Con l’ok dato il 18 dicembre dalla Commissione europea, sono applicabili gli incentivi fiscali all’investimento nel capitale di rischio anche nelle Pmi innovative; ovvero l’agevolazione fiscale prevede per le persone fisiche che investono in una Pmi innovativa una detrazione dall’imposta sul reddito (Irpef) pari al 30% dell’investimento, fino a un massimo di 1 milione di euro; per le persone giuridiche spetta invece una deduzione dal reddito imponibile ai fini Ires anche in questo caso pari al 30% dell’investimento, fino a un massimo di 1,8 milioni di euro.
L’innovazione oggi rappresenta un driver strategico che, oltre a essere regolamentato, richiede anche di essere alimentato. In questo contesto le start up e le Pmi innovative giocano un ruolo fondamentale per lo sviluppo economico del Paese e rappresentano un asse integrante del Piano Impresa 4.0; occorre, quindi, investire in queste imprese perché sono in grado di sostenere l’occupazione giovanile: dai dati emerge che l’età dei soci fondatori è prevalentemente under 35 e la loro propensione all’investimento è circa otto volte superiore a quella delle società di capitali italiane.
Secondo i dati pubblicati dal Mise nella Relazione annuale 2017 sulla strategia nazionale in favore di start up e Pmi innovative, al 30 giugno 2017 si contavano 565 Pmi innovative: dal giugno 2016 al giugno 2017 il numero delle Pmi innovative, crescendo da 204 a 565, ha registrato una crescita del 177%. La forza lavoro impiegata da start up e Pmi innovative conta 46.107 persone tra soci e dipendenti, ai quali andrebbero aggiunti i lavoratori parasubordinati e con partita Iva (fonte: ministero dello Sviluppo economico, 2017)
Il decreto legge 3/2015, cosiddetto Investment Compact, definisce le Pmi innovative come piccole e medie imprese in possesso dei seguenti requisiti:
• sono costituite come società di capitali, anche in forma cooperativa;
• non sono quotate in un mercato regolamentato (ma possono essere quotate in una piattaforma multilaterale di negoziazione, come l’Aim);
• hanno certificato il loro ultimo bilancio.
Per presentare il carattere innovativo, oltre ai requisiti già citati, devono essere in possesso di almeno due dei seguenti tre criteri:
1) volume di spesa in Ricerca e sviluppo in misura almeno pari al 3% della maggiore entità fra costo e valore totale della produzione;
2) forza lavoro costituita, in una quota pari ad almeno 1/3 del totale, di titolari di laurea magistrale, oppure, in una quota pari ad almeno 1/5 del totale, da dottori di ricerca, dottorandi o ricercatori;
3) titolarità, anche quali depositarie o licenziatarie, di almeno una privativa industriale, ovvero titolarità di un software registrato.
La definitiva attuazione dell’incentivo richiede ora l’emanazione di un decreto del ministro dell’Economia e delle finanze, di concerto con il ministro dello Sviluppo economico. L’adozione del provvedimento è attesa per i primi mesi del 2019.