Il Governo sta valutando nuovi sostegni per i settori colpiti dall’ondata epidemica e la riduzione dei costi energetici che stanno minacciando di chiusura molte imprese. Circa duecentomila lavoratori sono a rischio nei servizi turistici, intrattenimento e trasporti. La soluzione è la cassa integrazione a zero costi per le aziende, molte micro, dando loro continuità per almeno 3-4 mesi.
C’è un problema di erogazioni minori del necessario perché il Governo vorrebbe mantenere i saldi di bilancio programmati. Se si inserisse nel calcolo che il danno sarebbe irreparabile e peserebbe sulla ripresa 2022, il Governo potrebbe/dovrebbe trovare le risorse in equilibrio di bilancio tagliando le tante spese inutili motivate solo da compromessi politichesi.
Al riguardo dell’inflazione energetica, i ministri dello Sviluppo e della Transizione ecologica hanno proposto la ripresa dello sfruttamento dei giacimenti di gas già attivi, decresciuto da una copertura di circa il 20% del fabbisogno nazionale venti anni fa al 2-3% attuale, per motivi principalmente politici (evitare dissensi) a favore del costosissimo gas importato. Le riserve accertate di gas in terra e nei fondali in giurisdizione italiana ammontano a 90 miliardi di metri cubi. Almeno 10 volte di più (stima di chi scrive) se si riattivassero le esplorazioni. Intanto la proposta di sfruttare l’esistente porterebbe 8 miliardi di metri cubi in più all’anno, coprendo il 10% circa del fabbisogno, a un basso costo di investimento, calmierando i costi dell’energia. Poi il fatto che l’Italia galleggi su una bolla di gas dovrebbe ispirare un nuovo piano nazionale eco-energetico.
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