Aiutare le Imprese Vincenti una volta vuol dire sostenerle nel loro sforzo di esserlo ancora, anzi sempre. Significa chiamare tutte le imprese – tutte potenzialmente vincenti – a far squadra con quelle che ce l’hanno fatta, che hanno vinto perché competitive ed eccellenti. E offrire questo specifico “valore aggiunto” è nella mission principale di un gruppo bancario come Intesa Sanpaolo: è questa la sintesi dell’intervista che Anna Roscio, Executive Director Sales&Marketing Imprese del gruppo pilotato dal Ceo Carlo Messina, ha voluto rilasciare a IlSussidiario.net.
La quarta edizione di Imprese Vincenti è decollata a Milano: quali sono le prime tracce d’identità di questo nuovo viaggio di Intesa Sanpaolo attraverso le eccellenze del Made in Italy?
L’orgoglio e la consapevolezza di continuare a essere un motore economico per il territorio e per le persone. Abbiamo selezionato le Imprese Vincenti 2022 tra 4.000 piccole e medie imprese che si sono auto-candidate sul nostro sito web, davvero una partecipazione significativa e che testimonia quanto queste PMI – che producono circa 35 miliardi di fatturato e danno lavoro a 150.000 dipendenti – credano nella propria impresa, vogliano raccontare la propria esperienza per trasmettere un esempio anche ad altre aziende, capiscano quanto delicata e importante sia questa fase economica e chiedano quindi sostegno, interventi e strategie di supporto alla loro progettualità e al loro sviluppo. È un bello spaccato dell’economia italiana.
Intesa Sanpaolo concepisce e lancia Imprese Vincenti quando la crisi geopolitica rende molto più sfidante l’exit dalla pandemia, già molto impegnativa. Nel suo intervento a Milano, Gregorio De Felice ha però invitato a focalizzare le molte riserve di resilienza di cui dispone l’Azienda-Italia. Quale identikit ha, secondo Intesa Sanpaolo, l’impresa che riesce a vincere la sua battaglia di resilienza o di nascita in un contesto di estremo impegno?
Quello più esemplificativo dell’Impresa Vincente, ovvero che riesce a creare o adattare al contesto modelli di business di successo, a occupare in maniera solida e duratura i mercati internazionali, che investe in innovazione e competenze pensando a valorizzare in pieno le proprie risorse. In sintesi, quelle che riescono a generare valore per se stesse e per il proprio territorio. Queste aziende, infatti, hanno un legame spesso essenziale con il distretto o la regione in cui operano, ma hanno una visione prospettica molto sviluppata. Dalle loro storie emerge in maniera netta il percorso di sviluppo e le modalità di affrontare i problemi anche grazie alle leve di forza e valore che nascono dalla propria storia e dal senso di appartenenza. Un orgoglio tutto italiano, se vogliamo, ma efficace perché capace di attivare le risorse giuste per imporsi. Consideri che nei primi sette mesi del 2022 il fatturato del manifatturiero italiano – composto in gran parte da piccole e medie imprese – ha mostrato un aumento tendenziale del 19%. Al netto delle difficoltà del contesto, dunque, restano prioritari gli interventi in digitale e innovazione, in capitale umano e transizione green. Solo così, l’economia italiana, superate le criticità attuali, potrà tornare a crescere a tassi sostenuti.
Imprese Vincenti ha come finalità esplicita il supporto alle Pmi nell’orizzonte del Pnrr. Quali linee di connessione virtuosa ritenete possibile costruire fra le piccole medie imprese eccellenti all’interno di una macro-strategia-Paese che sembra orientata almeno in parte ai grandi gruppi?
Le 140 Imprese Vincenti che presentiamo in questa edizione sono già focalizzate o stanno investendo verso obiettivi sinergici a quelli indicati dal Pnrr. Nella loro selezione, infatti, Intesa Sanpaolo e i partner di progetto – Elite, Bain, Microsoft, Gambero Rosso, Cerved, Nativa, Circularity e Coldiretti – hanno dato attenzione ad alcuni indicatori di performance per cogliere l’evoluzione di alcuni assi-chiave della strategia d’impresa, come i progetti di rilancio e trasformazione della produzione e del business, la capacità di investire nel digitale e nella transizione 4.0, l’adeguamento progressivo ai criteri di sostenibilità e all’indipendenza energetica espressi dalle metriche ESG, la valorizzazione del capitale umano, internazionalizzazione, lo sviluppo della filiera di appartenenza e del legame con il territorio, l’attitudine delle imprese profit di creare impatto sociale contribuendo alla crescita inclusiva e al benessere del proprio territorio. Queste azioni hanno un impatto importante sulla redditività finale del loro business.
Quanto Imprese Vincenti si può considerare una ricaduta del Pnrr nell’economia-Paese?
Non è detto che queste imprese abbiano fatto uso delle risorse del Piano, ma tutte hanno fondato la propria crescita lungo tali obiettivi di crescita, sono aziende che concretizzano gli obiettivi Pnrr a livello di economia reale, rivestono un ruolo indispensabile e vanno sostenute con ogni mezzo, soprattutto nell’affrontare il rischio energetico e di recessione. Per sviluppare inoltre le connessioni virtuose il nostro Gruppo, tra le iniziative non solo finanziarie, ha attivato la piattaforma web Incent Now, che consente a queste imprese di conoscere ed esplorare le possibilità dei bandi Pnrr per poterne cogliere appieno i vantaggi. Abbiamo anche attivato un ciclo di webinar a cui partecipano migliaia di aziende, proprio per spiegare loro come accedere ai vantaggi di quella che davvero rappresenta un’occasione unica per la nostra economia.
Quali sono i settori su cui puntate/da cui vi attendete risposte più interessanti?
Tutti i settori sono importanti, dai più tradizionali a quelli spiccatamente innovativi. La ricchezza produttiva del nostro Paese è un valore in sé e le PMI rappresentano in assoluto la colonna vertebrale dell’economia italiana. Sicuramente esistono aree di specializzazione importanti, che pesano molto – in aggregato – sul Pil del Paese, penso all’agribusiness e al turismo, settori a cui abbiamo dedicato dei focus e delle azioni specifiche per meglio rispondere alle differenti esigenze maturate dai diversi contesti produttivi. Per tutte vale l’obiettivo della sostenibilità, che è anche al centro del nostro Piano di impresa perché crediamo sia un elemento fortemente trasformativo per il sistema imprenditoriale in termini di evoluzione dei modelli di business, di rapporto con le filiere produttive e di posizionamento competitivo a livello internazionale. Negli ultimi anni abbiamo colto una spinta e una cresciuta consapevolezza da parte delle imprese sui temi ESG, la crisi energetica di questi mesi ha peraltro evidenziato come la sostenibilità ambientale sia strettamente connessa all’indipendenza energetica del nostro Paese, in qualche modo sta accelerando il processo di cambiamento.
Quale spazio avete immaginato per le dinamiche di innovazione insite nella doppia transizione digitale ed energetica?
In questo quadro di trasformazione, vogliamo essere facilitatori dello sviluppo dell’innovazione, altro fattore determinante per le imprese e la crescita economica. Abbiamo aderito – unica banca – come socio fondatore dei Centri Nazionali di Ricerca definiti dal Pnrr, che coinvolgono tutte le primarie università italiane attraverso un meccanismo di Hub e Spoke con l’obiettivo di sviluppare la ricerca applicata da mettere a disposizione del sistema produttivo imprenditoriale rispetto a mobilità sostenibile, digitale, ricerca medica, tecnologie agro-alimentari. Finanziamo la ricerca delle imprese con soluzioni dedicate, abbinando anche le incentivazioni oggi presenti nell’ambito di Industria 4.0. Lavoriamo a supporto delle start up innovative, in sinergia con innovation Center e Neva, per lo sviluppo di nuove imprese tecnologiche avanzate e per il match con le imprese mature. In questo ciò si inquadra l’iniziativa di valorizzazione delle start up, Up2Stars, che ci ha consentito di individuare 500 start up innovative nei settori del digitale, medicale, agricoltura. La nostra quota di mercato sulle start up innovative è del 30% a livello nazionale.
Il turismo è un segmento citato nel vostro bando: a vostro avviso in quale direzioni è opportuno si muovano le iniziative “vincenti”, a partire sia da imprese esistenti in sviluppo, sia da start up?
Assolutamente. Il turismo è tra i principali driver dell’economia nazionale e, anche grazie alle risorse del Pnrr, può guidare la ripresa del Paese. Il nostro obiettivo, in linea con il Piano, è favorire la crescita di questo settore lungo due direttrici, il miglioramento della qualità dell’offerta in termini di ricettività, e la spinta verso la sostenibilità. In questo senso stiamo facendo un lavoro molto importante anche in collaborazione con le associazioni del settore per accompagnare questa trasformazione, e abbiamo definito dei prodotti dedicati, come ad esempio lo Suite Loan, che premiamo le imprese che investono nella trasformazione di qualità della struttura alberghiera. Le imprese turistiche necessitano di piani di medio e lungo periodo per favorire la loro transizione verso lo sviluppo sostenibile, la digitalizzazione, la circolarità. Per sviluppare investimenti in tale direzione, dal 2020 ad agosto 2022 il nostro Gruppo ha erogato 6,4 miliardi di euro di nuovo credito al settore Turismo, di cui oltre 1 miliardo nel 2022. Abbiamo inoltre aderito al Fondo Rotativo per il Turismo, che prevede il co-finanziamento banca e Cdp con tassi particolarmente agevolati, e siamo lieti che sia stata finalmente istituita la sezione speciale del Turismo nell’ambito del Fondo Centrale di Garanzia per le PMI. Questi strumenti sono fondamentali per garantire crescita e facilità di accesso al credito, e grazie alla consulenza specialistica offerta dal nostro Desk Turismo accompagniamo le aziende verso investimenti strategici e una sempre maggiore sostenibilità dell’offerta, la riqualificazione delle strutture e dei servizi ricettivi e la digitalizzazione del modello di servizio. È comunque importante condividere e divulgare. Anche per le imprese turistiche abbiamo avviato un ciclo di webinar dedicati a questi temi, oltre a mettere a disposizione strumenti non finanziari come il noleggio di beni strumentali, una formula perfetta per il settore di turismo perché permette di rinnovare frequentemente le attrezzature – di ogni genere, dalle cucine ai tovagliati, dagli impianti sportivi all’illuminazione – senza ricorrere a un investimento ma semplicemente con il pagamento di un canone, deducibile dalle imposte. Migliora la finanza delle imprese turistiche, ma soprattutto consente il rinnovamento continuo dei beni, in una logica di circolarità.
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