In un momento storico in cui il rock’n’roll sembrava aver perduto la sua strada, l’unica cosa da fare era tornare all’innocenza dei suoi primi passi, all’energia e alla voglia di puro divertimento con la quale questa musica era nata negli anni 50. “Che tutta la vita potesse essere un sabato sera” era la grande promessa che Elvis Presley aveva lanciato, ma alla fine degli anni 70 questo sogno sembrava ormai sfumato del tutto. Il nichilismo di una società impoverita di ideali e possibilità di lavoro, era diventato il grido di rivolta senza speranza del punk, mentre i grandi eroi del passato sembravano vagare senza più ispirazione. Fu un ragazzetto del New Jersey a rilanciare la sfida del rock’n’roll, Bruce Springsteen, con la sua angoscia adolescenziale e il coraggio di rilanciare una sfida di ottimismo nella musica rock.
Per Marvin Lee Aday, soprannominato Meat Loaf (“polpetta” per il suo fisico massiccio e decisamente ciccione), un attore e cantante che si esibiva da diversi anni in particolare prendendo parte al tour comico musicale National Lampoon (dove si stavano facendo le ossa personaggi come John Belushi) e che era salito alla ribalta grazie alla partecipazione nel musical comico-gotico The rocky horror picture show in una parte memorabile, quella di Eddie, c he entra in scena rompendo un muro a bordo di una fiammante motocicletta, simbolo stesso del rock’n’roll, cantando Hot Patootie/Bless My Soul, la strada era quella indicata da Springsteen. Dopo aver conosciuto il compositore Jim Steinman, i due unirono le forze per creare un universo tutto loro, fatto di ragazze, macchine, voglia di ballare, innocenza e divertimento. Il cantante e chitarrista Todd Rundgren, che prese parte alle incisioni del disco di esordio e di successo planetario del duo, Bat out of hell, disse che “Steinman fu fortemente influenzato dalla angoscia adolescenziale suburbana di Bruce Springsteen”. Secondo il manager David Sonenberg, “Jim inventava sempre questi grandi titoli e poi scriveva una canzone che cercava di giustificare la grandezza del titolo”. Per ottenere un sound che ricordasse i giorni di gloria del rock’n’roll, in particolare il sound di Phil Spector, all’incisione del disco presero parte proprio il pianista Roy Bittan e il batterista Max Weinberg della band di Springsteen, oltre a decine di grandi musicisti dell’epoca.
Il disco era una sorta di musical o di opera rock che prendeva spunto da un altro musical a cui Steinman stava lavorando da tempo, ispirato a Peter Pan in versione rock, contenente canzoni irresistibili dall’inizio alla fine e contro ogni logica di mercato, della durata di anche dieci minuti. Nonostante questo l’album cominciò a vendere circa 200mila copie all’anno: oggi se ne contano oltre 40 milioni in tutto il mondo.
La title track, la splendida e romantica You took the words right out of my mind, l’epica Paradise by the dashboard light, raccontano la storia di un personaggio che muore in un incidentemotociclistico e va con la memoria indietro nel tempo, ai suoi 17 anni e le sue avventure amorose con nostalgia e desiderio di ritrovare la voglia di vivere. Nelle canzoni, passaggi che celebrano il rock’n’roll e i suoi riti, frasi come “Non c’è nessuna Coupe de Ville nascosta in fondo a una scatola di Cracker Jack”. Cracker Jack è un marchio americano di snack che consiste in popcorn al gusto di melassa, ricoperti di caramello e arachidi, ben noto per essere confezionato con un premio di banale valore all’interno mentre la Coupe de Ville era una delle macchine più amate dai teenager americani, una frase che ben descriveva la fine delle illusioni adolescenziali.
Il video di una esibizione live di Paradise by the dashboard light rimane immortale mostrando la incredibile carica di performer di Meat Loaf nonostante la stazza. Sebbene nel video appaia la cantante Karla DeVito che faceva parte della live band di Meat Loaf, la musica è quella del disco dove canta Ellen Foley. Il duetto tra Meat Loaf e la DeVito è comunque irresistibile, una amante che sbraita al suo ragazzo se ha deciso di stare con lei tutta la vita e lui che cerca di sfuggirle continuamente.
Per il brano che apre il disco e intitola il disco, Steinman si ispirò alle cosiddette “car crash song”, un genere emerso negli anni ’50 e ’60, quando in cui il numero di ragazzi uccisi in collisioni di veicoli stava aumentando rapidamente in molti paesi, brani come Leader of the Pack, Terry e Tell Laura I Love Her.
Nel 1993 e nel 2006 Steinman e Meat Loaf avrebbero ripreso la storia di Bat out of hell con minor successo. Meat Loaf è morto per problemi non specificati: sebbene fosse molto dimagrito da tempo, probabilmente il fisico non era del tutto a posto. In modo curioso, Jim Steinman era morto l’aprile dello scorso anno. Li immaginiamo come nella copertina di Bat out of hell: a bordo di una potente motocicletta entrare come un dei fulmini nelle loro tombe, per emergerne giovani e gloriosi come li avevamo conosciuti.