Malattie scomparse tornano a colpire l’Europa. Si tratta di tetano, difterite e altre gravi patologie scomparse da decenni in Europa, che stanno tornando a spaventare il Vecchio Continente. La conferma, spiega La Verità, è arrivata dalla Francia: già da qualche anno, qui, le strutture sanitarie hanno constatato la ricomparsa di alcune malattie. L’ultimo a segnalarne il ritorno è stato il dottor Christian Recchia della trasmissione Votre forme, in onda ogni sabato dalla radio Rmc. Su Yahoo France, l’esperto ha lanciato un nuovo allarme. “Difterite, colera, tubercolosi, morbillo sono delle malattie che stanno riapparendo. E questo è molto grave”, ha spiegato.
Il dottor Recchia ha spiegato che queste patologie hanno “una trama identica e trasversale” che passa per “la salubrità, la pulizia, l’igiene”. Alcuni semplici comportamenti, oggi, non sembrano neanche più praticati: “Fare la doccia, lavarsi le mani, passare (i tessuti, ndr) sotto il vapore, sono gesti essenziali per evitare questo tipo di patologie”. C’è poi la “catastrofe degli sputi” che permettono “il dispiego di tutto quanto è necessario per lanciare una patologia”. La Francia, dunque, sta attraversando una sorta di regressione in materia di pulizia e sanità. Questo, nonostante il Covid che aveva abituato all’uso di prodotti antibatterici e antivirali.
Francia, ricomparse malattie potenzialmente mortali
Cosa ha portato, in Francia, alla ricomparsa di malattie potenzialmente mortali, scomparse da decenni? Il sito di Matmut, una delle principali compagnie assicurative francesi, nel 2019 spiegava che “negli ultimi anni si è visto il ritorno di queste malattie che si credevano essere eradicate come lo scorbuto, il colera, la peste o ancora il morbillo”. Per il sito si trattava di un fenomeno non solo europeo e legato alla “povertà che riguarda quasi la metà della popolazione mondiale”. Inoltre, “grazie all’aviazione, gli scambi tra la maggior parte dei Paesi sono facilitati”. Aggiungeva poi che “la migrazione di popolazioni vittime di guerre o della povertà accentua, da un lato, il ritorno di alcune malattie dimenticate nel mondo occidentale”. A favorire queste malattie è anche il “turismo di massa nei Paesi ancora interessati da certe infezioni”.
Nel 2017, bimestrale Santé Publique, edito dalla Sfsp, Società Francese di Salute Pubblica, scriveva che sebbene “la Francia sia considerata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità un Paese con una debole incidenza della tubercolosi (8,2 casi su 100.000 abitanti)”, in alcune zone c’erano dei picchi, come in quella Seine-Saint-Denis (a nord di Parigi, ndr), definita “il dipartimento con la più importante incidenza della tubercolosi in Francia, prima della Guyana” pari a “28,2 casi su 100 000 abitanti”. Secondo la rivista, “queste cifre si spiegano attraverso la storia del dipartimento, terra di accoglienza di correnti migratorie francesi” provenienti da “certi Paesi con un’elevata tubercolosi endemica”. Nel 2012 l’incidenza della malattia era diminuita del 10% ma alcune regioni continuavano a registrato un alto numero di malati.