Il lessico economico e politico del Paese si arricchisce di due termini, non nuovi ma dei quali avevamo quasi perso il ricordo: concretezza e concentrazione. Naturalmente sarà il caso di verificare che sotto il velo delle parole prendano consistenza volontà e contenuti. Se ogni rivoluzione comincia con il variare del lessico e ciascuna epoca si caratterizza per il vocabolario che sceglie, allora possiamo sperare che anche le intenzioni e le azioni che conseguiranno vorranno discostarsi dalla vaghezza di cui abbiamo fatto abbondante esperienza.



La proposta di Confindustria lanciata dal suo presidente Vincenzo Boccia sulle possibili modalità d’impiego del cuneo fiscale (l’alleggerimento delle tasse sul lavoro) appartiene alla nuova categoria di pensiero e segna un punto importante nella svolta che serve. Che cosa dice l’associazione imprenditoriale? Che tagliare poco a tutti non sortirà alcun effetto positivo negli investimenti e nei consumi, perché il vantaggio diffuso sarà così lieve che nessuno se ne accorgerà per davvero. Dunque, si corre il rischio di sprecare un’occasione. Che cosa si suggerisce di fare, allora? Piuttosto che disperdere le risorse, di per sé limitate, come zucchero velato sulle torte, molto meglio concentrare la mira su un campo definito e nel caso di specie sui giovani che tra l’altro rappresentano la spina più dolorosa nel corpo della nazione.



In sintesi, si parte dall’idea di eliminare del tutto la tassazione per occupati di bassa età per un periodo di almeno due anni in modo che ci sia una vera spinta ad assumere, alimentando così la domanda per determinare quel colpo di manovella che potrebbe far ripartire l’economia. Se si vuole conseguire l’obiettivo di provocare uno shock, un sommovimento in grado di produrre energia e quindi di raggiungere un risultato apprezzabile, occorre selezionare i propri obiettivi rinunciando al velleitario tentativo di accontentare tutti senza discrimine.

Ci vuole coraggio per un’iniziativa del genere? Forse. Soprattutto, però, è una questione di buon senso anche se non mancheranno i detrattori tra coloro che si vedranno sottrarre un punto di effimero beneficio più per motivi di principio che per ragioni pratiche. Anche tra i cercatori di consenso, uomini e partiti politici, c’è il rischio che la posizione risulti scomoda, perché occorrerà tener fuori la maggior parte dei clienti a vantaggio di una piccola per quanto qualificata fetta di soggetti che per forza di cose saranno preferiti. Ma l’avvertimento che si darà, se si riuscirà nell’intento, è molto più importante della singola iniziativa per quanto degna della massima considerazione. Sarà il segnale che in nome della concentrazione e della concretezza l’epoca delle facili illusioni è gettata alle spalle.



D’ora in poi toccherà decidere scegliendo. Un’arte non da tutti, che richiede conoscenza e competenza, capacità di approfondimento e visione, consapevolezza di operare per il bene comune attraverso decisioni difficili e però capaci di avere effetti nel tempo.