È passato alla storia il discorso che Steve Jobs, il fondatore di Apple, rivolse ai laureati di Stanford, una delle più famose università del mondo, che si concluse con: “Stay hungry, stay foolish”, “siate affamati, siate folli”. Jobs ricordava di aver letto queste parole sull’ultima pagina di una famosa rivista (The Whole Hearst Catalog) che negli anni 60 e 70 costituiva, con le sue pagine illustrate e le grandi fotografie a colori, un grande richiamo ai giovani di quella generazione. “Era Google in formato cartaceo – ricordava Jobs – idealistica e sconvolgente, traboccante di concetti chiari e di fantastiche nozioni”.
Quelle parole hanno costituito una traccia indelebile nel percorso di una persona che è considerata uno dei più grandi innovatori a cavallo dei due secoli, parole che si adattano alla perfezione a un altro grande innovatore, forse più affamato di sogni e ancora più folle di Steve Jobs. Si tratta di Elon Musk, il fondatore di società come PayPal, diventata la protagonista assoluta dei pagamenti online, come Tesla, che ha sviluppato la prima auto integralmente elettrica, come SpaceX, un’impresa spaziale che si è posta l’obiettivo di colonizzare Marte.
“Elon Musk è una continua ispirazione per tutti gli intraprendenti, per tutti quelli che vogliono realizzare qualcosa che vada oltre, pur nella consapevolezza, come lui più volte ha ripetuto, che fare l’imprenditore non è per tutti perché è come masticare vetro mentre osservi l’abisso”. È quanto scrive Marco Montemagno, uno dei grandi innovatori italiani nell’era di internet, nella prefazione del libro di Ashlee Vance, “L’uomo che sta creando il futuro, Elon Musk” (Ed. Hoepli, pagg. 372, euro 24,90), un libro dedicato alla vita, alle opere, ai progetti, alle profezie del genio californiano.
Ne esce un ritratto con parecchie immagini sovrapposte. C’è il lato umano, con i sentimenti, le emozioni, la rabbia comuni a tutte le persone. C’è il lato creativo con la capacità di rivoluzionare l’approccio alle cose: Telsa non è “solo” un’auto elettrica, è un nuovo modo di concepire il trasporto ed è un prodotto tecnologicamente più vicino allo smartphone che al motore a scoppio. C’è il lato “folle” con la volontà di sfidare l’impossibile con le avventure spaziali. C’è il lato pratico con soluzioni come Hyperloop, un mezzo di trasporto con la stessa logica della posta pneumatica di una volta: capsule grandi come autobus che viaggiano all’interno di tubi sotterranei spinte da una forza elettromagnetica in grado di farle viaggiare a una velocità di 1.300 km/h.
La forza di Musk sta nella capacità di utilizzare tutta la gamma delle tecnologie, non solo internet, sviluppando le potenzialità di base tradizionali grazie a massicce dosi di innovazione. Gli obiettivi sono ambiziosi: risolvere il problema del traffico, quello del riscaldamento globale, quello del rendere interplanetaria la specie umana.
A proposito di Musk un suo grande amico, Larry Page, il cofondatore di Google, ama dire: “Le buone idee sembrano sempre folli finché non lo sono più”.