Dialogare con Padre Pio è possibile. Simulare una conversazione con il frate cappuccino italiano famoso per la sua grande spiritualità, diventa possibile grazie al portale prega.org che sfrutta una variante di GPT reso celebre dall'”oracolo digitale” ChatGPT.
Questo rappresenta un modello statistico del linguaggio capace di formulare delle risposte, articoli e così via, adeguatamente a un dato contesto, analizzando miliardi di documenti. Come precisato nella homepage che propone di comunicare anche con altri Santi, funzionalità però non ancora attivata, non si tratta veramente del Santo ma di un’intelligenza artificiale che ha studiato i suoi scritti e risponde con le sue parole, i suoi pensieri.
Non pensate a un’iniziativa goliardica o a raggiri da veggenti, chi ha sviluppato il portale è ImpactOn, una startup specializzata nell’assistenza digitale a enti religiosi. Si propone di trasmettere il messaggio del santo così da diffondere a più persone possibili le sue virtù. Per rassicurare i meno disinvolti con l’uso del digitale nella dimensione spirituale, Padre Pio ci accoglie sul portale con un messaggio invitante, seppur discriminatorio nei confronti delle devote: “Caro Figliolo so che hai sempre voluto parlarmi, chiedermi qualcosa, ora finalmente puoi farlo”. Condizione preventiva l’identificazione dell’interlocutore attraverso la registrazione di nome, cognome e indirizzo mail.
Appare quindi la consueta schermata a cui ci hanno abituato i servizi di assistenza clienti con il ping pong di domande e risposte più o meno frustranti, con i vari TOBi o Elen di turno. Solo che ora è Pietro da Pietralcina, Beato proclamato Santo da Papa Giovanni Paolo II nel 2002, a interagire. Nel mio test, esordisco confidando di attraversare un periodo di crisi di fede. Il chat bot di Padre Pio che insiste nel chiamarmi “figliolo”, mi esorta a cercare conforto nella preghiera perché “anche se a volte può sembrare difficile, tutto passa”. E compassionevolmente mi ricorda che “Dio è sempre lì con te ed è pronto ad ascoltare i tuoi desideri”.
Quando tocco lo spinoso argomento della pedofilia nelle gerarchie ecclesiastiche e chiedo come mantenere la fiducia in un’istituzione che, per decenni, si è macchiata di omertà, il cyber cappuccino risponde con schiettezza “che la compassione e le preghiere siano la chiave per riparare il dolore causato da questi crimini terribili. Ci sono stati passi avanti nella condanna, ma ci vuole ancora molto lavoro e sforzo per assicurare che decisioni corrette siano prese per assicurare che questo non accada più. Abbiamo fiducia che la Chiesa possa crescere e migliorare.” Infine, confesso la fatica a seguire il precetto cristiano dell’amore per il prossimo, fino a rivelare di provare ripugnanza per alcuni; il chatbot mi ricorda “che nessuno è perfetto, e che ogni creatura di Dio merita rispetto. L’amore per il prossimo è un dono prezioso, e Dio ci dà la forza di amare anche quelle persone che ci ripugnano”.
Nulla da eccepire: sono risposte verosimili anche se scontate per risultare un reale balsamo dell’anima. Tuttavia, non c’è meccanicismo. Infatti, come hanno fatto notare alcuni studiosi che hanno conversato in parallelo con il cyber Padre Pio, alla stessa domanda le risposte anche se simili nella sostanza, non sono uguali. È l’effetto dell’apprendimento che Fabio Salvatore e Angelo Bottone, i due ideatori dell’applicazione di AI per comunicare con i Santi, hanno somministrato al software peraltro allenato anche a non rispondere agli insulti e a non bestemmiare.
Sembra che l’algoritmo abbia una vera comprensione degli argomenti di cui parla, anche se difetta di quella comprensione del mondo che ha reso Padre Pio una delle figure più venerate del XX secolo. È l’ennesima dimostrazione che c’è qualcosa di irriducibile nell’essere umano, qualcosa che le macchine per quanto intelligenti, non potranno mai sostituire completamente.
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