Si registra un calo (-6,3%) delle esportazioni globali nel periodo ottobre-dicembre 2015 per quanto riguarda le macchine utensili nel mondo. A presentare i dati del commercio mondiale è il numero 3/2016 di Fatti & Tendenze che indica un forte arretramento delle vendite in Asia (-13,2%) e una flessione più leggera in Europa (-1,8%): tengono al contrario le Americhe (+1,2%). L’industria mondiale della macchina utensile è caratterizzata da una forte asimmetria tra la produzione e il consumo. La produzione è ancora concentrata in un nucleo ridotto di paesi, che sono quelli occidentali di più antica industrializzazione e pochi asiatici, più, oggi, la Cina; il consumo, invece, è diffuso in tutto il globo. Quanto detto per la produzione è valido in misura ancora maggiore per le esportazioni, che sono dominate da un ristretto gruppo di paesi. La Cina per esempio è al primo posto tra i costruttori ma ancora in una posizione di minore rilevanza come esportatore. L’industria europea della macchina utensile, al contrario, è caratterizzata da un’alta propensione all’esportazione. Per aiutare le imprese nelle proprie attività all’estero, UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE effettua da tempo studi e ricerche sui mercati di sbocco.



I paesi esportatori di cui si usano i dati nella presente indagine sono dodici. Sette di questi sono paesi europei membri del CECIMO: Germania, Italia, Svizzera, Spagna, Austria, Francia e Regno Unito. I restanti quattro paesi sono la Corea del Sud, il Giappone, Taiwan, la Cina e gli Stati Uniti d’America. Complessivamente, i dodici paesi considerati rappresentano poco meno del 90% delle esportazioni mondiali di macchine utensili. I dati italiani sono gli abituali dati ISTAT, quelli degli altri paesi provengono da fonti statistiche ufficiali. Tutti i dati sono espressi in euro e raccolti in un database (creato da UCIMU). Il database, che a oggi arriva al quarto trimestre del 2015, è stato rinnovato per fornire la distinzione tra macchine a asportazione e macchine a deformazione. Questo ha portato a una revisione anche dei dati relativi ai trimestri precedenti.



Il principale limite di questa analisi è di non poter fornire delle indicazioni dirette sul consumo di macchine utensili nei vari mercati, poiché i dati di vendite interne non sono compresi ma l’andamento delle importazioni fornisce un’indicazione comunque significativa. Un altro problema è che i dati di esportazioni utilizzati per questa indagine provengono da una fonte diversa dall’associazione nazionale. I risultati devono essere quindi considerati soprattutto nel loro aspetto dinamico, vale a dire per le tendenze che mettono in evidenza. Infatti, se la differenza nel valore assoluto delle esportazioni tra i dati del presente studio e quelli stimati dalle associazioni nazionali rimane costante nel tempo, il dato di variazione è indicativo.



Ecco dunque qual è l’andamento di lungo periodo (2008-2015). Nel 2015, le esportazioni complessive sono cresciute del 3,4%: è proseguita la ripresa iniziata l’anno precedente, caratterizzata però da ritmi modesti. Il valore complessivo delle esportazioni rimane inferiore al record del 2012: il forte calo dell’export mondiale registrato del 2013 (-14,6%) aveva portato a valori inferiori ai 32 miliardi di euro. L’Europa cresce del 4,7% nel 2015, facendo meglio del progresso medio del commercio mondiale. La quota delle vendite mondiali destinata ai paesi europei è aumentata, perciò, al 34%. Le vendite in Asia sono diminuite, dell’1,6%, il risultato peggiore tra tutti mercati, facendo calcare la quota al 42%: Viene mantenuto il primo posto nella classifica mondiale, conquistato nel 2009. L’America, ormai stabile al terzo posto tra i grandi mercati del settore, ha registrato un aumento delle importazioni, +11,7%, nel 2015. La sua quota di mercato si è attestata al 22%. Gli altri mercati (Africa e Oceania) nel 2015 hanno aumentato i propri acquisti dall’estero del 4,4%; il loro peso è sempre pari al 2% circa dell’import mondiale.