Quando il Governatore della Banca d’Italia ripete che l’Italia deve investire nell’educazione finanziaria dei suoi cittadini, non si riferisce più solo all’educazione al corretto impiego del risparmio da parte delle famiglie, ma sempre di più all’educazione al credito: al buon utilizzo delle fonti di finanziamento che vengono offerte all’imprenditore dal mercato o da un ramificato sistema bancario, come in Italia E non ha sorpreso che anche nelle sue ultime Considerazioni finali Ignazio Visco abbia nuovamente sollecitato le banche a rimettere il credito all’economia produttiva al centro del proprio new normal accompagnando il cammino della ripresa nel sistema-Paese.



Dunque: serve riattivare e rinnovare i canali di finanziamento alle imprese: per favorire queste ultime a ricreare Pil e occupazione, ma anche per sostenere le banche a ritrovare salute e stabilità negli attivi patrimoniali e nella gestione. Non è certo un caso che il presidente designato di Confindustria, Vincenzo Boccia, abbia ricoperto negli ultimi quattro anni la carica di vicepresidente delegato ai problemi del credito. Il risparmio – che rimane un grande “giacimento” di ricchezza nazionale a dispetto della crisi finanziaria globale e della recessione italiana – va utilizzato al meglio attivando nuovi circuiti win win: che abbattano i muri alzati negli ultimi anni dalla crisi lungo la frontiera banca-impresa. Un rapporto – quello fra aziende produttive e aziende di credito che in Italia ha conosciuto periodici momenti di tensione, ma mai conflittualità o inefficienze così esasperate.



Più, comunque, le turbolenze seguite agli choc del 2007-2008, più si susseguono i diversi tentativi di ri-regolamentare il sistema finanziario per ridurre i rischi di nuove crisi, più emerge in tutti gli operatori la consapevolezza che sfide nuove vanno affrontate con strategie e strumenti nuovi. L’intermediario bancario – soprattutto nell’eurozona – rimane un interlocutore-chiave, anche all’interno di una finanza di mercato ormai definitivamente affermata. La logica e le tecnicalità di uno strumento come il rating, ad esempio,sono entrate entrato a fare parte integrante di ogni transazione finanziaria.



Analogamente, anche una start up che avanzi una domanda di finanza limitata ed elementare, si presenta ormai come un caso complesso: deve formulare un business plan sufficientemente chiaro e articolato per ottenere risposte adeguate in termini di offerta di capitali di rischio e di prodotti finanziari utili alla gestione. Non da ultimo, la tecnologia allarga gli orizzonti: introduce piattaforme operative nuove, accessi più sofisticati e meno costosi a servizi più efficaci, soprattutto sul profilo della personalizzazione.

Un istituto molto radicato nella tradizione bancaria italiana – la mediazione creditizia – sta ritrovando impulso grazie a un’aggiornamento regolamentare ma soprattutto per le nuove esigenze di valore aggiunto sull’interfaccia banca-impresa: un valore che può provenire da professionalità nuove nel facilitare il dialogo-confronto allo sportello. In sintesi: la cultura finanziaria – sia sul versante della domanda che dell’offerta di servizi per le imprese – sta cambiando radicalmente linguaggi e modelli. E impone a tutto coloro che vi si misurano nuovi impegni sul fronte dell’education.

E’ per questo che IlSussidiario.net – in collaborazione con BFS Partner – propone un percorso di financial education attentamente orientato: anche grazxie alla partnership con Pmitutoring piattaforma innovativa di mediazione creditizia. Dal

Dal rating alle garanzie, dal piano d’impresa alle customer relationship allo sportello; dalle peculiarità finanziarie delle micro-imprese alla protezione del patrimonio dell’imprenditore; dai mini-bond ai servizi finanziari per l’internazionalizzazione.

Da lunedì 11 luglio alla fine dell’anno, la Sezione Speciale “Educazione al credito” proporrà a cadenza quindicinale un dossier focalizzato su una tematica della finanza d’impresa. Un vero e proprio “corso” per imparare ad usare la nuova finanza e a dialogare con i suoi nuovi protagonisti al servizio dell’iniziativa imprenditoriale.

(Antonio Quaglio)


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