Come Intesa Sanpaolo renda eccellente la conoscenza, patrimonio irrinunciabile del fare banca, seguendo il vecchio adagio “conosci il tuo cliente”, lo si è visto a Torino. Il suo top management ne ha dato prova. Nel grattacielo della Banca è stato ospitato un evento (Sharing Italy) che coniuga in sé la conoscenza e la condivisione della stessa. È stato un esempio adeguato di cosa voglia dire fare Sistema Paese, quando Credito-Finanza e Impresa s’incontrano sul territorio. La condivisione di quanto viene acquisito nella relazione con la sua clientela è stato l’obiettivo, raggiunto, dal big player italiano ed europeo.
Cosa sta succedendo in Italia? Quali sono le tendenze in atto, come si possono raccontare in modo che altri sappiano e parimenti possano orientarsi nell’azione più opportuna? Centocinquanta imprese di ogni regione hanno presentato il loro percorso e 30 relatori dei settori più disparati hanno cucito quel filo di Arianna che collega i vari aspetti di un’Italia che vuole crescere perché il suo impegno continua a muoverla, a dispetto della sfiducia sparsa con abbondanza da coloro che poco accettano e imparano dai loro errori, previsivi e non.
Un dato emerge con forza dal basso. Il Paese si muove, ancora piano, ma la ripartenza in questi tre anni di crescita c’è stata. Stefano Barrese, responsabile divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, ha segnalato che i distretti industriali sono cresciuti del 3,5%, anche durante la crisi, mostrando come un ecosistema fatto di imprese sane, credito disponibile e innovazione sia un motore per creare dinamiche di crescita virtuosa. Ha sostenuto come curiosità e meraviglia, open mind ed entusiasmo dei giovani imprenditori siano fattori per sviluppare la comunicazione che ogni impresa deve di se stessa per crescere ed essere percepita positivamente a partire dai suoi stakeholder.
Se a una open mind dobbiamo una sfida, ebbene questa l’Italia, ha sostenuto Mauro Micillo, responsabile divisione corporate e investment banking di Intesa e ad di Banca Imi, la sta perseguendo candidando Milano a diventare capitale finanziaria europea del post Brexit. La task force pensata da Renzi e realizzata dal governo Gentiloni sembra la risposta a echeggiare un tam tam sentito nei migliori pub finanziari around the world. Milano come Londra, post Londra, piuttosto come Roma per le Olimpiadi che avrebbe potuto ospitare se fosse rimasta in gara. Ecco, questo è il concetto sintesi: siamo in gara con Parigi e Francoforte e abbiamo tutti gli items per non sentirci minus di entrambe (d’altra parte se saltasse Deutsche…).
La verità quindi è che nel confronto globale dove eccelle la finanza o si ha la propria infrastruttura finanziaria adeguata al ruolo regionale o si è periferia del mondo. In questa periferia oltre il limite soglia qualsiasi percentuale di differenza dimensionale con altri Paesi conta poco, perché si è o di qua, come leader regionali e quindi europei, o di là… nell’area di sopravvivenza. Giustamente in tutta questa partita (crescere all’interno e sostenere la sfida per il proprio ruolo nella finanza all’esterno) un ruolo chiave tocca all’innovazione che rappresenta, per Maurizio Montagnese, chief innovation officer di Intesa Sanpaolo, la leva per competere in mercati complessi e globalizzati ed è alla base per favorire l’evoluzione della società. E la ricerca e l’identificazione di opportunità di sviluppo biunivoco della banca e della sua clientela favoriscono il territorio e aumentano la capacità di relazione e d’interazione al punto di far nascere iniziative come lo Sharing Italy che diventa anche condivisione di sviluppo in un senso più prosaicamente produttivo.
Esiste un testimonial di come creando sviluppo sul territorio si realizzi al contempo valore aggiunto per tutti coloro che quel territorio condividono? E al contempo è possibile che questo valore aggiunto travalichi o meglio tracimi oltre, dando un’ulteriore dimensione? Come quella che ci dice che nel Paese ci sono realtà che sanno crescere ancora e meglio rispetto allo stadio iniziale spontaneo se comprese e sostenute? Ebbene sì, questo testimonial è il Terzo settore. L’impresa sociale secondo Marco Morganti, ad di Banca Prossima, fattura 46 miliardi di euro, ha un milione di occupati, 5 milioni di volontari e serve 37 milioni di cittadini: il quasi 50% della popolazione nazionale. E offre in modo specifico esperienze di come produrre valore sociale nell’intero contesto produttivo.
Carlo Messina, Ceo di Intesa Sanpaolo, ha chiuso l’evento. Non c’era particolare attesa delle sue parole, vista l’iniziativa che è stata presa con questa global survey sull’Italia e con il suo sharing. Il motivo è semplice ed è alla base di una domanda facile facile: ci sarà pure una ragione per cui Messina è stato premiato (ma non è l’unico premio; d’altra parte, con la Bnl degli anni ’80 come nave scuola…) per la seconda volta consecutiva miglior banchiere europeo dell’anno?