È andato in onda ieri su Rai3, lo speciale condotto da Pino Strabioli tutto dedicato al racconto della vita pubblica e privata di Mina Anna Maria Mazzini, In arte… Mina. Ma ‘Mina’ non è il suo unico ‘pseudonimo’: universalmente è riconosciuta anche come la ‘Tigre di Cremona’, soprannome che si è guadagnata dando prova, nel corso della sua esistenza artistica, di saper effettivamente ‘ruggire’ come nessun altro. Ciò che la accomuna alla tigre è anche la capigliatura rosso-aranciata caratteristica, con cui ha saputo giocare senza mai ‘giocarsi’, piuttosto, la personalità. Si dice infatti che sia sintomo di ‘scarsa personalità’ modificare troppo e troppo spesso il proprio look (come Mina ha evidentemente fatto), ma nel suo caso era più un modo per affermare la sua poliedricità. Per chi ne curava l’immagine, Mina era praticamente una tela bianca, e questo soprattutto perché lei stessa concedeva loro di sperimentare grandemente e anche un po’ arditamente. Non tutte le scelte di stile risultarono riuscite, almeno in termini di eleganza: ricordiamo, per esempio, quando con la copertina del suo album del 1991 intese provocare direttamente chi le aveva dato della ‘grassa’, facendosi ritrarre in maniera caricaturesca con un corpo esageratamente largo. Tuttavia, nessuna delle sue mosse è mai passata inosservata, a riprova che – in qualche modo – Mina deve aver dato un contributo nel far crescere questo Paese dal punto di vista dell’arte e della sperimentazione in quest’ambito.



La ‘brava’ Mina

Impossibile parlare di Mina senza far riferimento alla sua ‘bravura’ nel cantare. Mina era ed è così, semplicemente ‘brava’, talentuosa, come Bruno Canfora le fa ripetere continuamente nel ritornello di una canzone dal titolo emblematico. Quel brano nacque come una scommessa: Canfora, il suo autore, non le aveva mai fatto un complimento esplicito. Forse non era del tutto persuaso della sua virtuosità, o forse voleva solo che puntasse ancora più in alto, che non pensasse già di essere ‘arrivata’. Le disse: “Ti dirò che sei brava solo se riuscirai a cantare ‘Brava’”. E non è difficile da immaginare come sia andata a finire.



Cosa rappresenta, nella comunicazione, il ritiro di Mina

Al di là dell’apparente svagatezza della melodia, ‘Brava’ è una canzone che solo le vere ‘brave’ possono permettersi di cantare (senza stonature, s’intende). Giorgia, che pure viene paragonata a Mina dallo stesso Pino Strabioli, fa notare la stessa cosa: Mina ha un’estensione vocale non comune, eccezionale, oltre a un timbro riconoscibilissimo che la rende una delle cantanti con più carattere al mondo. Talmente tanto carattere che è stata la prima (o comunque una delle uniche) ad aver preso la decisione drastica di ritirarsi dalle scene, a un certo punto della sua carriera. Viene da chiedersi se sia stata una scelta più coraggiosa o – al contrario – da vigliacca; più altruistica – nel senso di voler lasciar spazio alle nuove leve – o più egoistica – dal momento che, oggettivamente, ha privato il suo pubblico della sua presenza. Domande a cui tutt’oggi è difficile dare una risposta, e che portano Mina a divenire oggetto di studio non solo in quanto cantante, ma anche e soprattutto in quanto ‘fenomeno’ – in tutti i sensi – della comunicazione di massa.

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