Rispetto alla prima proposta che circolava ad ottobre tra i corridoi del Mef, qualche modifica è stata fatta a tutela dello Stato: infatti il periodo di permanenza delle aziende beneficiarie è passato da 5 a 10 anni, ma l’innovazione è uno sconto sulle tasse del 50%. Ecco in cosa consistono le agevolazioni che potrebbero essere rivolte alle aziende che tornano in Italia.



Imprese detassate al 50%: a chi è rivolta l’agevolazione

Il mantenimento delle attività nel territorio dello Stato a seguito di rientro a casa delle aziende delocalizzato (reshoring). Nel caso l’azienda torni nuovamente all’estero, quindi in caso di successivo offshoring, verrebbe penalizzata non soltanto il trasferimento a vantaggio di Stati non appartenenti all’Ue o allo Spazio economico europeo (See), ma qualunque spostamento, anche in Paesi Ue o See.



Le modifiche del testo agli articoli 5 e 6 dunque sono assolutamente determinanti per la buona riuscita del provvedimento, vale a dire agevolare sul piano fiscale il trasferimento di attività economiche che erano svolte in precedenza al di fuori della Ue o del See.

Le imprese che aderirebbero potrebbero essere moltissime perché il provvedimento si rivolge non solo ad attività d’impresa, ma anche all’esercizio di arti e professioni.

In questo senso i redditi delle società non formerebbero la base imponibile se non per il 50%, così come è stato disposto nella proposta. L’agevolazione non può essere estesa alle attività esercitate nel territorio dello Stato nei 24 mesi antecedenti il loro trasferimento, evidentemente per evitare fenomeni di entrata/uscita meramente strumentali.



Imprese detassate al 50%: gli obblighi per le aziende aderenti

Le evidenze contabili devono però essere mantenute separate, soprattutto se idonee a consentire il riscontro della corretta determinazione del reddito e del valore della produzione netta agevolabile attraverso la detassazione al 50%.

Le aziende che decidono di tornare in Italia devono però rimanere da un minimo di 5 ad un massimo di 10 anni. Invece le grandi imprese che, secondo la definizione del 2003 abbiano almeno 250 dipendenti e 50 milioni di euro di fatturato e 43 milioni al bilancio, devono restare in Italia per almeno 10 anni.

Se le aziende che aderiscono all’agevolazioni, poi operano un nuovo offshoring, anche parziale e in qualsiasi altro Stato (anche Ue o See), il regime agevolativo decade per cui si pagano le imposte ordinarie più gli interessi. Ai sensi dell’articolo 108 del Trattato sul funzionamento dell’Ue, l’efficacia delle disposizioni è subordinata all’autorizzazione della Commissione europea.