Guerra diplomatica tra Brasile e Francia. A farne le spese sono i contributi internazionali per contrastare gli incendi in Amazzonia. Il presidente Jair Bolsonaro, infatti, ha detto no allo stanziamento da parte del G7 di 20 milioni di dollari. Ma Donald Trump ne prende le difese. «Ho avuto modo di conoscere Jair Bolsonaro. Sta lavorando duramente per gli incendi in Amazzonia e sta facendo un grande lavoro per la gente del Brasile. Lui e il suo paese hanno il pieno appoggio degli Usa!», ha twittato il presidente americano. Di diverso avviso è lo scrittore brasiliano Paulo Coelho, che su Twitter ha condiviso un video in cui si scusa con i francesi per le parole di Bolsonaro, per il suo «isterismo» contro «la Francia, il suo presidente e la moglie del presidente». Il riferimento è alle offese a Brigitte Macron e alla sua reazione sugli incendi in Amazzonia. «È un momento di tenebre per il Brasile, non possiamo farci niente. Vi chiedo scusa, mille volte scusa», prosegue Coelho. (agg. di Silvana Palazzo)
BOLSONARO CONTRO MACRON: “NON PRENDO LEZIONI”
L’Amazzonia brucia eppure una delle più gravi catastrofi ambientali degli ultimi anni si sta riducendo a una crisi diplomatica internazionale fatta di insulti e di prese di posizione vagamente populiste: lo scambio di accuse tra il Presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, il suo omologo brasiliano, Jair Bolsonaro, è sfociato oramai nelle offese personali, con il primo che di fronte al voluto e orgoglioso immobilismo del secondo rispetto agli incendi che stanno devastando il “polmone verde” del Sudamerica si è auspicato che il Paese latino possa prest avere un Governo all’altezza. La presa di posizione dell’Eliseo era arrivata dopo che Bolsonaro aveva fatto dell’ironia social sulla compagna di Macron, rincarando la dose poco dopo quando ha sostenuto di non aver intenzione di prendere “lezioni” da chi non era in grado di tutelare un patrimonio come la cattedrale di Notre-Dane a Parigi. E così mentre la crisi si incancrenisce, Bolsonaro ha rifiutato pure 20 milioni di dollari di aiuti stanziati dal G7 in corso a Biarritz e a cui partecipava lo stesso Macron, sostenendo che il Brasile non è più una colonia occidentale e sconfessando pure il suo stesso Ministro dell’Ambiente, Riccardo Salles, che pure si era detto preoccupato dalle quantità di monossido di carbonio sprigionato dagli incendi della foresta (agg. di R. G. Flore)
“NON HA SAPUTO PROTEGGERE NOTRE-DAME”
Continua la querelle a distanza fra il presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, e il collega francese, Emmanuel Macron. Il terreno di scontro resta la foresta amazzonica, che in queste ultime settimane sta bruciando senza sosta con conseguente danno ambientale incalcolabile. In occasione del G7 l’inquilino dell’Eliseo aveva predisposto 20 milioni di euro in favore appunto della nazione verdeoro per risolvere la crisi dei roghi, rimandati però al mittente da Bolsonaro con un tweet al vetriolo. Un pensiero poi successivamente ribadito da Onyx Lorenzoni, capo di gabinetto del presidente: “Apprezziamo (l’offerta, ndr), ma forse queste risorse sono più utili per il rimboschimento dell’Europa”. Lo stesso collaboratore del numero uno verdeoro ha aggiunto che la sua nazione non accetterà lezioni dal presidente transalpino, che “non può neanche evitare un incendio prevedibile in una chiesa che è patrimonio mondiale dell’umanità”. In precedenza il ministro dell’ambiente brasiliano, Riccardo Salles, aveva accolto in maniera benevola l’aiuto del G7 ma evidente non aveva fatto i conti con il suo datore di lavoro. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
INCENDI AMAZZONIA, SCONTRO BOLSONARO-MACRON
È ancora l’Amazzonia con i diversi incendi che ne stanno devastando la famosa foresta (non solo in queste settimane, quando è “scoppiato” il caso mondiale ma fin dal 2002 come dimostrano i dati internazionali e locali sullo stato della Foresta Amazzonica) ad accendere lo scontro internazionale tra il Brasile di Bolsonaro e il G7, in particolare con il padrone di casa del summit di Biarritz Emmanuel Macron. Dopo lo scambio di accuse negli scorsi giorni e dopo che il Presidente francese ha attaccato in prima persona il leader brasiliano sulla sua sottovalutazione del problema incendi (con annesse critiche feroci dal mondo ambientalismo, fino ad arrivare alla giovanissima Greta Thunberg) il nuovo “teatro” dello scontro si chiama Brigitte Trogneux, più conosciuta come la Première Dame del Presidente Macron. Dopo che un utente aveva postato su Facebook una foto con le due coppie presidenziali di Brasile e Francia, scrivendo «Adesso capite perché Macron perseguita Bolsonaro?» il Presidente conservatore ha poi risposto commentando con delle risate «non umiliarlo,hahahaha». La polemica si accende e Macron dal G7 non si lascia sfuggire una pronta replica «È una cosa triste per il Brasile, le donne brasiliane devono essere tristi, sono sicuro che provano vergogna. Questi sono attacchi irrispettosi».
GUERRA DIPLOMATICA BRASILE-FRANCIA
Non solo facili ironie sull’aspetto fisico della moglie di Macron, lo scontro tra Brasile e Francia ritorna sui binari dell’Amazzonia non appena il Ministro dell’Educazione brasiliano Abraham Weintraub ha fatto sapere «Macron non è all’altezza del dibattito sull’Amazzonia. È solo un cretino opportunista, che cerca il sostegno della lobby agricola francese». Lo scontro è nato quando Macron ha invitato a parlare al G7 Bolsonaro in modo da metterlo alle strette per intervenire sull’emergenza degli incendi della Foresta Amazzonica: a quel punto Bolsonaro ha replicato, come ribadito poco fa, «Non possiamo accettare che un presidente stia lanciando attacchi irragionevoli e gratuiti sull’Amazzonia, come se fossimo colonia o un’altra terra di nessuno». In questo modo il Brasile sembra di fatto allontanare e rifiutare gli aiuti da 20 milioni di euro che dal G7 di Biarritz erano pronti ad essere sbloccati per il Brasile e per le altre realtà dell’Amazzonia impegnate con la grave emergenza degli incendi. Ancora poco fa nella conferenza finale tra Macron e Trump, è stato ribadito che l’intero G7 è pronto a sostenere Bolsonaro per aiuti concreti in vista degli incendi, ma lo scontro diplomatico con la Francia rischia a questo punto di essere un freno piuttosto scomodo alla soluzione, già complicata di per sé, della matassa.