Un paese europeo il cui Pil è cresciuto nel 2018 al ritmo del 4 per cento (dal 2012 è sempre cresciuto in accelerazione) e stima di migliorare ancora la performance fino al 2020. Un Paese giovane e con standard di education in forte e costante progresso. Un Paese collocato strategicamente fra Ue e Asia, affacciato sul Mediterraneo, con le frontiere ben aperte: anzitutto agli investimenti internazionali, già affluiti in misura consistente, su ben precisi quadranti di sviluppo. “L’Albania è Paese molto importante per l’Italia”, conferma a Ilsussidiario.net Roberto Laera (nella foto), che 12 anni fa ha fondato a Tirana Italian Network un hub di informazione e servizi di consulenza ormai affermatosi fra i primi “sportelli” dell’Azienda-Italia oltre l’Adriatico.
Il mese scorso Laera ha ri-raccontato in tempo reale l’Albania a decine di imprenditori che hanno affollato Connext, il grande evento di matching organizzato da Confindustria a Fieramilano. “L’Italia è da tempo largamente il primo Paese per presenza di imprese in Albania, eppure l’interesse per le opportunità’ non accenna a diminuire, anzi” sottolinea l’amministratore di Italian Network, presso cui ha il domicilio operativo anche Confindustria Albania.
Nel seminario patrocinato dall’ambasciata albanese a Roma, Laera ha rammentato le cifre, che restano oltre ogni cronaca, a quasi trent’anni dalla caduta del precedente regime e a cinque dalla candidatura ufficiale del Paese all’ingresso nella Ue. L’Albania è un Paese dove il 57% dei tre milioni di abitanti ha meno di 35 anni e il 30% meno di 19). Il salario minimo è a 210 euro e la velocità di registrazione di una nuova attività’ economica è di 24 ore. Il numero di albanesi in possesso di un titolo di studio o di una specializzazione è di oltre un milione.
Il 2019 sta aggiungendo cifre nuove e rilevanti anche sul versante strategico della fiscalità’ d’impresa, soprattutto quella rivolta agli investitori esteri: “Anche l’Albania – osserva Laera – sta facendo i conti con la crescente competizione fra i Paesi dell’area balcanica per attirare capitali internazionali, in afflusso crescente anche dalla Cina”.
Le ultime misure di politica fiscale vedono anzitutto l’imposta sul profitto diminuire di tre volte, dal 15% al 5%: per le imprese con fatturato fino a 14 milioni di Lek (circa 113 mila euro); per l’imprenditorialità nell’agriturismo; per le società di cooperazione agricola. In parallelo: l’impostazione sui dividendi diminuisce dal 15% all’8%, per oltre 15.000 società o circa 50.000 investitori azionari.
Novità anche sul fronte Iva: che viene ridotta al 6% per i servizi di alloggio e ristorazione all’interno delle strutture turistiche e delle imprese agrituristiche; ma anche alla vendita di libri e all’ importazione di autobus elettrici. Completamente esenti da Iva sono, fra l’altro, l’importazione di macchine e gli investimenti in energia rinnovabile.
“Turismo e agroindustria sono aree di business prioritarie nella strategia-Paese albanese – sottolinea Laera – entrambe muovono lo sviluppo immobiliare e sollecitano la crescita infrastrutturale del Paese”. Si riduce anche il cuneo fiscale del 23%, a seguito del quale circa 15.400 impiegati con una retribuzione superiore a 130 mila lek ogni mese risparmiano 25,8 milioni di lek ogni mese o 310 milioni di lek.