Caro direttore,
sono Andrea Visconti, si ricorda di me? ci siamo conosciuti grazie a Shark Tank, il talent show di Italia1 che abbiamo vinto nel 2015. Avevate scritto un bellissimo articolo sulla mia start-up Sinba e nel ringraziarvi delle belle parole, ne avevo approfittato per raccontarvi che esperienza pazzesca fosse state per me e il mio socio Alessandro stringere la mano agli imprenditori che in trasmissione si erano impegnati a investire 250mila euro nella nostra start-up che permetteva di pagare con lo smartphone senza fare la coda alla cassa.
In quel periodo ero al settimo cielo; io e mia moglie Francesca aspettavamo il secondo figlio, la visibilità ottenuta grazie a Italia1 ci stava aprendo nuove porte e aspettavamo solo il bonifico dagli investitori per poter far crescere Sinba. Purtroppo le cose non sono andate come speravamo. I soldi del programma non sono arrivati e due anni dopo siamo stati costretti a chiudere la start-up.
Ho passato un periodo difficile in cui mi sono domandato cosa mi fosse chiesto attraverso quella circostanza così dolorosa. Avevo lasciato un lavoro sicuro per investire tutto me stesso in Sinba, avevo chiesto sacrifici a mia moglie e ai miei figli in nome di un futuro migliore e di un padre più soddisfatto, e invece mi ritrovavo senza azienda e senza lavoro, con poche prospettive di un futuro migliore per i miei figli e con un padre tutt’altro che soddisfatto. Non riuscivo ad accettare questa cosa, proprio io che ero sempre riuscito a conquistare tutto ciò che ho sempre desiderato, compresa mia moglie, questa volta non ce l’avevo fatta. Non era possibile!
Poi grazie alla compagnia di mia moglie, della mia famiglia e di alcuni amici ho capito una cosa fondamentale. Avevo perso l’azienda, avevo perso il lavoro, ma non avevo perso me stesso! La ricerca di un nuovo lavoro è stata più difficile del previsto. Pensavo di avere un curriculum di tutto rispetto; a soli 29 anni avevo due aziende alle spalle (una fallita e una di successo), a 23 anni ero diventato brand manager K-way (noto marchio di abbigliamento), non avrei avuto problemi a trovare un lavoro alla mia altezza. Già, ma qual è la mia altezza? La posizione? Lo stipendio? Il ruolo?
Appena ho capito e accettato che il mio ruolo, la mia responsabilità era portare a casa la pagnotta per mantenere mia moglie e i miei figli, tutto è iniziato a risplendere nella mia vita. Certo, le difficoltà continuano a esserci, ma ho trovato un bel lavoro (che poi sono riuscito a perdere di nuovo, ma non per colpa mia giuro), ho trovato un gruppo di amici che mi aiuta a capire cosa e chi è veramente importante seguire nella vita e ho ricominciato a guardarmi per chi sono veramente, per il valore che ho, riscoprendo un rapporto nuovo con mia moglie Francesca.
Grazie a questa consapevolezza nuova ho sentito l’esigenza di raccontare il fallimento della mia start-up ai miei figli e ho pensato che il modo migliore fosse farlo attraverso una fiaba. Tutte le sere prima di andare a dormire io o mia moglie leggiamo ai nostri figli una fiaba; per una volta quella che abbiamo letto era scritta da me e serviva per spiegargli cos’era successo all’azienda di papà.
Questa fiaba è piaciuta molto ai miei bimbi, soprattutto mentre leggendola interpretavo i personaggi. Per questo motivo ho pensato di registrarmi mentre leggevo e una volta ottenuta la registrazione è venuta di conseguenza l’idea di aggiungerci i disegni e la musica. Siccome il risultato mi piaceva abbastanza, ho pensato di usare quel video per comunicare ufficialmente la chiusura della start-up, invece che fare un più freddo comunicato stampa. Il video è piaciuto molto e tantissimi giornali lo hanno pubblicato. Dal quel momento è iniziato a scoppiarmi il telefono. Chiamate, messaggi, notifiche sui social. Il giorno dopo hanno iniziato a chiamarmi le radio per farmi delle interviste e addirittura alcune importanti ammiraglie nazionali hanno fatto degli interi servizi su questo video. Infine, sono arrivate le televisioni che hanno iniziato a chiedermi le esclusive.
L’esperienza di questa fiaba è stata pazzesca e la fortuna che ha avuto mi ha fatto capire qualcosa in più su me stesso. Ho capito che mi piace raccontare fiabe ai miei bimbi e che attraverso queste storie si possono trasmettere loro tanti valori. Ho anche capito quanto potente sia lo strumento della “fiaba digitale” per comunicare con i bambini. La tecnologia e il digitale hanno cambiato molto i nostri figli, anche a livello di biologia del cervello. È la prima volta nella storia che si verifica un cambiamento del genere tra genitori e figli, ma se sono diversi da noi, pensano, parlano e agiscono in maniera diversa dalla nostra, allora diventa più difficile comunicare con loro. E se non riesci a comunicare con tuo figlio allora non riesci a educarlo. La fiaba digitale ha un po’ lo scopo di utilizzare un linguaggio adatto ai bambini, perché la fiaba nasce per parlare a loro, ma digitale perché sono nativi digitali.
Per questo motivo ne ho preparate altre due: una suoi fallimenti che hanno reso Steve Jobs l’uomo che tutti conosciamo e l’altra per spiegare ai miei figli l’importanza di prendere delle decisioni e il valore di avere la libertà di prenderle. In questo periodo di elezioni mi sembrava un buon momento per spiegar loro questa cosa, molto utile anche in azienda e nella vita. Non ho la pretesa che i miei figli possano aver capito, avendo solamente 2 anni e mezzo e 4, ma la loro psiche assimila tutto, e sono sicuro che nella vita il loro cervello gli permetterà di tirare fuori all’occorrenza i valori raccolti nelle fiabe che gli racconto e ciò che vedono in casa.
Adesso sto lavorando a un libro che raccolga queste brevi fiabe più altre che non ho ancora pubblicato, perché mi sembra un buon modo per rafforzare il rapporto genitori-figli leggendo loro una fiaba diversa ogni sera che trasmetta un valore che possa lentamente insinuarsi dentro di loro, sperando che può renderli piano piano degli adulti migliori. Sulla mia pagina Facebook, su tutti i miei canali social e su un apposito sito si possono trovare informazioni su questo libro e sul sito si può lasciare la propria e-mail per essere informati su quando sarà possibile preordinarlo. Essendo da poco fallita la mia attività non ho molti soldi da investire, ma sono sicuro che se tanti amici dimostreranno il loro interesse per questo libro, sarà molto più facile trovare un grande editore interessato a pubblicarlo! Conto di riscriverle presto per farle sapere come andrà questa nuova avventura.