È arrivata infine anche nel 2024 la temuta data del 17 giugno che segna la scadenza del pagamento della prima rata dell’IMU, ovvero l’imposta municipale unica che deve essere obbligatoriamente versata da tutti i proprietari di immobili diversi dalla cosiddetta ‘prima casa’, salvo alcune eccezioni ed esenzioni che vedremo a brevissimo. Il pagamento di oggi è da intendere come un acconto pari al 50% del totale dell’imposta, mentre la seconda metà andrà versata non oltre il 16 dicembre 2024; ma resta sempre ferma la possibilità (poco sfruttata) per i contribuenti di versare già oggi l’interezza dell’IMU di quest’anno.
Secondo alcune stime citate da Ansa dovrebbero essere circa 25 milioni i proprietari di immobili che oggi correranno a pagare l’imposta municipale, con un gettito per l’Erario stimato in circa 11 miliardi di euro, ai quali se ne dovranno aggiungere altrettanti a dicembre: complessivamente dalla sua introduzione nel 2012 per volere dell’allora governo Monti, l’IMU ha fruttato quasi 300 miliardi di euro alle casse dello Stato e – non a caso oggi – Confedilizia nella persona del presidente Giorgio Spaziani Testa è tornata ad insistere sulla necessità di rimodulare (o eliminare del tutto) l’imposta comunale che colpisce “la tradizionale forma di investimento degli italiani” con impatti oltre che economici anche “sul piano sociale”.
Come pagare la prima rata dell’IMU 2024: tutto quello che c’è da sapere
Tornando a noi dopo le sempre immancabili polemiche: per i contribuenti rimane l’obbligo – pur supportando il grido di Confedilizia – di pagare almeno la prima rata dell’IMU 2024 entro oggi, tenendo ben a mente che è stata confermata l’esenzione sulla prima casa. Il pagamento odierno, infatti, interesserà solo gli immobili che rientrano nella categoria di fabbricati, aree fabbricabili e terreni agricoli, con la prima casa tassata solamente se considerata ‘di lusso’ (classi A/1, A/8 e A/9); mentre tra i contribuenti che dovranno pagare la prima rata dell’IMU 2024 figurano – oltre ovviamente ai proprietari dell’immobile – i titolari del diritto reali di uso/usufrutto, i concessionari di aree demaniali, i locatari degli immobili e tutti i genitori assegnatari della casa familiare su provvedimento del giudice.
Il pagamento della prima rata dell’Imu 2024, fortuitamente, è piuttosto semplice e per assolverlo ci si potrà sempre rivolgere ad un CAF ACLI per contare sul supporto di un operatore; ma chiunque non avesse tempo potrebbe sempre pagare attraverso il sempre utile Modello F24 o il bollettino che si può trovare in un qualsiasi ufficio delle Poste Italiane: in quest’ultimo caso – però – è bene che teniate a mente che occorrerà pagare l’IMU separatamente per ognuno dei comuni in cui si trovano gli immobili di proprietà.
Eccezioni ed esenzioni dell’IMU 2024: chi non deve pagarla
Insomma, pagare l’IMU 2024 è veramente semplicissimo, ma prima che corriate in una Posta, oppure a recuperare il Modello F24, ci teniamo a farvi presente che esistono anche delle eccezioni importanti: in primo luogo la tassa municipale va pagata pressoché in ogni Comune del nostro territorio, ma in Friuli, a Trento e a Bolzano funziona in modo leggermente diverso e – in quel caso – dovrete pagare l’Imis e l’Imi, sempre con l’F24, oppure i bollettini postali. Similmente, non vi spetterà pagare la prima rata dell’IMU nel caso in cui possediate una sola abitazione che è considerata la ‘principale’ (ovvero nella quale si risiede anagraficamente, o si vive abitualmente); fermo restando anche la doppia esenzione per i coniugi con residenze in immobili e comuni differenti.
Sono inoltre esonerati dalla prima rata dell’Imu 2024 anche i pensionati iscritti all’Aire, che risiedono all’estero e posseggono – al contempo – un immobile in Italia non locato, unitamente agli immobili concessi in comodato d’uso gratuito ai propri parenti in linea retta entro il primo grado. Ma ancora: sono esonerati dal pagamento dell’IMU anche gli immobili di proprietà delle cooperative; gli alloggi sociali; le case assegnate ad uno dei due coniugi dopo la separazione e la casa di proprietà di qualsiasi dipendente delle Forze dell’Ordine anche senza la residenza anagrafica nell’immobile in questione.