Prosegue e si avvicina all’ultimissima tappa ‘regolare’ il viaggio di Intesa Sanpaolo tra le 150 PMI che sono state scelte nel 2024 per far parte del programma Imprese Vincenti che le accompagnerà in un ambitissimo progetto di crescita del quale circa 14mila imprese del nostro bel territorio hanno provato a ritagliarsi una fetta di torta: oggi il gruppo bancario è approdato alla Città della scienza di Napoli dove sono state le nuove 10 imprese che entrano a pieno diritto nell’elenco delle 110 giù scelte, in attesa di conoscere – così come noi curiosi – le restanti 40 che comporranno il gruppo delle eccellenze imprenditoriali del 2024.
Accennavamo poco fa al fatto che quella di oggi è la penultima tappa ‘regolare’ tra le Imprese Vincenti ed ora precisiamo che tra esattamente otto giorni (il 9 ottobre, in quel di Firenze) si terrà l’ultimo, in vista delle restanti tre che si terranno tra Milano e Torino interamente incentrate sulle imprese attive nell’agrifood, su quelle del terzo settore e – ultimissimo il prossimo 29 ottobre – su quelle estere che operano sui mercati su cui è attiva Banca Intesa Sanpaolo.
Le 10 PMI scelte da Intesa Sanpaolo per il programma Imprese Vincenti: il commento del direttore regionale Giuseppe Nargi
Tornando ad oggi, come ci siamo ormai abituati a vedere di tappa in tappa, tutte le Imprese Vincenti scelte dal Intesa Sanpaolo a Napoli fanno parte delle regioni di Campania, Calabria e Sicilia e rappresentano l’eccellenza dell’eccellenza per quanto riguarda la crescita sostenibile – tra green e digital -, l’innovazione e la creazione di valore aggiunto per il loro territorio di riferimento: tutti aspetti sintetizzati negli ormai noti ‘criteri ESG‘ che diventeranno sempre più centrali per le imprese che aspirano a ritagliarsi un posto di rilievo e prestigio nei mercati mondiali.
Temi ribaditi anche dal direttore regionale di Intesa Sanpaolo Giuseppe Nargi che durante l’evento napoletano ha parlato delle 10 PMI premiate come di veri e propri “esempi virtuosi” del sistema economico che meglio rappresentano le “eccellenze imprenditoriali campane, calabresi e siciliane“: tutte e 10 sono state in grado di avviare “percorsi in logica ESG, generando impatto positivo sul territorio e sviluppo” che dal punto di vista economico si è esteso anche a quello “sociale“; per poi ricordare gli “1,5 miliardi di euro” che il gruppo bancario ha “erogato nel primo semestre 2024” per supportare investimenti “sostenibili, circular economy e mutui green“.
Subito dopo l’intervento di Nargi, sul palco napoletano di Intesa Sanpaolo sono saliti anche i rappresentati delle 10 Imprese Vincenti che sono (ovviamente in ordine esclusivamente alfabetico): la Arpaia, la Cicili Lombardo, la Erbagil, la Getra, la Ifis, La fabbrica della Pasta di Gragnano, la Luca e Paolo Barra, la Megatron Sensors, la Power Project Consulting e la Sophia High Tech; tutte rappresentati di diversi settori tra i più sviluppati nelle rispettive aree e che vanno dalla moda, fino all’agroalimentare, all’Elettromeccanica, al Commercio e all’Automotive.
L’analisi di Intesa Sanpaolo sul contesto economico di Campania, Calabria e Sicilia
Immancabilmente presente anche a Napoli l’ormai classico report di Intesa Sanpaolo sulla condizione economica in cui si trovano ad operare le Imprese Vincenti di Campania, Calabria e Sicilia che lo scorso anno sono state in grado di generare addirittura il 111% in più di export di quanto ne abbiano fatto nel 2016; pari al contempo ad una crescita complessiva del 6,4% rispetto al 2022 ripartita in “+8,8% la Campania, +1,8% la Sicilia e +18% la Calabria” e pari a cifre che variano – rispettivamente – tra “22,2 miliardi, 14 miliardi e 879 milioni“.
Dal tema dell’export, il report passa rapidamente a quello degli investimenti cresciuti del “35,3% per la Campania, 38,3% per la Sicilia [e] 14,7% per la Calabria” come di consueto spinti soprattutto dai decreti “Industria 4.0 e Superbonus” con effetti positivi che si sono estesi fino alla struttura patrimoniale delle pmi: “Il patrimonio netto – scrivono gli esperti di Intesa Sanpaolo – in percentuale del passivo si colloca al 28% in Campania e al 26% circa in Sicilia e Calabria“, mentre “le disponibilità liquide in percentuale dell’attivo” si sono attestate “all’8,4% (..) in Campania e al 7% in Calabria e Sicilia“.