoscitiva delle imprese lombarde infatti che è possibile competere a livello imprenditoriale e finanziario nel resto del mondo, come evidenzia un quarto punto di forza della regione lombarda, quello del comparto finanziario: il processo di banco centrismo italiano in Lombardia è surclassato dalla sinergia di sviluppo tra banche e imprese, il che favorisce l’occupazione (aumentata dello 0,4%, specialmente con contratti a tempo determinato, +6,7%) anche se non risolve del tutto il mercato del lavoro. «Resta ancora molto complicato il mercato del lavoro in quanto il tasso di disoccupazione, anche in Lombardia, non diminuisce anche se gli studi mostrano un assestamento almeno nel 2014», afferma la Mori mostrando i grafici relativi. L’ultimo punto di forza mostrato infine da Bankitalia è il fattore-EXPO: la Lombardia ora è al centro del mondo e può essere una valida metafora per tutta l’Italia. I mali ci sono e sono tanti ma una volta chiariti i termini legali e alla prova dei fatti davanti agli occhi mondiali, si è osservato un colpo di reni eccezionale che tutti riconoscono: ecco, questa esperienza di EXPO può dire molto anche all’intera economia nazionale, non solo regionale.
Altri punti usciti dal rapporto di Bankitalia riguardano la situazione delle famiglie lombarde e la questione giovani: in sostanza, viene evidenziato anche qui tutta la fragilità e al contempo le possibilità positive di questa lieve ripresa nell’ultimo periodo. «Per le famiglie diminuisce di poco l’indebitamento riferito al mutuo, riducendo anche l’incidenza della rata mutuaria rispetto al reddito complessivo della famiglia, ma il problema è che al contempo il reddito diminuisce», mostra un’altra relatrice del centro di studi, Paola Rossi. Rispetto ai giovani invece, il rapporto afferma che sempre più giovani laureati prendono la strada dell’estero, un fenomeno sempre in aumento che non può essere sottovalutato. Ma su questo, parole di fiducia le esprime la conclusione del direttore Sopranzetti quando afferma che «se siamo riusciti con handicap gravi di partenza a farcela con EXPO, si può provare su tutto a sfondare e ad affermarsi in un contesto finalmente competitivo a livello europeo e mondiale».