“Innovazione, internazionalizzazione, determinazione e un vero e grande amore per il legno”: Alessandro Saviola, presidente dell’omonimo gruppo mantovano, non ha dubbi sul mix identitario di quella che è oggi una delle prime 300 realtà industriali italiane, con posizioni di leadership nelle business area di riferimento Le cinque parole-chiave della mission 2016 di un gruppo glocal & eco-ethical recitano: Ambiente, Persone, Territorio, Qualità, Innovazione.
Ma l’investimento originario di dna di cultura imprenditoriale risale al fondatore Mauro Saviola: che aveva imparato a conoscere il legno e il suo valore nella bottega del padre ebanista Alfredo, dove è apprendista falegname già all’età di 11 anni, nell’immediato dopoguerra nel 1949. Prima manici di scopa, poi legname da ardere: due scommesse cui il giovane Saviola deve subito farne seguire un’altra, dopo l’avvento serrato degli elettrodomestici e delle cucine a gas. Mauro Saviola, il fratello Angelo e un cugino rilanciano: un viaggio in Germania porta buone prospettive sul futuro del truciolato, le prime conoscenze tecniche e anche qualche credito. Il resto – non è leggenda – lo fanno le rive del Po ricoperte di rami e tronchi: l’intuizione lunghissima di come il legno possa alimentare una grande industria a patto di non dimenticare mai che il legno è anzitutto natura e ambiente.
Il mantra della green economy non esiste nel 1963, quando la Sadepan (primo nucleo del Gruppo Saviola) sforna il primo pannello truciolare nello stabilimento originario di Viadana. Ma la filosofia imprenditoriale “ecotecnologica” è già ben elaborata: anche contro uno “scetticismo” che è durato quasi fino alla fine del ventesimo secolo, dice al Sussidiario.net Alessandro Saviola. I 560 milioni di fatturato 2015 del gruppo bastano da soli a confermare quanto valore sia stato possibile creare puntando sul legno “riciclato”: “L’idea originaria non è cambiata: il legno di un vecchio mobile può diventare la base di un mobile nuovo, attraverso un ciclo reiterabile potenzialmente all’infinito”. E a quella prima idea ne sono seguite altre: creare una rete nazionale di raccolta differenziata del legno; produrre pannelli usando solo legno da post-consumo; sviluppare resine uniche al mondo per il ridotto impatto ambientale; produrre energia pulita dai propri processi. I risultati non sono solo quelli espressi del bilancio economico-finanziario.
Alessandro Saviola cita altre cifre: 10.000 alberi salvati ogni giorno, 14 stabilimenti fra Italia, Belgio e Argentina, 1,5 milioni di tonnellate di legno di recupero lavorate ogni anno, 22 centri di raccolta in Italia e in Europa, decine di certificazioni per un sistema produttivo originale che in tanti aspiranti concorrenti provano a replicare, pochissimi riescono davvero.
Il Gruppo Saviola è oggi un sistema industriale integrato verticalmente capace di raggiungere numerosi primati nei diversi mercati in cui compete :Il Pannello Ecologico, l’unico pannello truciolare a possedere la certificazione FSC Legno Riciclato 100%. Il pannello ecologico Leb, il pannello truciolare con la più bassa emissione di formaldeide al mondo. La più vasta e completa gamma di carte e laminati, bordi e superfici, decorativi e finiture perfettamente coordinati, disponibile oggi sul mercato. Prodotti innovativi che provengono dall’area Innovazione, come il Saviotan – tannino naturale estratto dal legno di castagno impiegato nell’industria conciaria e nell’alimentazione animale – o il Sazolene – fertilizzante nobile a lenta cessione di azoto utilizzato inizialmente in agricoltura ma che interessa molti altri ambiti (giardini, campi da golf). La struttura del gruppo in tre are strategiche (legno, chimica e mobili) prende le mosse dagli anni ’70, quando nasce Sadepan Chimica per l’approvvigionamento diretto di resine, resine melamminiche e formaldeide. Inizia a delinearsi la sagoma di una realtà industriale sempre più intergrata, costantemente spinta in avanti, nella ricerca e nello sviluppo di tecnologie e soluzioni sempre oltre i limiti di ciò che consideriamo d’avanguardia.
Prima del giro di boa del millennio, gli impianti di pulitura del legno usato (recuperato attraverso una intensa e continua attività di raccolta presso industrie di lavorazione del legno e dalla raccolta differenziata) sostituiscono in ogni stabilimento le linee di macinazione dei tronchi, che vengono così smantellate definitivamente. L’azienda si integra quindi a monte con la rigenerazione della materia prima: una fabbrica nella fabbrica. Da questo momento il Gruppo Saviola utilizzerà esclusivamente legno usato per produrre il Pannello Ecologico, un pannello al 100% in legno post-consumo. E’ il punto di arrivo degli sforzi e della crescita del Gruppo e, allo stesso tempo, al punto di partenza di un nuovo viaggio. “ecotecnologia”, dove l’economia si piega totalmente al servizio della tecnologia, la quale, a sua volta, serve l’ecologia.
Ll fatturato consolidato del Gruppo lo pone da anni fra le prime 300 realtà italiane industriali per importanza e fra le prime al mondo nel settore della green economy. Ma il viaggio è solo all’inizio. Se è vero che fino agli inizi degli anni Duemila il Gruppo era una costellazione di aziende estremamente complessa e frammentata, con il passaggio di testimone ad Alessandro Saviola – succeduto al padre nel 2009 – si è avviato un processo di forte trasformazione culminato all’inizio del 2012 con la creazione della Saviola Holding. A 50 anni dall’inizio del viaggio, la nuova leadership rilancia un nuovo modello organizzativo trasparente, ottimizzato ed efficiente, con uno sguardo avanti per vincere le sfide di oggi e soprattutto di domani. C’è una cosa che non cambia mai: la passione per questo viaggio, che è quella di sempre.