E se quest’estate per evitare il collasso e il fallimento di molte imprese italiane, il mese d’agosto fosse sfruttato per lavorare invece che andare in vacanza? La proposta di Confindustria avanzata dal neo Presidente Carlo Bonomi sta “sconquassando” il mare della politica, dei sindacati e delle stesse imprese, divisi sulle ricette da apportare al più presto per evitare di ingigantire la crisi economica più grave del Dopoguerra. Non potrà esserci una cassa integrazione a vita e per questo motivo il leader degli industriali ha lanciato la sua proposta per l’estate 2020: Pil rischia picchiata fino al 13% (dati Bankitalia), la produzione è crollata del 42% ad aprile (Istat) e in più la stima di una diminuzione dei posti di lavoro a fine anno vede circa il 10% (fonte Istat).
Davanti a questi dati la conclusione quasi “ovvia” di Confindustria e molti imprenditori è la seguente: «Non possiamo fermare di nuovo l’attività: in questo momento la priorità è il lavoro», spiega il leader di Confindustria Piemonte Fabio Ravanelli, mettendo in pratica il piano per la crisi avanzato da Bonomi solo due settimane fa. Imprese aperte in agosto, niente chiusura aziendale e recupero di ogni risorsa per evitare il fallimento in in autunno. 3 mesi di lockdown ora impongono una stretta fortissima che per una volta potrebbe mettere in “discussione” le ferie in agosto (e mica per l’eternità, ndr).
LA REPLICA DI LANDINI ALLA PROPOSTA DI CONFINDUSTRIA
Il problema è che i sindacati non ci stanno e hanno alzato una levata di scudi per opporsi alla proposta di Confindustria: dopo aver allungato i tempi della cassa integrazione, fatto in modo di partecipare alle linee guida su regole di riapertura ferree per le aziende e imposto il blocco dei licenziamenti per tutta l’emergenza Covid-19, ora le sigle nazionali (che domani saranno gli Stati Generali dell’economia con il Premier Conte) spingono per evitare l’apertura d’agosto. «Ricordiamo che c’ è un contratto da rispettare e prima di parlare di date parliamo di sicurezza fabbrica per fabbrica», attacca la Fiom Veneto dopo il “dovere morale di non chiudere” avanzato da Confindustria Veneto, Piemonte e nazionale. Ancora la Fiom Cgil ma del Trentino contrattacca «Dove ce ne fosse la necessità, può essere una soluzione, ma vanno garantite le due settimane di ferie». Interpellato in merito lo stesso leader Cgil Maurizio Landini non vede di buon occhio la proposta di Bonomi e degli imprenditori: «Si può discutere, anche di scaglionare le ferie», facendo però intendere – come spiega Iacometti su Libero Quotidiano – che la contrattazione sarà dura, complessa e per nulla “gratuita”.