La Corte costituzionale si è riunita oggi in camera di consiglio per esaminare la questione relativa ai limiti dell’esenzione dell’Imu per il nucleo familiare. Si tratta di una vicenda la cui legittimità è stata sollevata dalla Commissione tributaria provinciale di Napoli riguardo l’esenzione disciplinata nel quinto periodo del secondo comma dell’articolo 13 del decreto legge 201/2011, convertito nella legge 214/2011 e poi modificato. I giudici, dunque, oggi sollevano una questione di costituzionalità. La Corte di Cassazione ritiene che l’esenzione dall’imposta municipale unica (Imu) per l’abitazione adibita a dimora principale del nucleo familiare va esclusa se uno dei componenti ha una residenza anagrafica in un immobile ubicato in un altro Comune. La Corte costituzionale ha deciso di sollevare davanti a se stessa la questione della costituzionalità della regola generale, fissata nel quarto periodo dello stesso articolo 13.
LA QUESTIONE DEI LIMITI ALL’ESENZIONE IMU
Lo fa sapere l’Ufficio comunicazione e stampa della Corte costituzionale, che riporta il dubbio della stessa sulla legittimità costituzionale (in relazione agli articoli 3, 31 e 53 Costituzione) del riferimento alla residenza anagrafica e alla dimora abituale non solo del proprietario dell’immobile, come era nella versione originaria dell’Imu, ma anche del suo nucleo familiare. Quest’ultimo, infatti, potrebbe rappresentare un elemento di ostacolo all’esenzione per ogni componente della famiglia che ha la residenza anagrafica ed effettiva dimora abituale in un immobile diverso. Dunque, la Corte costituzionale ritiene che la questione sia pregiudiziale rispetto alla questione sollevata appunto dalla Commissione tributaria provinciale di Napoli. Nelle prossime settimane, precisa l’Ufficio stampa della Corte, saranno depositate le motivazioni dell’ordinanza di autorimessione di oggi.
Da un punto di vista pratico, la questione è problematica, ad esempio, per coniugi residenti in Comuni diversi. Entrambe le abitazioni andrebbero esonerate, secondo quanto ad esempio indicato dal Mef in una circolare, ma tale soluzione non soddisfaceva la Cassazione, secondo cui l’esonero non spetta a nessuno dei due coniugi. Le interpretazioni, dunque, sono diverse: da quella più restrittiva, secondo cui nessuna delle due abitazioni va esonerata, ad una intermedia secondo cui invece l’esenzione si attribuisce ad una sola abitazione. Ora la Corte Costituzionale solleva una questione di costituzionalità davanti a se stessa.