Il mondo delle imprese protesta contro il governo per le linee guida Inail per la riapertura definendole «insostenibili». Il Comitato tecnico scientifico ha stabilito una serie di regole e norme con i tecnici dell’Inail per pubblici servizi, bar e ristoranti che devono aprire dal 18 maggio. Sembra difficile districarsi tra le normative tecniche da adottare e che sono presenti nel documenti, infatti sono subito partite le critiche. «Con le nuove regole si riduce ad un terzo la capacità di ristoranti e bar, così si lavora in perdita», l’allarme lanciato da Fiepet Confesercenti, come riportato da La Stampa. Le imprese bocciano le linee guide sulla ristorazione diffuse oggi dall’Inail perché sono eccessivamente rigide, alcune pure confuse, peraltro prodotte senza la partecipazione degli imprenditori del settore. Inoltre, la loro applicazione metterebbe a serio rischio il settore. Per il Piemonte si tratta di quasi 30mila imprese e oltre 100mila dipendenti, ma le proteste arrivano dalle imprese di tutta Italia. Parliamo di un settore da 300mila imprese in tutto e 1,2 milioni di dipendenti.



IMPRESE A GOVERNO “LINEE GUIDA INAIL INSOSTENIBILI”

«Le nuove regole previste per la riapertura di bar e ristoranti sono del tutto inapplicabili», dichiara Paolo Barbieri, responsabile Fiepet Confesercenti Genova. Il giudizio sulle linee guida dell’Inail è netto e al tempo stesso duro. «La riduzione di clientela che ne deriverebbe sarebbe tale da non compensare nemmeno le spese per tenere aperta l’attività, figuriamoci ad avere degli utili», ha aggiunto. L’unica soluzione attuabile al momento è quella di raddoppiare i prezzi attuali, ma anche questo – sostengono le imprese – si rischierebbe la chiusura. «Al danno si aggiunge poi la beffa: non ci sono le condizioni per riaprire, ma non si può licenziare. Una situazione insostenibile». Tanti gli aspetti da chiarire: come si calcola, ad esempio, la distanza minima per le persone sedute allo stesso tavolo? Chi dà indicazioni sui dispositivi di schermatura da installare? Le regole di distanziamento valgono anche per l’esterno? Tante le domande, come tanti sono gli aiuti che si aspettano le imprese. «Non basteranno certo i bonus da 600 o 800 euro a salvare la ristorazione italiana. Invitiamo le Regioni a intervenire, per concordare con le categorie interessate protocolli alternativi che riescano a contemperare le esigenze di sicurezza con quelle di natura imprenditoriale».

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