“I cinesi si fidarono di Marco Polo. Lui viaggiò fino in Cina e, dopo averlo conosciuto, l’amministrazione imperiale lo chiamò a cooperare con successo. Noi produttori italiani di macchine utensili abbiamo la stessa ambizione e crediamo in quel metodo”. Massimo Carboniero, presidente di Ucimu, è in partenza per Pechino e con lui – e la sua Omera – altre 12 aziende associate: Blm, Rettificatrici Ghiringhelli, Marposs, Salvagnini, Breton, C.B.Ferrari, Jobs, Mandelli Sistemi, Pama, Parpas, Pietro Camaghi, Riello Sistemi. In missione con Ucimu il viceministro per lo Sviluppo economico Ivan Scalfarotto e il presidente dell’Ice, Michele Scannavini. Ad attenderli l’ambasciatore italiano in Cina, Ettore Francesco Sequi, oltre al direttore di Ice Pechino, Amedeo Scarpa. Sarà la nostra sede diplomatica a ospitare il primo Forum Bilaterale Italia-Cina sulle Macchine Utensili.
Il 30 novembre, per un’intera giornata, l’incontro-confronto sarà fra “Piano Italia Industria 4.0” e “Programma Made in China 2025” con una partecipazione numerosa e di alto livello da parte cinese: il direttore generale del Ministero dell’Industria e della Tecnologia dell’Informazione e la Cmtba, “l’Ucimu del Dragone”. Al termine del Forum, Carboniero firmerà con Mao Yufeng, il presidente di Cmtba, un memorandum di intese utile a fissare un’agenda di continuità, compresa l’apertura di un canale fra il Politecnico di Milano e poli universitari cinesi. Piatto forte della prima edizione due tavole rotonde parallele: faccia a faccia saranno le imprese Ucimu e gruppi locali interessati all’offerta di innovazione tecnologica accelerata dal piano Industria 4.0 varato dal governo di Roma (un incontro verrà moderato da Guido Giacconi, della Camera di commercio italo-cinese).
Presidente Carboniero, Ucimu si muove controcorrente rispetto alla “Nuova Via della Seta” disegnata dalla leadership cinese…
Ucimu si muove su una linea di relazioni bilaterali consolidate fra Italia e Cina e desidera svilupparle ancora, su nuove dimensioni. I produttori italiani di macchine utensili hanno un profilo peculiare rispetto ai competitor tedeschi o giapponesi. Abbiamo una reputazione di qualità imprenditoriale che i cinesi spesso mostrano di invidiarci quando propongono qualche acquisizione nel nostro Paese. Ma nel nostro dna di imprenditori italiani – che vogliono restare italiani – c’è anche una forte capacità di partnership. Noi vogliamo crescere sul mercato cinese, ma crediamo anche di poter esportare la nostra imprenditorialità lavorando con l’industria cinese. E in questo momento l’impegno corale del nostro sistema si chiama Industria 4,0: che ci sfida sul terreno della digitalizzazione e dell’integrazione dei processi, cioé di una nuova capacità di dialogo tecnologico, dentro e fuori le nostre imprese.
Le imprese, l’Ucimu, il governo, l’ambasciata, l’Ice: nella “squadra” mandata in campo a Pechino non manca nessuno…
Per l’Ucimu fare sistema è sempre una priorità concreta. Industria 4.0 mette di per sé alla prova l’Azienda-Paese: nessuno può pensare di promuovere da solo una trasformazione economica epocale. Tutti devono essere protagonisti per la loro parte. Non ce ne siamo dimenticati quando abbiamo pensato di andare a raccontare in Cina cosa stiamo facendo per restare competitivi nell’arena meccatronica globale.
Il governo ha deciso di prorogare al 2018 gli incentivi fiscali per l’acquisto di macchine utensili e lo sviluppo digitale: siete soddisfatti?
Il ministro per lo Sviluppo economico Carlo Calenda ha confermato il suo impegno, inserendo nel disegno di legge di stabilità la proroga di superammortamento e iperammortamento. e allargando l’orizzonte strategico del piano alla formazione. Sappiamo quanto sia importante questa fiducia rinnovata nel nostro settore e quale compito sia affidato alla nostra capacità manifatturiera mentre il sistema-Paese cerca di accelerare nella ripresa e le risorse pubbliche sono poche e preziose. Anche l’apertura del capitolo sulla Formazione 4.0 è di estremo significato: troppi giovani ingegneri e periti tardano a comprendere quali prospettive occupazionali e professionali offrano le imprese delle macchine utensili del loro Paese. Noi non produciamo robot ammazza-posti di lavoro, Industria 4.0 genera anche un’importante domanda di lavoro qualificato per giovani italiani capaci e disposti a puntare su se stessi. Noi siamo pronti a puntare su di loro, assieme possiamo puntare con successo sulla Cina o su altri mercati.
Il 2017 si sta chiudendo: con quali risultati per la macchina utensile italiana?
Siamo ragionevolmente positivi. In aprile avevamo stimato uno spunto brillante per il consumo interno (superiore al 10%) e un +6,7% per il giro d’affari complessivo. I dati sugli ordini elaborati nel corso dell’anno ci hanno dato indicazioni molto soddisfacenti: sollecitate da Industria 4.0 le imprese italiane hanno ripreso a investire. Ci auguriamo che la conferma degli incentivi per il 2018 – e basterà ordinare le macchine entro il 31 dicembre dell’anno prossimo – sostengano ancora il mercato interno. Naturalmente non possiamo perdere di vista i mercati internazionali. La missione in Cina vuol comunicare questo: vogliamo valorizzare al massimo il piano nazionale Industria 4.0 per compiere passi avanti strategici nella competitività globale della macchina utensile italiana.