Come ha dimostrato il “raid” dei neoborbonici oggi a Napoli, il degrado della fu gloriosa stazione Bayard è un perfetto esempio di come la valorizzazione del Meridione abbia negli anni perso sempre maggior spinta e sostegno tanto economico quanto sociale. A 180 anni dalla inaugurazione della prima linea ferroviaria italiana, dello splendore della stazione Bayard rimane ben poco: fu utilizzata fino alla definitiva costruzione della stazione di Napoli Centrale (nel 1867, ndr), e doveva in teoria rappresentare una unificazione delle due linee tra Nord e Sud. Ma da quell’anno di fatto la stazione-simbolo fu relegata a ruoli “secondari”: come riporta oggi Panorama in un lungo focus, «durante uno dei molti violenti bombardamenti su Napoli del 1943 l’edificio della stazione Bayard fu gravemente danneggiato e di seguito abbandonato». Ad oggi, come lamentano i neoborbonici, la stazione è poco più che un rudere vicino alla Stazione Nolana della Circumvesuviana, proprio nel luogo dove 180 fa Napoli resse il primato fra tutte le città d’Italia. (agg. di Niccolò Magnani)
GLI EVENTI PER I 180 ANNI DALLA PRIMA FERROVIA ITALIANA
Inaugurazione della prima linea ferroviaria italiana, sono tanti gli eventi per celebrare una ricorrenza fondamentale della storia dei trasporti del Paese. Come riporta Latitudeslife, Fondazione FS Italiane ha organizzato diversi appuntamenti al Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa. Da oggi, giovedì 3, a domenica 6 ottobre sarà possibile prendere parte a una serie di iniziative a dir poco interessanti, basti pensare all’inaugurazione del circuito del “Vapore vivo”: si tratta di una riproduzione di un treno a vapore in miniatura allestito nel piazzale del Museo partenopeo, seguita da una performance musicale a cura della banda della Nato. Segnaliamo il convegno “Dalla produzione al museo, ovvero dall’operaio all’architetto” ma anche l’esibizione musicale “L’attore”, che vedrà protagonista Massimo Masiello nella sala delle Locomotive a Vapore. Ma non solo: da non perdere i concerti della Banda dei Carabinieri e del duo musicale Le Ebbanesis. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
INAUGURAZIONE PRIMA LINEA FERROVIARIA ITALIANA, BORBONICI CONTESTANO A NAPOLI
È atteso sabato l’arrivo di Mattarella a Napoli per festeggiare i 180 anni dalla inaugurazione della prima linea ferroviaria italiana, ma il clima è “diviso” tra chi intende festeggiare un grande primato del Sud per la costituzione dell’Italia moderna e chi invece contesta il degrado purtroppo raggiunto dal Meridione negli ultimi 50 anni. Come riporta VesuvioOnline, il Movimento Neoborbonico in queste ore ha piazzato sul corso Garibaldi a Napoli un enorme striscione per evidenziare il degrado e l’abbandono in cui versa la famosa stazione napoletana dove partì la prima ferrovia italiana: «3 ottobre 1839-3 ottobre 2019, così hanno ridotto la prima ferrovia italiana» è lo slogan del movimento Neoborbonico “Memoria Orgoglio e Riscatto”. Negli scorsi giorni i nostalgici dei tempi di Ferdinando II di Borbone hanno anche inviato gratuitamente un progetto di restauro e valorizzazione del museo, per provare ad innalzare turismo e lavoro attorno ad un reperto storico visto che ad oggi il livello di degrado è purtroppo maggiore degli sforzi statali e locali per mantenerla in vita. (agg. di Niccolò Magnani)
A BORDO 60 UFFICIALI E LA BANDA REALE
Sono tanti i dettagli emersi in queste ultime ore riguardanti l’inaugurazione della prima ferrovia italiana, a cominciare dalla data di inizio dei lavori, l’8 agosto del 1838. Dopo circa tredici mesi venne completato il primo tratto ad un solo binario, e prima dell’inaugurazione venne aggiunto anche un secondo binario. Come riportato da IlPost, il giorno del taglio del nastro il re Ferdinando II si fece trovare nella villa del Carrione al Granatello di Portici e a mezzogiorno diede il segnale di partenza alla locomotiva dicendo: «Questo cammino ferrato gioverà senza dubbio al commercio e considerando come tale nuova strada debba riuscire di utilità al mio popolo, assai più godo nel mio pensiero che, terminati i lavori fino a Nocera e Castellammare, io possa vederli tosto proseguiti per Avellino fino al lido del Mare Adriatico». Il convoglio era composto da ben otto vagoni, e fece i 7.25 chilometri che separano Napoli da Portici in circa dieci minuti. A bordo, 48 invitati nonché 60 ufficiali, 30 fanti, 30 artiglieri e 60 marinai, in rappresentanza dell’esercito reale. Nell’ultima vettura presente anche la banda della guardia reale. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
INAUGURAZIONE PRIMA LINEA FERROVIARIA: NAPOLI CAPITALE TECNOLOGICA
La linea ferroviaria Napoli-Portici fu fortemente voluto dal Re Ferdinando II. In quell’epoca, a differenza invece di quanto accade oggi, il meridione si sviluppò rapidamente, e nel giro di un paio di decenni divenne una delle zone più avanzate dal punto di vista tecnologico, non soltanto d’Italia ma dell’intera Europa. A progettare e a realizzare la prima ferrovia italiana fu l’ingegnere Armando Giuseppe Bayard de la Vingtrie, che ottenne la concessione nel 1836 per realizzare una linea che collegasse la capitale dell’allora Regno delle Due Sicilie con la regione Campania. Fu così che poco dopo l’inaugurazione la linea venne estesa a Castellammare di Stabia, e quindi due anni più tardi a Pompei, Angri, Pagani e Nocera Inferiore. A percorrere la tratta fu per prima la locomotiva chiamata Vesuvio, con una velocità massima di 50 chilometri orari e una potenza di 65 cavalli, numeri “da paura” all’epoca per un treno. In contemporanea alla nascita della linea ferroviaria, Re Ferdinando II creò un popolo industriale, leggasi le Officine di Pietrarsa, fabbrica di artiglieria poi riconvertita alla costruzione di locomotive e all’assemblaggio del materiale rotabile, che nel 1860 contava più di 1000 lavoratori. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
INAUGURAZIONE PRIMA LINEA FERROVIARIA
ggi è l’anniversario dell’inaugurazione della prima linea ferroviaria italiana. E’ il 30 ottobre del 1839, esattamente 180 anni fa, quando il primo percorso di strada ferrata in Italia, quello di 7 chilometri e 640 metri tra Napoli e Portici, vede muovere la prima locomotiva. Oggi i tempi sono molto cambiati, ma il treno ancora rappresenta quella linea affascinante di progresso che significò per l’intera popolazione italiana quella prima inaugurazione ferroviaria. Oggi, anche se ci sono ancora molte zone diseguali in Italia per quanto riguarda le linee ferroviarie, stiamo vivendo l’era dell’alta velocità, che sta contribuendo ad avvicinare notevolmente diverse aree del Paese. E così già da dopo l’anniversario dell’inaugurazione della prima linea ferroviaria italiana, la strada ferrata ebbe una letterale esplosione, e ben presto, nel 1842, la ferrovia aveva raggiunto Castellammare di Stabia e dopo solo altri due anni ha toccato Pompei e Nocera. Pochi mesi dopo però, la crescita della prima linea ferroviaria italiana si fermò (a nord a Sparanise e a sud a Salerno). Alla base, problemi economici e politici, anche se il governo borbonico aveva già rilasciato la concessione per il prolungamento da Nocera fino ad Avellino ed erano progettati anche collegamenti ben più ambiziosi, con Foggia, Bari, Taranto e verso le Marche. Ma tutto si fermò fino all’unità d’Italia.
IL SUD BATTE’ IL NORD CON L’INAUGURAZIONE DELLA PRIMA LINEA FERROVIARIA ITALIANA
La Napoli-Portici è stata quindi la prima linea ferroviaria italiana, ma – se non casualmente – di pochi mesi, in quanto una tratta più lunga, la Milano-Monza, sarebbe stata inaugurata nell’agosto dell’anno successivo dopo un iter burocratico a dir poco avventuroso che ne ha rallentato molto la realizzazione. Un mese prima dell’inaugurazione della linea ferroviaria erano state fatte diverse corse di prova tra Monza e Milano usando le prime due locomotive Milano e Lombardia (o Lombarda secondo alcuni). Il privilegio (ovvero la concessione nel linguaggio burocratico imperiale) per la costruzione tardò, dicevamo, a venire, perché il governo imperiale aveva molto più interesse alla realizzazione di linee ferrate a carattere militare. La firma arrivò solo alla fine del 1838, mentre l’appalto alla ditta Holtzhammer di Bolzano avvenne alla fine del 1839. Il primo treno percorse i 15 km del tragitto in 17 minuti con una velocità di 46 km all’ora. La linea ferroviaria pose le premesse per lo sviluppo industriale della zona: presto attorno a Sesto San Giovanni apparvero le prime industrie e le Poste approfittarono del servizio ferroviario per trasportare la corrispondenza fino a quel momento affidata alle corriere a cavalli. Nonostante i guasti che spesso occorrevano alle motrici, il successo della ferrovia è evidente a giudicare dal numero dei passeggeri trasportati: al 31 dicembre di quell’anno furono più di 150.000.