La ripresa italiana è finalmente in arrivo? Luigi Galdabini, presidente di Ucimu-Sistemi per produrre, non nasconde un certo ottimismo in un’occasione importante non solo per le macchine utensili italiane: il lancio di Emo 2015, la mostra mondiale del settore promossa dalla centrale europea Cecimo e organizzata da Ucimu a due passi dell’Expo 2015. Un evento da 150mila operatori attesi da un centinaio di paesi richiamati sulla piattaforma di Rho-Fieramilano da 1.600 espositori (+12% sull’edizione 2009, due terzi non italiani) da 42 paesi. Un “expo a fianco dell’Expo” per 6.600 macchine e un centinaio di eventi: una fiera dell’alta tecnologia manifatturiera che è oggi patrimonio condiviso fra Hannover e Milano (dove Emo è ospitata per la sesta volta e tornerà nel 2021 e 2027).



Lunedì 5 ottobre al taglio dei nastri – oltre al commissario Emo 2015 Pierluigi Streparava – ci saranno fra gli altri, il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, il sottosegretario al Mef Emilio Zanetti e il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni. Un invito non solo di circostanza è ancora sul tavolo del premier Matteo Renzi. Che il presidente del Consiglio riesca o no a intervenire, è chiaro che si parlerà molto di  Pil, di export, di legge di stabilità e di politica industriale.      



“Il primo semestre, per le macchine utensili italiane, si è chiuso con un +15,5% di consegne è un +12,9% di ordini – dice Galdabini – e  in entrambi i casi è stata con una forte spinta dal mercato interno, dopo anni veramente difficili. Ma anche l’export accelera e la durata del portafoglio-ordini sfiora i 6 mesi, cioè la virtuale piena occupazione della nostra capacità produttiva”.  Il rimbalzo, dunque, sembra essere registrato: le pesanti contrazioni (fino al 50% del giro d’affari) seguite al 2008 sembrano ormai alle spalle. Ma le verifiche sono attese alle scadenze annuali.



“Le stime più accreditate – quelle di Oxford Economics – dicono che il consumo italiano di macchine utensili crescerà del 5,3% nel 2015, di un altro 5% nel 2016 e del 7,4% nel 2017”. E’ presto per dire se a consuntivo il ritmo della crescita sarà migliore: ma molte premesse ci sono, lascia intendere Galdabini. Che – al pari di tutti gli imprenditori italiani, è preoccupato per il protrarsi del regime sanzionatorio verso la Russia: il +58% archiviato nel primo semestre 2015 dall’export verso Mosca (quarto mercato estero di sbocco) si riferisce ovviamente a ordini precedenti le sanzioni.

Ma alla vigilia di Emo all’interno della nazionale italiana delle macchine utensili (500 espositori) il sentiment dominante è l’impegno. Uno sforzo che Ucimu chiede al governo di condividere nel cantiere della legge di stabilità. “Se la legge Sabatini – strumento molto collaudato – sarà rifinanziata per noi sarà certo una misura utile” sottolinea Galdabini. In secondo luogo, un regime più flessibile degli ammortamenti sarebbe non solo stimolante per le imprese utilizzatrici di macchine utensili, ma consentirebbe anche un corretto allineamento al ritmo di vita più rapido della tecnologia manifatturiera: ammortamenti più rapidi o “oltre il 100%” (sull’esperienza inglese) rappresenterebbe un drive prezioso e ulteriore per un settore che colloca l’Azienda-Italia al quarto posto fra i produttori mondiali dietro Cina, Germania e Giappone.

(Antonio Quaglio)