In Russia, come in buona parte del resto del mondo, con l’uscita nelle sale del film Barbie, diretto da Greta Gerwig e distribuito da Warner Bros, è scoppiata una vera e propria mania. Sono, infatti, state tantissime le persone in tutto il paese desiderose di guardare la pluriacclamata produzione, nonostante dallo scorso anno l’azienda hollywoodiana ha lasciato il territorio del Cremlino, seguendo la scia delle sanzioni imposte dall’occidente. Ma i cinema della Russia, desiderosi a loro volta di cavalcare l’onda della domanda di Barbie, hanno trovato, rapidamente, un modo per proiettare la pellicola, in barba tanto alle sanzioni, quanto alle richieste dello stesso governo russo, che controlla ogni proiezione effettuata.
Russia: i cinema aggirano la sanzioni per proiettare Barbie
Insomma, nella Russia ormai privata dalla maggior parte delle aziende cinematografiche occidentali (come Warner Bros, anche Disney, Paramount, Universal, Sony Pictures e Netflix hanno ritirato i loro contratti di fornitura russi) i cinema locali devono ingegnarsi. Oltre alle sanzioni, infatti, lo stesso Cremlino, tramite il suo Ministero della Cultura, controlla le proiezioni, al fine che non si diffondano modelli e stili di vita occidentali, peraltro centrali nel film di Greta Gerwig.
Dallo scoppio della guerra, i cinema della Russia hanno subito un pesante calo, trovandosi senza i film occidentali, e senza nuove produzioni russe, costretti a proiettare vecchie copie di film già acquistati. Barbie, però, è stato visto come una sorta di possibile redenzione all’industria ormai logorata, e come racconta il quotidiano Financial Times, i distributori locali hanno deciso di rivolgersi a mercati secondari. Diverse copie del film, infatti, sono state acquistate in Kazakistan, già doppiate in russo, oppure da mercati europei, richiedendo però anche la necessità di doppiarli, in modo indipendente. Molte copie di Barbie in Russia erano riprese dai cinema occidentali, con qualità estremamente scadente, che hanno tuttavia assolto perfettamente alla volontà dei russi, desiderosi di far parte della Barbie-mania.