Scuola, periferie e disagi sociali: spesso l’educazione diviene molto difficile in quelle parti delle grandi città dove la cosiddetta “strada” è la parola d’ordine per tanti ragazzini e dove invece “scuola” è un entità piuttosto lontana. Questa notizia invece per la città di Milano potrebbe essere un riscatto e un miglioramento in questa direzione: con l’apertura delle scuola in questi giorni, nella zona di Corvetto (una delle più disastrate del capoluogo lombardo) ricominceranno anche le attività di supporto e cura dei ragazzi presso “La Strada” con sede in via Piazzetta. Educatori e volontari che in questo angolo di periferia molto difficile si pongono come obiettivo non solo quello di offrire un sostegno didattico ma anche di lavorare sulla valorizzazione di ogni singolo ragazzo e persona, dando a loro gli strumenti per fronteggiare autonomamente le varie difficoltà. Un progetto contro la dispersione scolastica per aiutare tutti quei giovani che vivono in contesti disagiati, con famiglie fragili e magari anche bocciati diverse volte, di estrazione culturale, razza o religione molto diverse tra loro. Spiega Gilberto Sbaraini, presidente della Cooperativa La Strada, come «ogni anno riapriamo il portone della scuola-bottega per accogliere circa 150 ragazzi in difficoltà accompagnandoli per come possiamo nel loro percorso di scuola e di vita». Il progetto consta di due sottogruppi particolari: nel primo si lavora con circa 30 ragazzi tra i 14 e i 19 anni per farli conseguire la licenza media con un programma che alterna lezioni in aula, sport (in partnership con la Fondazione Milan) e laboratori, con un tutor che segue in rapporto 1:1 i ragazzi. Il secondo progetto invece riguarda i centri per il sostegno allo studio, dove circa 120 ragazzi di scuole medie e superiori trovano un supporto valido e gratuito per lo studio quotidiano, ma con uno sguardo che prova ad andare oltre e accompagnare la base delle difficoltà scolastiche che riguardano la persona fin nell’intimo. I doposcuola sono attivi tutto l’anno al Centro Polo Ferrara in Piazza Ferra e al Centro di aggregazione giovanile “Tempo e poi” in via Salomone, sempre a Milano. «I casi sono tanti e il rischio per i ragazzi è quello di rimanere ai margini, di perdere la fiducia in se stessi. Se non li incentiviamo a proseguire gli studi o a trovare lavoro, mostrando per ciascuno un progetto su misura», afferma la responsabile Area Scuola e Lavoro, Silvana Carameli. L’esempio è la “Bottega di Geppo” dove si può sperimentare un’attività manuale imparando le regole del lavoro: una possibilità di andare oltre il canovaccio solito studio-università, anche con la manualità si può sperimentare una crescita ed un’educazione. Un bisogno questo di cui tutti siamo necessitanti, umanisti e scienziati, operai e manovali: insomma, uomini.



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