Quasi 25 milioni di proprietari immobiliari (privati e imprese) sono pronti a sborsare i complessivi 10 miliardi di euro per il pagamento della prima rata Imu 2020, nel pieno delle polemiche per via della mancata proroga/stralcio della tassa sugli immobili considerati dal Governo “di lusso” in ogni suo effettivo. La cifra monstre che verrà incassata però rappresenta solo un quarto del gettito fiscale previsto entro la fine di giugno: dopo l’emergenza Covid, non si fermano oltre all’Imu 2020 anche il saldo-acconto Irpef (rediti persone fisiche), l’Ires (imposta redditi società) e le varie addizionali regionali e comunali.
A tutto questo, come nota l’Adnkronos, va aggiunto anche l’Iva e la Tari (rifiuti) per un totale di quasi 40 miliardi che i cittadini dovranno sborsare complessivamente nel momento di massima crisi economica dal Dopoguerra a questa parte. Nel Decreto legge rilancio si attendono novità e rinvii per alcuni settori e tasse, anche se di fatto – per il momento – l’imminente scadenza della nuova Imu (senza più Tasi, ma con medesimo costo totale) sembra del tutto confermata. (agg. di Niccolò Magnani)
10 MILIARDI DI TASSA IMU
Con la crisi dell’economia dopo la pandemia Covid-19 i conti delle realtà locali e dei Comuni sono tutt’altro che rosei: i 10 miliardi che entro domani cittadini e imprese dovranno sborsare per il pagamento della prima rata Imu 2020 da un lato daranno “respiro” ai territori, ma dall’altro rappresentano per molte aziende e lavoratori un conto salatissimo in un periodo di già estrema crisi dell’economia reale. Massimo Bagnoli e Mauro Soldini, coordinatori della Consulta dei Caf, raggiunti dal Quotidiano.net, hanno spiegato come le loro richieste di rinvii o proroghe del pagamento «non hanno trovato attenzione, anzi, con la risoluzione del Dipartimento Finanze si afferma che è competenza dei Comuni la gestione delle proprie entrate tributarie e la disciplina delle modalità di riscossione, comprese quelle relative al differimento dei termini di versamento. Il differimento deve essere deliberato dal Consiglio comunale e, soprattutto, non può riguardare la quota Imu di competenza statale relativa agli immobili a destinazione produttiva». (agg. di Niccolò Magnani)
10 MILIARDI DI EURO PER L’ACCONTO IMU
Chi paga il conto più salato in questa prima rata Imu 2020 in scadenza domani? Il conto è presto che fatto, si invertono le “consuete” tradizioni con Roma che balza al primo posto per rata più “esosa”, battendo Milano e Bologna al terzo posto. Stando al Rapporto Imu 2020 (elaborato dal Servizio Lavoro, Coesione e Territorio UIL) domani 16 giugni sono chiamati oltre 25 milioni di proprietari di immobili diversi dall’abitazione principale al pagamento della rata della nuova “maxi Imu”: verseranno in media 535 euro per la prima rata se l’immobile si trova in un capoluogo di provincia, oltre 1000 se è nelle grandi città. In tutto sono circa 10.1 miliardi di euro che enti locali e Stato incasseranno per l’imposta nata dalla “fusione” tra Tasi e “vecchia” Imu. Qui sotto trovate tutte le specifiche per i pagamenti e i calcoli della rata, ma intanto è importante registrare come alcuni settori colpiti dal Covid-19 hanno avuto lo “sconto” per questo acconto di Imu 2020.
Gli agriturismi di Lombardia e tutta Italia, come spiega il Sottosegretario del Ministro del Lavoro Giuseppe L’Abbate, «avranno esenzione della prima rata di acconto dell’IMU 2020, in scadenza il 16 giugno. Come specificato dall’art. 177 del Decreto Rilancio, ora in discussione a Montecitorio, il beneficio vale per i proprietari degli agriturismo nonché degli altri immobili a vocazione turistica, inclusi i villaggi vacanze, gli ostelli della gioventù, gli affittacamere, i bed & breakfast, i residence e i campeggi che risultino anche gestori dell’attività». (agg. di Niccolò Magnani)
PAGAMENTO PRIMA RATA IMU 2020
Oggi comincia una settimana di appuntamenti con il Fisco. Il versamento dell’acconto Imu è la prima scadenza importante dopo un periodo di sospensione legato alla crisi sanitaria. Per questa tassa non è prevista una proroga generalizzata. È il singolo Comune a decidere se differire la scadenza di questa tassa frutto della fusione tra la vecchia Imu e la Tasi. L’appuntamento con la prima rata dell’Imu 2020 scatta domani, martedì 16 giugno. La novità è rappresentata dal fatto che l’Imu assorbe appunto la Tasi, dove prevista, quindi non esiste più come imposta autonoma. Il calcolo è semplice: dovete sommare il costo complessivo dei due tributi e pagare la metà come acconto, usando i soliti codici Imu. Ricordiamo che si tratta di un tributo dovuto per tutti gli immobili diversi dall’abitazione principale non di lusso. In quest’ultima categoria rientrano le case accatastate come A1, A8 o A9. Anche un alloggio posseduto da una persona ricoverata in casa di cura viene assimilato all’abitazione principale.
Come si effettua precisamente il calcolo dell’Imu 2020? Bisogna partire dalla rendita catastale, aumentata del 5 per cento. Nel caso delle abitazioni, la rendita così rivalutata va moltiplicata per 160. Al risultato si applicano poi le aliquote previste nel 2019 per l’Imu e, se prevista, Tasi. Il codice tributo per case non abitazione principale e altri immobili è 3918, invece per le abitazioni principali di lusso è 3912. L’Imu 2020 può essere pagata con modello F24, bollettino postale o attraverso i sistemi di Pagopa. Non è dovuta però se il tributo annuo è inferiore a 12 euro.
IMU 2020, DOVE SLITTA: ELENCO COMUNI
In questi giorni però il Ministero dell’Economia ha fatto delle precisazioni sulla possibilità di rinvio della scadenza del 16 giugno dell’Imu 2020. La possibilità di proroga è concessa ai Comuni, che devono stabilirla con delibera apposita. Ma può disporla solo per la quota di propria competenza, senza quindi rinviare la scadenza del pagamento dell’acconto dovuto sugli immobili di categoria catastale D. In pochi però si stanno muovendo in tal senso. C’è Venezia che ha spostato la data al 16 luglio. Taranto sta decidendo di spostarla al 16 settembre per le famiglie e al 16 dicembre per le imprese colpite dal lockdown. A Bari e Messina si pensa ad una moratoria di interessi e sanzioni. Roma ha sospeso fino al 30 settembre l’invio degli avvisi di accertamento, ma col ravvedimento si potrà sanare l’eventuale ritardo versando la sanzione minima ridotta pure dopo un anno dalla scadenza. Per quanto riguarda le grandi città, secondo quanto riportato dal Sole 24 ore, vanno all’incasso Ancona, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Modena, Napoli, Padova, Palermo, Pescara, Prato, Roma, Torino e Trieste.