“Ho voluto ribadire la scelta per il sì di FederlegnoArredo in occasione del prossimo referendum perché come presidente di un’organizzazione associata a Confindustria ho sempre praticato una lealtà concreta: lo faccio anche ora, quando la responsabilità è sulle spalle dell’amico Vincenzo Boccia. Ma nelle ragioni del sì credo anzitutto come cittadino e imprenditore”. Roberto Snaidero parla con ilsussidiario.net dalla sua casa friulana: il prossimo fine settimana sarà a Shanghai, dove il Salone del Mobile di Milano è atteso al suo debutto assoluto in trasferta dal 19 al 21 novembre.



“In Cina portiamo un’Italia che a fine 2016 resiste e compete: si sono già registrati 11mila visitatori e non sappiamo se riusciremo ad accontentarli tutti”, dice Snaidero, “Abbiamo scelto una sede di qualità, una location-nicchia come l’Exhibition Center: quella che rispondeva meglio alla strategia che FederlegnoArredo e Salone del Mobile hanno elaborato in tre anni di studio e preparazione della missione. Solo eccellenza: lo abbiamo voluto noi, lo hanno apprezzato in Cina”.



Cosa c’entra il Made in Italy con il referendum sulle riforme istituzionali?

Se non c’entrasse non  avremmo deciso di ribadire la nostra posizione. Il passaggio referendario è direttamente collegato con la competitività dell’intero sistema Paese. FederlegnoArredo ha sempre sostenuto l’opportunità di aggiornare l’impianto istituzionale e il funzionamento dello Stato a prescindere dal colore della maggioranza politica che lo proponeva. E’ qualcosa che ha a che fare con i cittadini e le imprese, perché vivano e lavorino meglio dentro il loro Paese per renderlo moderno e concorrenziale a livello globale.



Semplificazione, governabilità e crescita, contrasto delle ingiustizie e dell’illegalità. Le riforme che il 4 dicembre affrontano il referendum confermativo sono la risposta giusta a queste esigenze collettive

Un impianto pubblico nuovo nasce dalle regole, prime fra tutte quelle contenute nella nostra Costituzione. Il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione dei costi ed un nuovo e più snello procedimento legislativo assicureranno al nostro Paese democrazia di qualità e tempi certi nella approvazione delle leggi, insieme ad un rapporto più solido tra Governo e Parlamento. Ma l’aspetto che più incide nella vita delle nostre imprese è appunto la semplificazione e la chiarezza introdotta con il riparto delle funzioni tra Stato e Regioni. L’eliminazione di competenze concorrenti, consentirà di superare quella cattiva abitudine, tutta italiana, che di fronte ad una domanda non si conosce mai chi deve rispondere. E quando si parla di investimenti, di sviluppo e di realizzazione di politiche a supporto dell’economia, questo diventa un aspetto fondamentale.

Provi a sintetizzare in un concetto cosa si attende dal “nuovo Stato”.

Per esempio: non dovrebbe più accadere che un disegno o progetto di legge importante per le imprese cominci in un modo, venga cambiato due o tre volte in corso d’opera e finisca in modo completamente diverso da com’era cominciato. O da come si era detto l’anno prima come strategia-Paese di medio-lungo periodo. Questa non è democrazia di governo.

Lei sta concludendo un lungo mandato come presidente di una delle più importanti comunità d’impresa dell’azienda-Italia.

Sì e sono davvero grato a tutti gli imprenditori associati a FederlegnoArredo, tutti: dandomi fiducia per sei anni mi hanno consentito un’avventura esaltante. Io ho sempre cercato di fare del mio meglio al servizio del legno-arredo italiano.

 

Il suo bilancio?

Ho ancora qualche mese per prepararlo. E conto di poterlo tracciare alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: mi ha promesso che farà di tutto per essere con noi imprenditori del legno-arredo all’apertura del Salone del Mobile 2017.