Quando c’è stato da segnalare o criticare la mancanza di provvedimenti intelligenti per i vari settori di impresa italiani, la grande federazione nazionale per le associazioni dei produttori di beni strumentali e loro accessori, non si è mai tirata indietro. Eppure questa volta c’è da festeggiare per una decisione del Governo salutata con grande favore da Federmacchine: l’apprezzamento è per lo studio condotto dai tecnici del governo Renzi che mira ad attivare misure volte ad incoraggiare gli investimenti in mezzi di produzione. In particolare, Federmacchine loda l’inserimento del bonus per le Piccole Medie Imprese sull’ammortamento che dovrebbe essere inserito nella Legge di Stabilità 2015. Il plauso arriva soprattutto per il raggiungimento di uno degli obiettivi fondamentali che la Federazione ha posto da anni come cardine della ripresa nel settore macchine e utensili: specie nell’ultimo biennio, Federmacchine ha spinto affinché le autorità italiane sviluppassero uno strumento di politica industriale simile alla Legge Macron in Francia, e sembra davvero che con questa mossa il gap sia stato colmato. Non è però un caso che questo provvedimento arrivi in questo momento dopo uno sforzo così ingente della Federazione nazionale nel promuovere tutta la bontà e l’urgenza di un bonus investimenti per le PMI. Tra le principali attività di Federmacchine infatti vi è l’analisi e la proposizione di strumenti efficaci di politica industriale volti a sostener lo sviluppo delle imprese e dei settori che ne fanno parte.
Con un bonus che permetterà ammortamenti maggiorati fino al 40%, il provvedimenti permetterà alle imprese italiane di competere finalmente alla pari con i concorrenti che possono avvantaggiarsi di decisioni simili, già operativi in diversi paesi europei. L’obiettivo è sempre quello, ovvero di ritornare a competere come nel periodo pre-crisi, cosa che negli ultimi anni è stata davvero ardua e a tratti quasi impossibile: il permanere dell’incertezza sulla ripresa economica e la non proroga di alcuni provvedimenti di politica industriale hanno portato al dimezzamento delle stime di crescita del consumo italiano di beni esclusivamente strumentali. Dal +10,8% del 2014, al solo +4,7% nella previsione di questo 2015 (dati forniti dal Gruppo Statistiche di Federmacchine): i macchinari venduti risultano sempre meno (solo 18miliardi di euro di fatturato rispetto ai 25 dello scorso anno) e c’è urgente bisogno di un radicale giro di vite. Ma in che cosa consiste il provvedimento in studio per le prossima legge di stabilità? La misura prevede un bonus del 40% sugli ammortamenti degli investimenti in beni capitali (che dovrebbero tra l’altro coincidere con quelli identificati dal capitolo 28 di ATECO), il che dovrebbero spingere l’effetto verso un incentivo sempre maggiore per le PMI che nel nostro paese risultano ancora oggi la grande se non completa maggioranza degli acquirenti di macchinari industriali. I risultati esposto nel comunicato di Federmacchine ipotizzano, premettendo una certa prudenza legittima in questi casi, che se anche solo il 10% delle imprese decidesse di sfruttare l’occasione, effettuando investimenti supplementari, il gruppo statistiche della Federazione dei macchinari stima comunque una crescita complessiva dei consumi che accelererebbe al +14,5%, ovvero circa 20,8 miliardi di euro. Insomma, stando molto bassi con le previsioni, comunque si tornerebbe ad un mercato italiano finalmente ai valori degli anni d’oro di metà anni Duemila. Molto soddisfatto il Segretario di Federmacchine (e anche Direttore generale di Ucimu, una delle 12 Associazioni di categoria produttori di bene strumentale facente parte della Federazione) che ha da poco dichiarato che «il provvedimento arriverebbero in un momento strategico, poiché nei prossimi mesi di ottobre e novembre si terranno in Italia, a Milano, le due manifestazioni fieristiche più importanti a livello mondiale per il settore dei beni strumentali: EMO Milano 2015 (macchine utensili per la lavorazione dei metalli) e ITMA (macchine tessili)». Secono Mariotti, è proprio nelle fiere che gli operatori possono trovare tutte le innovazioni tecnologiche di settore e decretare gli investimenti migliori. Insomma, qualcosa si muove e non è per nulla negativo.



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