Continua, all’insegna dell’unicità e dell’originalità, il viaggio con Il Sussidiario alla scoperta dei nove padiglioni della XXIII edizione dell’Artigiano in Fiera, in programma a Rho-Pero dal 1° al 9 dicembre. Oggi è il turno degli stand del Padiglione 2, dominato – oltre che dal Lazio – soprattutto dalla presenza di artigiani della Sicilia e della Sardegna.



Grani antichi per gli intolleranti al glutine

In Sicilia, Michele Cancemi ha cominciato a coltivare grani antichi per cercare di risolvere i problemi di intolleranza al glutine e della glicemia della moglie. Ha scoperto che uno dei grani più antichi, la timilia, risulta essere il cereale più salutistico, grazie a un indice glicemico bassissimo e a un glutine quasi assente, tanto che può essere assimilato senza problemi anche da chi ne è intollerante. Ne ha fatto, dunque, un impegno professionale a beneficio di tutti: la sua farina di timilia è un prodotto autentico, perché proviene dal recupero di un grano antico; è originale, perché non ha eguali nella grande distribuzione; è di qualità, perché è realizzata con un’antica tradizione del territorio, attraverso l’utilizzo di antiche macine a pietra.



Conserve secondo la tradizione siciliana

La colonna portante dell’azienda Fratelli Burgio è la famiglia che, attraverso la produzione di conserve tradizionali e innovative a Siracusa, promuove la tradizionale cucina siciliana. La loro storia inizia nel 1978, quando Pippo Burgio apre una salumeria. Qui propone ai suoi clienti le sue proposte innovative di conserve, preparate al momento e seguendo i consigli della nonna e della mamma, a cui si è ispirato per la successiva espansione della sua bottega in azienda, che oggi produce conserve, caponate, vasetti apprezzati a livello nazionale e internazionale. Un’attività in cui sono coinvolti soprattutto i più giovani: “Anche se i nostri ragazzi hanno fatto esperienza sia di studio sia di lavoro all’estero, oggi tutta la famiglia, loro compresi, si è stretta attorno all’azienda con la chiara volontà di proseguire nella direzione che porta alla valorizzazione del nostro meraviglioso territorio”.



Le spezie che hanno “salvato” i baroni Mistretta

A Mussomeli, in provincia di Caltanissetta, Le Aromatiche di Girafi hanno rivitalizzato un’intera collina, partendo dal desiderio di creare sapori biologici con la lavorazione e produzione di erbe aromatiche e officinali (maggiorana, origano, peperoncino, erba cipollina, menta, timo, salvia e rosmarino). Operano nelle terre che furono dei baroni Mistretta, di cui la moglie del titolare è discendente. I due coniugi hanno già ristrutturato una villa baronale per farne un laboratorio. Tra i prodotti più interessanti e unici anche la pasta al cecio nero, un prodotto poco conosciuto ma tipico della zona e importante fonte di nutrimento.

La rivoluzione del cannolo

Il merito di Terra Siciliae è quello di aver saputo innovare il tipico cannolo siciliano con un packaging che offre la possibilità di spedire il prodotto in giro per il mondo. Il box riesce a contenere dieci cialde, granella di pistacchio, scaglie di cioccolato e ovviamente il sac à poche riempito con la ricotta e a cui tagliare solo la punta. Attualmente la spedizione è garantita in 48 ore con una shelf-life garantita a 45 giorni.

La linea d’abbigliamento fatta con fibre naturali

Passando alla Sardegna, si incontra lo stand de La Robbia, il Laboratorio tinture naturali e arti applicate di Artzana, in provincia di Nuoro. Tutti gli articoli sono ottenuti da fibre rigorosamente naturali sia di origine animale (lana e seta) e sia di origine vegetale (cotone, lino e iuta). Tutte queste fibre vengono tinte con colori naturali, anch’essi di origine vegetale e animale. La metodologia del ciclo lavorativo, dalla tintura al confezionamento, è totalmente artigianale e recupera quelle capacità manuali che un tempo erano l’etichetta del prodotto sardo, caratterizzato da qualità e originalità, che lo rendono unico al mondo. Nel laboratorio, oltre alla produzione, per non perdere la tradizione recuperata grazie alla memoria degli anziani del paese, si organizzano anche corsi per i più giovani.

L’azienda che raccoglie “il caviale del sale”

Noto anche come “il caviale del sale”, il fior di sale è il primo cristallo che si forma sulla superficie dell’acqua nelle vasche di evaporazione. Ciò accade solo quando si verificano particolari condizioni atmosferiche dettate da umidità, salinità dell’acqua e vento. Per questo motivo, il periodo di raccolta di questo prodotto è estremamente breve, circa 60 giorni all’anno (tendenzialmente all’inizio o alla fine dell’estate, a seconda delle zone). Il “fior di sale”, un logo della Argei, “fattoria, frantoio, cantina” di Gergei (Cagliari), ha caratteristiche diverse dal comune sale fino da cucina: appare più umido e opaco, ha dimensioni maggiori e presenta un sapore più delicato, capace di esaltare il gusto dei cibi sui quali viene utilizzato. Essendo particolarmente fragile e friabile, questo particolarissimo tipo di sale non viene raffinato e lavorato (con lavaggio ed essicazione), mantenendo quindi tutti i minerali che si ottengono con l’evaporazione dell’acqua marina. Anche la raccolta avviene ancora oggi rigorosamente a mano. Il fior di sale è iposodico, non addizionato con anti-addensanti o conservanti.

I gioielli fatti a “cera persa”

Ed eccoci nel Lazio, dove il Pomod’Oro di Gianluca Mochi, a Frascati, realizza gioielli e manufatti antichi e moderni con un’abilità e una raffinatezza innata; riesce così a coniugare la bellezza della tradizione classica ai moderni canoni estetici attraverso un’attenta ricerca e una continua sperimentazione. Nel suo laboratorio si può assistere alla lavorazione artistica “a cera persa”, cioè a cera si creano modelli o microsculture con l’uso di spatole e vari altri ferri. Le creazioni sono state apprezzate in Italia nell’esposizione al Tempio di Adriano, a Roma, ma anche in Germania, Svezia, Spagna e negli Stati Uniti.

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