Da un lato la siccità, dall’altro gli incendi. Due emergenze che sono facce di una stessa medaglia, quella della crisi idrica in Europa. La siccità e gli incendi che hanno colpito l’Europa meridionale quest’estate sono i segni più evidenti di un problema che si sta aggravando con il cambiamento climatico. “Non c’è paese in Europa che possa fingere di essere al riparo“, avverte tramite i microfoni del Financial Times Xavier Leflaive, responsabile del team acqua della direzione ambiente dell’OCSE. Secondo l’Organizzazione meteorologica mondiale, i problemi di siccità sono “drammaticamente aumentati” in numero e intensità nell’Ue, con un aumento delle aree e delle persone colpite di quasi il 20% tra il 1976 e il 2006. In Francia e in Spagna le tensioni sono salite a punto tale che si sono verificati scontri tra gli agricoltori, i maggiori consumatori di acqua, e i gruppi ambientalisti. Il rischio che la situazione possa peggiorare ulteriormente è destinato ad aumentare nei prossimi anni a causa di politiche inadeguate, interessi e rapidi cambiamenti climatici. La politica, anche a livello europeo, tende a preoccuparsi poco del problema dell’acqua.
“La maggior parte dei regimi [idrici] in Europa sono retaggio di tempi di abbondanza. Ora devono essere riformati per riflettere la scarsità“, segnala Leflaive. Si ignora il fatto che la siccità colpisce abitazioni come industrie, incide anche sulla produzione di energia, perché l’acqua è necessaria per il raffreddamento delle centrali nucleari e per generare energia idroelettrica. Quindi, non è una questione che riguarda solo le terre europee più aride. Anche le zone più umide d’Europa, come Polonia e Germania, stanno diventando aree di “stress idrico”. Il Paese più “stressato” dal punto di vista idrico, a causa della densità di popolazione e scarsità di infrastrutture, è il Belgio, secondo l’indice WRI pubblicato ad agosto.
EUROPA CARENTE ANCHE SU DISTRIBUZIONE ACQUA
L’Europa si sta riscaldando più rapidamente degli altri continenti, ma ha a che fare con altri problemi. Ad esempio, stanno diminuendo i flussi di acqua alpini e i terreni, afflitti dalla siccità, non riescono a trattenere una quantità sufficiente di acqua piovana, quindi si esauriscono le riserve idriche sotterranee. Nonostante ciò, l’approccio dell’Ue resta carente anche in termini di distribuzione dell’acqua, visto che in media il 25% dell’acqua potabile si perde a causa di tubature difettose, stando a quanto rilevato dall’ente di settore EurEau, secondo cui Bulgaria, Romania e Italia sono i paesi che presentano i problemi peggiori. Il Financial Times cita il caso Roma, dove il 42% dell’acqua si perde attraverso tramite simili a colabrodi che in alcuni quartieri risalgono all’impero romano. Peraltro, la terra dura e secca può causare la frattura e la torsione delle tubature, peggiorando le perdite. Nel Regno Unito ogni anno si perde circa un quinto dell’acqua erogata. Qui l’ondata di caldo estivo e il freddo invernale da record hanno causato un forte aumento delle rotture di condutture. Ma anche la cronica mancanza di investimenti ha il suo peso. Ma l’acqua è gestita da un mosaico di aziende locali e autorità municipali, quindi è difficile anche per i responsabili politici nazionali ed europei intervenire.
RISPARMIO IDRICO? CONSUMO ACQUA AUMENTA IN EUROPA
Secondo Marc Bierkens, professore di idrologia presso l’Università di Utrecht in Olanda, “quasi nessun Paese” incentiva gli sforzi per il risparmio idrico. Fa eccezione la regione belga delle Fiandre, dove le famiglie pagano una tariffa di base che aumenta se usano un volume maggiore. Il problema è che anche le tecnologie pulite, fondamentali per gli sforzi europei di transizione dai combustibili fossili, sono “assetate”. Infatti, la Commissione per le transizioni energetiche, come evidenziato dal Financial Times, ha dichiarato che l’acqua per la generazione di energia, l’elettrolisi dell’idrogeno, il raffreddamento delle centrali nucleari e l’uso del carbonio, sono un problema, perché potrebbe arrivare a 58 miliardi di metri cubi all’anno entro il 2050 il consumo di acqua potabile in Europa, circa il doppio di quello attuale.
“Il problema sta diventando sempre più grande“, afferma James Leten, senior program manager dello Stockholm International Water Institute. C’è chi lavora già ad una soluzione. L’agricoltore Hector Llorente, che coltiva grano per una cooperativa a León, in Spagna, usando tre applicazioni (tra cui Climate FieldView) che monitorano le condizioni di colture e i livelli di umidità in tempo reale tramite satelliti e la fornitura di acqua dal bacino idrico locale, è riuscito a dimezzare il consumo di acqua e a triplicare la produzione. Inoltre, ha ridotto il deflusso dei fertilizzanti che possono inquinare le fonti d’acqua. Ma sono stati fatti dei passi avanti anche a livello politico. Infatti, a giugno sono entrate in vigore le norme dell’Ue sul riutilizzo dell’acqua ed è stato chiesto agli Stati membri di lavorare su piani di gestione della siccità.