Carlsberg Italia “ha implementato da tempo il full outsourcing nella sua logistica, sia nelle attività di stabilimento sia nella terziarizzazione dell’ultimo miglio “, spiega Riccardo Montanucci, Customer Supply Chain Director della consociata italiana del gigante danese della birra.
L’Italia è un quadrante di mercato speciale per la logistica di Carlsberg: “Operiamo su un doppio network, il primo destinato a grossisti e grande distribuzione organizzata, il secondo al mondo retail, per il quale creato abbiamo creato Carlsberg Ho.Re.Ca”. E’ visibile fin da questa scelta strutturale l’intento di fare della logistica una leva strategica nell’ottimizzazione sia dei processi gestionali sia della customer relationship. “Un player come Carlsberg Italia chiede molto al mercato dei servizi logistici” sottolinea Montanucci, che ha recentemente partecipato a un seminario promosso a Padova da Number 1, leader nella logistica integrata dei beni di largo consumo.
Un gruppo come Carlsberg domanda anzitutto efficienza ed efficacia nella gestione di cicli di consegna complessi: caratterizzati da picchi stagionali e settimanali: “La flessibilità è un’esigenza-chiave, la più importante che un operatore di logistica deve saperci fornire”. Già su questo versante Carlsberg è estremamente selettiva nell’individuare i partner logistici in ciascun paese: operatori che – tipicamente con la dimensione e la specializzazione . – offrono non solo la competitività sui prezzi ma anche contenuti di valore aggiunto alti e con prospettive di crescita.
La velocità di consegna alla clientela resta decisiva, ma assume sempre maggior rilievo la capacità dell’operatore logistico di condividere la sue piattaforme con quelle dell’industria: alimentando flussi informativi nuovi, utili alla gestione (ad esempio il controllo delle date di scadenza dei prodotti attraverso sistemi di radiofrequenza). Con Number1, ricorda Montanucci, “abbiamo sperimentato con buoni risultati il processo Syncro, per la razionalizzazione dei flussi di filiera”.
L’ottimizzazione del sistema logistico produce anche benefici esterni, cui un gruppo globale come Carlsberg è molto attento: a cominciare da quelli legati all’ambiente. “L’attenzione per l’ambiente è fondamentale per il nostro Gruppo, non solo durante il processo produttivo, ma anche in tutte le altre fasi. La rivoluzione portata nel mercato della birra grazie ai fusti in PET riciclabile che hanno sostituito i vecchi in acciaio, ne è l’esempio più concreto.
“La sostenibilità è un tema molto di moda, ma è fondamentale affrontarlo in modo molto concreto, cosa che noi abbiamo fatto attraverso l’analisi LCA che misura scientificamente gli impatti dei prodotti lungo tutto il loro ciclo di vita, permettendoci così di avere informazioni dettagliate anche dal punto di vista logistico e di poter definire azioni mirate. Una logistica “a basse emissioni” è quella, ad esempio, che fa circolare meno mezzi sulle strade: è quella che adotta la sperimentazione di una nuova mobilità urbana mediante veicoli non a combustibile; E’ una logistica che si muove con flessibilita’ nel reticolo delle Ztl; che sa utilizzare transit point di notte e rifornire nel modo corretto un locale che chiude a tarda notte e non può riaprire poche ore dopo”.
Un riferimento importante, dice Montanucci, è’ l’esperienza e della customer collaboration, ben sviluppata in mercati come quello britannico o quelli scandinavi. “La tendenza è’ quella di abbattere le barriere di segretezza fra fornitore e cliente al fine di alzare il più’ possibile l’efficienza complessiva del sistema. Per questo è’ fondamentale consolidare il dialogo orizzonte la e verticale lungo la catena logistica: fornitori diversi possono usare gli stessi mezzi agli stessi orari sulle stesse rotte. E’ l’informazione a valore che può generare emettere a disposizione un player logistico evoluto, di nuova generazione”.