Da oltre un anno, come sarà tristemente ben noto, alle porte dell’Europa si combatte la difficile e violenta guerra tra Russia ed Ucraina. A tutti gli effetti si tratta del primo vero e proprio conflitto che l’Europa si trova, in qualche modo, a combattere dalla fine della seconda guerra mondiale, senza contare la guerra fredda che non ha mai visto uno scontro armato. Oltre alle armi, però, importantissimo è anche l’impiego della propaganda.
L’uso del sistema di controllo dell’opinione pubblica, oltre che nella guerra tra Russia ed Ucraina, ha trovato un terreno fertile quando le informazioni viaggiavano lentamente e la presa diretta era pressoché impossibile. Chiunque, probabilmente, ricorderà la foto del vietcong giustiziato dall’ufficiale vietnamita, che creava quel senso di distanza tra buono e cattivo, giusto e sbagliato, ma che ignorava gli antefatti. Ora come allora, infatti, la propaganda nasconde anche molto spesso (se non sempre) la realtà dietro alle informazioni, di fatto manipolando la realtà a suo piacere. Con la guerra tra Russia ed Ucraina, però, sembra che il mezzo di controllo sia tornato in auge con tutta la sua forza, dimostrando anche però una certa fallibilità.
La propaganda nella guerra tra Russia e Ucraina
Se prima della guerra tra Russia ed Ucraina, infatti, la propaganda si dimostrava efficace, ora sembra essere un campo sempre più sfumato e complesso. L’ultimo conflitto che l’Europa ricordi di aver seguito direttamente è indubbiamente quello in Afghanistan, che però non fu vissuto ad armi spianate, ma esclusivamente mediato dal punto di vista informativo dal potente alleato americano la cui parola ancora oggi è considerata insindacabile.
Nella guerra tra Russia e Ucraina quell’insindacabilità è venuta meno, perché l’alleato non si interessa e non cerca di limitare o vincolare le informazioni dal fronte. Così la maschera della propaganda cade e dimostra la sua fragilità in una società in cui ormai le informazioni viaggiano quasi alla velocità della luce, su una quantità di canali difficilmente controllabili. La Russia, potente e maestosa come il suo leader, sostiene di non avere bisogno di nulla per combattere la guerra in Ucraina, mentre Kiev, affamata e usurpata, batte cassa (di munizioni) in Europa. Nel frattempo, però, Mosca non sembra avere il coltello dalla parte del manico, perdendo terreno e cedendo alle controffensive di Kiev, che a sua volta si mostra debole e fragile, ma tiene salde le sue linee.
Tra Russia e Ucraina di chi ci si può fidare?
Insomma, rimane da capire una cosa, di chi ci si può fidare nella guerra tra Russia ed Ucraina? Del “cattivo” Cremlino, che ha assalito impropriamente una nazione indifesa? Oppure dell’usurpata Kiev, che spiazzata e indifesa si è trovata a combattere contro il suo personalissimo Polifemo? Probabilmente di nessuno, perché se da un lato la dittatura a Mosca ormai sembra evidente (emblematico il divieto di parlare di guerra, pena il carcere), è anche vero che dall’altro l’immagine occidentale è basata esclusivamente sui racconti e resoconti di Zelensky, ignorando (come per il vietcong) tutto ciò che sta attorno alla narrativa allineata.