All‘ultima EMO di Hannover, uno stand italiano al centro dell’area “Industrie 4.0″ ha esposto un'”orchestra” interconnessa, in chiave 4.0, con lo stand MCM: così Alleantia e MCM hanno battezzato jFMX, la piattaforma software del costruttore piacentino capace di “dirigere” in modo flessibile e completamente autonomo centri di lavoro orizzontali a 5 assi continui, integrati con altre unità operative preposte alle lavorazioni meccaniche ed alle operazioni ausiliarie e con risorse produttive condivise quali utensili, pallet, attrezzature e partprogram. Un flexible manufacturing system di alto ed autentico contenuto tecnologico 4.0.



“Con la versione jFMX 2018 abbiamo impresso una svolta sostanziale”, dice Giuseppe Fogliazza, direttore di MCE, l’anima informatica del gruppo MCM. La suite è stata è stata profondamente ripensata ed arricchita di nuove funzionalità per creare un unico “modello digitale” di ogni macchina ed impianto capace di arricchirsi di informazioni man mano che attraversa gli strati applicativi della suite jFMX, dal livello 0 (singola macchina) al livello 3 (cloud multi-sito)”. Era con lui il direttore della BU Industry 4.0 di Alleantia, Pier Luigi Zenevre: “Attraverso l’integrazione, profonda e di lunga data dell’informatica all’interno delle macchine e dei sistemi ad automazione flessibile che MCM produce, siamo riusciti facilmente ad avviare una profonda collaborazione con Alleantia, per creare modelli digitali altamente sofisticati capaci di virtualizzare moltissimi aspetti degli impianti di lavorazione meccanica, dalle macchine, all’automazione, dal processo, alla produzione”.



Quello che ha portato a collaborare un brand storico nel settore delle macchine utensili italiane e un nome giovane, ma ormai emerso con decisione nel mondo Industrial Internet-Of-Things e quindi Industry 4.0, è stato un incontro avvenuto in UCIMU. E’ nel gruppo di lavoro “UCIMU 4.0”, promosso dall’ associazione delle imprese italiane di sistemi di produzione, che si sono ritrovati Gian Luca Giovanelli, CEO di MCM, da quarant’anni punta di diamante delle tecnologie produttive flessibili nel distretto piacentino; Giuseppe Fogliazza; Stefano Linari, co-fondatore e CEO di Alleantia assieme a Pier Luigi Zenevre.



Un imprenditore a tutto tondo, un ingegnere nucleare che al CERN di Ginevra ha scoperto una passione vincente per le applicazioni web, un manager di lunghissima esperienza nell’automazione industriale, sempre in veloce spostamento. Al centro del tavolo – prima in UCIMU, poi in una partnership ormai consolidata dal successo – la costruzione di un ecosistema che consenta a qualsiasi azienda, di grandi o piccole dimensioni, di realizzare rapidamente e a costi ragionevoli, la propria trasformazione digitale secondo il paradigma dell’Industria 4.0″ dice Zenevre  (a destra nella foto qui sotto con Stefano Linari), reduce da Hannover.

“Risolvere il problema di Industria 4.0 – osserva Giovanelli (qui sotto nella foto)- vuol dire essenzialmente riempire dei gap, illuminare zone buie nel processo produttivo. Il costruttore di macchine utensili è impegnato nella sua specifica innovazione tecnologica, il suo acquirente-utente segue il proprio cammino competitivo, mentre attorno l’ambiente infrastrutturale a sua volta cambia, diviene più complesso. La digitalizzazione è una sfida che chiama tutti a creare valore in dimensioni nuove. Tutti gli attori di Industria 4.0 sanno che è i dati continuamente prodotti dal processo operano da fattore connettivo che guida la ricerca di nuova efficienza. Ogni problema è però nuovo e ogni applicazione richiede ricerca creativa: un terreno, peraltro, sul quale l’Azienda-Italia è da sempre concorrenziale. La manifattura italiana non ha comunque ha molta alternativa alla “quarta rivoluzione industriale”: il reshoring in corso di molte aziende italiane dalle low cost country implica la caccia a nuove marginalità in terreni finora poco esplorati del processo produttivo e ora accessibili con dalla digitalizzazione”.

E’ su questa pista che dal 2011 Alleantia ha preso a muoversi “come una start-up da garage californiano”, ricorda Linari, che dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Pisa ha poi arricchito il suo curriculum al CERN di Ginevra ed al Fermi Lab di Chicago. Oggi Alleantia (fondata a Pisa anche dal COO Antonio Conati Barbaro, nella foto sotto)) è partner di giganti come Microsoft, Cisco, DELL, IBM, General Electric, Dassault Systèmes e SAP, e si è presentata in EMO con progetti di global player come Leonardo ed Advantech. Oltre alle macchine utensili, la tecnologia pisana si applica con successo dalle energie rinnovabili, allo smart manufacturing, dai trasporti ed alle utilities. Il range delle soluzioni applicative che utilizzano i dati si estendeono dalle applicazioni cloud alla realtà aumentata per arrivare ai gestionali MES, ERP e PLM, solo per citare i più diffusi”.

“Virus buoni, mediatori culturali, agenti di contaminazione reciproca”: a Linari non mancano le immagini esemplificative per descrivere la piattaforma Alleantia nel panorama di Industria 4.0. L’obiettivo è sempre l’interoperabilità delle macchine, senza dimenticare l’interfaccia con l’operatore umano. E non è fantascienza quella che Linari descrive quando racconta di un addetto che, all’inizio di un turno, chiede alla sua macchina “Come stai oggi?”, ricevendo una risposta a perfetto tono industriale, grazie ad applicazioni di intelligenza artificiale come, ad esempio, IndyChatbot di Italtel, sviluppata sulla piattaforma Cisco Spark.

“L’addetto in officina – puntualizza Giovanelli – è insostituibile ed è chiamato continuamente a decidere: non ha tempo di occuparsi della raccolta dati,, selezionarlie, ed analisi dei dati. Oggi però è sempre meno possibile fare industria senza farsi guidare dai dati. Dobbiamo introdurre questi livelli di intelligenza artificiale nei nostri sistemi produttivi. Nessuna impresa deve escludersi da questa sfida, neppure le più piccole. Tutti devono essere consapevoli che le loro catene produttive sono giacimenti di dati il cui utilizzo è indispensabile per il successo dell’impresa”.

La nascita di MCE come unità autonoma focalizzata su software gestionali e pianificazione della produzione è stato un approdo strategico per il gruppo MCM: da sempre impegnato in settori ad alta tecnologia come difesa, aerospazio, automotive, componenti industriali, energia ed oil&gas, Iil costruttore piacentino ha annoverato fra i suoi clienti Airbus e Ferrari Auto, CN e Leonardo, Siemens, Alstom e GE.

Una realtà fortemente internazionalizzata: gli incentivi Industria 4.0 , mirati al mercato domestico si sono fatti sentire? “Certamente – sostiene Giovanelli – anche se ovviamente in proporzione al nostro fatturato interno. La manovra di politica industriale su Industria 4.0 è in ogni caso di primo livello: la manifattura italiana sta affrontando una trasformazione epocale, ogni spinta è preziosa”. Sulla Sstessa lunghezza d’onda anche Alleantia: “Il piano del governo italiano promuove l’allineamento della competitività industriale dell’Azienda-Paese agli standard globali” dice Zenevre, che sottolinea: “E” importante che le aziende guardino all’ iperammortamento non come a un’opportunità da utilizzare nel breve periodo, ma come a uno strumento di cambiamento strategico di lungo periodo. L’approccio corretto è partire dal progetto industriale, non dagli effetti contabili di un investimento. Il protagonista di Industria 4.0 non può essere il perito certificatore: devono restare i costruttori di macchine e i produttori di sistemi digitali”. Se ne riparlerà a Milano, al 31° BI-MU, in calendario fra il 9 e il 13 ottobre 2018.