Mario Fillioley, docente di Lettere in quel di Siracusa, ha pubblicato sulle pagine di Specchio una riflessione sulla difficoltà a leggere che moltissimi ragazzi ancora in terza media provano, partendo dalla sua singolare (o forse non così tanto) esperienza. In una delle sue classi terze, racconta, da inizio anno è riuscito a far concludere ai ragazzi due libri, solo che per farlo si è “mezzo inventato” un sistema innovativo.
Per far leggere i ragazzi di terza media, infatti, fermo restando che se legge uno ad alta voce gli altri lo ignorano e che se leggono a mente, nessuno legge veramente, “accendo una cassa bluetooth che diffonde la lettura dell’attore a un volume apprezzabile e loro seguono”. Un sistema, forse, non troppo diverso dalla lettura ad alta voce, ma che si bassa sull’osservazione del fatto che “mi sono reso conto [che] se accendi un qualsiasi dispositivo, per riflesso pavloviano, si ammutoliscono“. Però, ammette, forse questo non fa leggere veramente i ragazzi, ma almeno “rivolgono l’attenzione verso l’input, e si predispongono ad ascoltare“.
Il docente: “Se per i ragazzi leggere è impossibile, lo è anche il mio lavoro”
Ma se far leggere un libro in terza media ha richiesto un metodo innovativo, ben peggiore si è rivelata l’esperienza di proporre un testo ‘informativo’, ovvero “articoli semiseri, presi da Focus o riadattati con tagli e semplificazioni da qualche quotidiano”. Così, ogni giorno da quel momento è diventato un continuo “ma dobbiamo leggere anche i numerini“, che riportano alle note e spiegano concetti che, puntualmente, vengono poi chiesti al docente.
Ma l’aspetto ancora più critico di cercare di far leggere a dei ragazzi di terza media, racconta ancora il docente, è che mentre loro leggono e gira tra i banchi “mormorano parole mentre leggono col dito per non saltare il rigo, e mi accordo che non è che non riescono, è che proprio, dentro la loro testa, si stanno chiedendo cosa devano fare, dove devono cercare, e soprattutto perché”. E a fronte di tutte queste difficoltà a leggere dei ragazzi, al docente non rimane che una certezza: “Il lavoro di un insegnante di lettere alle scuole medie è un lavoro impossibile: semplicemente non si può fare, è una mansione che non può essere svolta”.